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STORIE DAL MONDO. LIFE IN A DAY
Rassegna di reportages internazionali a cura di Roberto Fontolan e Gian Micalessin.
Presentazione del reportage di Kevin Mac Donald e Ridley Scott. Produzione: Scott Free Productions e YouTube.
STORIE DAL MONDO. LIFE IN A DAY
Ore: 19.00 Sala Neri GE
ROBERTO FONTOLAN:
Bene, buonasera, allora riprendiamo la nostra piccola ma interessante tradizione di “Storie dal mondo”. Chi ha già partecipato e ha visto le proiezioni degli anni scorsi, sa che il nostro è un tentativo molto semplice di vedere insieme delle storie, secondo un occhio e un punto di vista particolare. Con me c’è sempre il grande amico Gian Micalessin, giornalista e inviato, che dopodomani, martedì, ci farà vedere il suo ultimo lavoro, che peraltro io ho definito come un ritorno sul luogo del delitto. Infatti, un anno fa, avevamo visto e parlato, proprio qui, insieme a lui, delle primavere arabe; era un anno fa appunto, e dopo un anno lui è tornato sugli stessi luoghi per riraccontare quel mondo, quell’universo, quelle tensioni, quei sogni, un anno dopo. Quello che vedremo questa sera, è un po’ un esperimento visionario, in un certo senso. A me è piaciuto proprio per la sua dimensione di grande ambizione e di poesia insieme, è il sogno di raccontare ventiquattro ore della vita nel Mondo: possiamo immaginare una giornata della vita nel Mondo, raccontata attraverso le immagini e le persone che si raccontano. Dopo, come si sia potuto organizzare un lavoro veramente enorme, Gian lo spiegherà fra pochi istanti. Io posso dire che è stata un po’ una scelta, in un Meeting dedicato al tema dell’infinito, di evocare l’infinito della vita che è tutti i giorni, a tutte le latitudini e qui vedremo decine e centinaia di persone, di volti, di giovani, di vecchi, di persone di tutti i colori, di tutte le lingue, che ci regalano un pezzetto della nostra esistenza quotidiana. Come dicevo, un progetto molto ambizioso, in gran parte riuscito e ne nasce veramente un affresco emozionante. Ci sono un paio di punti difficili per certe sensibilità, però è un lavoro che veramente merita di essere visto e goduto e abbiamo pensato di proporlo in questa prima giornata inaugurale del Meeting. Lascio subito la parola a Gian. Volevo solo ricordare il nostro calendario di questi giorni per gli affezionados che seguiranno questa nostra serie e che vedrà qui, domani sera, alle 19:00, Monica Maggioni presentare il suo lavoro “Out of Teheran”. Parlerà con lei Massimo Ilardo, che è qui davanti a noi e che voglio salutare insieme a tutti voi, che è direttore italiano per “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, una realtà che abbiamo amato molto in tutta la storia del Meeting. Martedì, dopodomani, alle 19:00, Gian presenterà il suo lavoro sulle rivoluzioni arabe, diciamo così, un anno dopo per intenderci. La stessa sera di martedì, alle 21:45, avremo qui Mario Melazzini e il regista Emmanuel Exitu per presentare un lavoro che forse alcuni di voi già conoscono, ha già vinto dei premi e che si chiama “Io sono qui”. Anche questo è un grande racconto di vita di questa figura di medico che, come molti sanno, è affetto da una grave malattia e del suo amore instancabile per la vita. Martedì avremo dunque questo doppio appuntamento, 19:00 e 21:45. Mercoledì alle 21:45 avremo invece un prodotto americano, che si chiama “Eggsploitation”, dedicato a un fenomeno molto inquietante che ha preso piede soprattutto negli Stati Uniti e in qualche Paese europeo e cioè il traffico di ovuli per consentire alle coppie sterili di avere figli. Veramente un lavoro un po’ duro, ma molto interessante, che ci viene proposto dall’autrice, un’americana che si chiama Jennifer Lahl. Infine, giovedì alle 21:45, avremo invece la ricostruzione di una specie di giallo internazionale. Molti di voi ricorderanno le vicende legate alla Sindone e a tutto quello che accompagnò il problema della datazione al carbonio – lo dico per gente della mia età, i più giovani forse non hanno fatto in tempo a vedere tutta quella problematica. Ne scoppiò un giallo internazionale, polemiche senza fine e il lavoro di Francesca Saracino, che sarà qui giovedì appunto alle 21:45, racconta un po’ tutto quello che si è mosso dietro e intorno a quella vicenda così complessa e, possiamo dire, così dolorosa per la Chiesa e scopriremo perché proprio in quella serata. Cedo la parola a Gian, che colloca un po’ anche il lavoro che è stato fatto e che ha tra i suoi ideatori due personaggi assolutamente sensazionali, come Ridley e Tony Scott, due fratelli che hanno fatto cinema a livelli straordinari. Lui ci colloca un po’ questo lavoro e anche la sua visionarietà, come hanno potuto immaginare un’esperienza di questo genere. Dopo di che vedremo insieme la proiezione e siccome è un po’ più lungo, come formato, del solito, però ripeto è questo grande affresco, non perdetevi la parte finale, perché c’è una protagonista finale, una dei tanti protagonisti che è un po’ la sorpresa finale di questo lavoro poetico ed emozionante. Prego Gian.
GIAN MICALESSIN:
Grazie Roberto, grazie a voi per esser tantissimi anche quest’anno.
Vado velocissimo, però voglio darvi alcune informazioni importanti per seguire questo lavoro. Diceva giustamente Roberto dell’infinito della vita, ma questo infinito della vita si coniuga con un altro infinito importante, che una volta non c’era, l’infinito della rete. Senza internet questo lavoro visionario non avrebbe potuto essere realizzato. C’è sicuramente un personaggio visionario come Ridley Scott, di cui ricorderete sicuramente tantissimi film, ma c’è sicuramente un impresario assai più pratico, che è YouTube, ed è sicuramente la coniugazione di Ridley Scott che produce questo film e YouTube che accoglie sulla rete i contributi di 80.00 persone che mandano un frammento della loro vita, quel frammento di vita del giugno 2010, che permette la realizzazione di questo documentario. Cos’è questo documentario? Sostanzialmente quello di raccontare un giorno del pianeta, raccontando quello di 80.000 persone che mandano il loro contributo su YouTube e questi 80.000 frammenti sono stati scelti, selezionati, plasmati e messi assieme in questo filmato di un’ora e trenta. Ecco, immaginate il lavoro che c’è dietro, lavoro innanzitutto di organizzazione, che non sarebbe mai stato possibile prima senza YouTube, senza la rete, che unisce praticamente tutto il pianeta. Ovviamente la rete non è stato tutto: nei Paesi meno sviluppati, nei Paesi da dove era difficile aspettarsi che arrivasse un contributo, sono state mandate delle telecamere, una quarantina di telecamere, mandate nei posti più dimenticati al mondo per realizzarlo. E quando è stato realizzato? Il sabato successivo alla fine dei campionati di calcio 2010, perché si è pensato che prima molti sarebbero stati distratti da un altro evento globale. E’ fondamentale anche pensare che questo documentario non avrebbe potuto essere realizzato se non ci fosse stato internet, ma anche se non ci fosse stata quella straordinaria abitudine, che tutti gli abitanti del pianeta hanno sviluppato grazie ai telefonini e grazie agli Ipad, a riprendere frammenti della loro vita quotidiana. Fosse stato fatto venti anni prima, probabilmente in quegli 80.00 frammenti arrivati su YouTube, non ci sarebbero state le capacità tecniche necessarie a documentare, con sufficiente dose estetica, una giornata della propria vita. Invece questi due fattori fondamentali che hanno cambiato il mondo e rendono possibile, dal punto di vista pratico, la realizzazione di questo documento, sono legati proprio al fatto della presenza della rete, di YouTube e di telefonini e apparecchi che ci consentono sempre più spesso, come voi del resto vedete quando guardate i telegiornali, di filmare, di congelare, di bloccare attimi della nostra vita. Questa esperienza, che nasce da un grande regista che non è Ridley Scott, ma è lo stesso che ha fatto il film dedicato a Idi Amin – ricorderete quel famoso film del 2006, in cui si raccontava la storia di un inglese che era vissuto alla corte di Idi Amin ed era diventato il suo medico personale e questo film racconta il regno tremendo di Idi Amin, in Uganda, attraverso gli occhi di questo inglese. Quello è il regista che ha messo insieme gli 80.000 contributi, portando poi alla realizzazione finale di questo incredibile filmato che adesso vedremo.
ROBERTO FONTOLAN:
Il regista si chiama Kevin Macdonald. L’occhio con cui noi abbiamo visto questa cosa è quello dello stupore per la vita. Grazie e buona visione
“Video”
GIAN MICALESSIN:
Penso che ci sia poco da dire al termine di un documentario. Un racconto, un film come questo, è un film che ci mostra come il mondo abbia una dimensione infinita in una sola giornata, una dimensione che spesso non siamo in grado di cogliere, come quella ragazza che alla fine dice “ho buttato via una giornata”.