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SPIRTO GENTIL. GUIDE ALL’ASCOLTO
Note di nostalgia: Chopin e Pascoli. Guida all’ascolto dal vivo a cura del M° Pier Paolo Bellini. Al pianoforte il M° Giulio Giurato.
“Spirto Gentil” è una proposta nuova di ascolto musicale, non solo perchè intende valorizzare anche un repertorio oggi totalmente dimenticato o apprezzato da pochi “intenditori”; nuovo è soprattutto lo scopo per cui questa collana viene pubblicata. Non si tratta di offrire una ennesima analisi estetica o stilistica, quanto di riscoprire il fondamento di ogni tentativo estetico. La collana perciò si colloca all’interno di quella grande tradizione cristiana che, nell’arco di venti secoli, grazie alla sua costante vocazione ecumenica, è stata capace di valorizzare le espressioni più sincere dell’esperienza umana, qualunque ne fosse la cultura d’origine. Non è fuori luogo allora, per comprendere lo spirito originale di questa collana, tornare col pensiero alla straordinaria attività degli amanuensi medievali o a quelle più recenti di grandi personalità come Charles Moeller. La loro opera nasce da una antica certezza: Unum loquuntur omnia (tutta la realtà proclama una sola cosa).
«La tristezza mi ha preso – perché? Neppure la musica oggi mi consola – è già notte tarda, e non ho voglia di dormire; non so cosa mi manca – e ho già più di vent’anni.» Questa breve frase del diario di Chopin riassume in sé l’intera esperienza umana e, di riflesso, la traiettoria artistica del grande compositore polacco. È il sentimento di una mancanza non ancora ben definita, di qualcosa che non c’è e che forse un tempo c’era, la cui assenza nel presente, comunque, genera tristezza: e la musica di Chopin è costantemente tesa a far spazio a questo oggetto desiderato e assente.
Nella vita l’uomo è percosso dalle cose che lo inteneriscono e lo attraggono più istintivamente, che gli piacciono, gli sono di comodo, di gusto. Insomma, domina l’istintivo, l’immediato, il facile, il travolgente. E invece la vita sta al di là della musica in primo piano: è una nota sola dal principio alla fine, da quando si è fanciulli a quando si diventa vecchi. Una nota sola! Quando uno s’accorge di questa nota non la perde più, non può più perderla: resta una fissazione, ma è la fissazione che fa il saggio, il sapiente, l’intelligente. È la fissazione che fa l’uomo: il desiderio della felicità.
(Luigi Giussani)