Razionalismo e sentimento nella “citè industrielle” di Tony Garnier

 

‘Tony Garnier (1869 – 1948) nasce a Lione, dove trascorre tutta l’infanzia nel quartiere popolare Croix Rousse. Appena quattordicenne si iscrive all’Ecole Technique de la Martinère; in seguito, grazie alla vittoria di un premio, potrà iscriversi, nel 1890, all’Ecole des Beaux Arts di Parigi. Dal 1899 al 1904 è allievo dell’Accadernia di Francia a Roma. Nel 1904, a Parigi, presenta in una mostra personale lo Studio e il progetto per una “Cité industrielle”, opera che verrà pubblicata nel 1917. Nella mostra sarà esposta buona parte delle 164 tavole della II edizione di stampa della “Cité industrielle”, pubblicate nel 1917; in esse viene definito fin nei particolari costruttivi il progetto per una città di 35.000 abitanti. Quest’opera si situa nel filone delle grandi utopie, ponendosi fra le ipotesi più interessanti di organizzazione globale della città formulate all’inizio del secolo. Garnier ebbe però il merito di applicare queste ricerche teoriche sulla realtà, realizzando alcuni edifici pubblici e quartieri residenziali per la città di Lione, in modo attento alla dimensione umana della città e non di rottura col passato. Mentre il movimento moderno, partendo da presupposti razionalisti, produrrà un sapere e una pratica della costruzione della città in completa rottura con la tradizione e una divisione dell’attività umana in schemi rigidi e contrapposti, Garnier, pur ponendo la razionalità all’origine del suo pensiero, rimane umilmente consapevole della reale essenza umana, e concepisce la città come un insieme di possibilità offerte all’uomo per potersi sviluppare nelle migliori condizioni ambientali. Nonostante abbia affrontato le stesse problematiche sulla città, proprie del movimento razionalista moderno, Garnier non può esserne considerato l’iniziatore: la sua è una posizione culturale autonoma ed originale, inascoltata e per molti versi ancora sconosciuta. Prova ne sia il rapporto fecondo che saprà sviluppare in molte sue opere tra architettura e tradizione, architettura e decorazione, architettura e paesaggio; senza pretendere, come il movimento moderno, di cancellare tutto per ripartire da zero. Per questo motivo la mostra, curata dal prof. Arch. Riccardo Mariani, Direttore del dipartimento Urbanistica della Facoltà di Architettura di Ginevra, è un’occasione di incontro con un maestro e di dibattito attorno alle vicende dell’architettura europea di questo secolo.’

Data

25 Agosto 1990 - 09 Gennaio 1990

Edizione

1990
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting