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Raffaello e la divina armonia. Una finestra aperta sul Rinascimento
Raffaello è uno dei più grandi protagonisti del rinascimento. L’intento di questa mostra è di evidenziare come la sua arte sia il risultato di una particolare concezione della bellezza, nel suo classico equilibrio, nella sua celebrazione ed esaltazione dell’armonia, e come, per tali caratteri, egli sia il solo pittore che possa fregiarsi del titolo di interprete del così detto momento classico del Rinascimento.
Nato a Urbino nel 1483, Raffaello inizia a lavorare al fianco del padre, il pittore Giovanni Santi. Già intorno al 1500 il giovane urbinate passa alla scuola di uno dei più celebri maestri di quel momento: il Perugino, ed è con lui che perfeziona la pratica del disegno, uno degli elementi basilari della sua poetica e del suo stile.
Ma ancora più significativo risulta, nella sua eclettica formazione, quanto di nuovo poteva apprendere a Firenze, a contatto diretto con le opere di Leonardo e di Michelangelo. Durante il soggiorno fiorentino il pittore urbinate si dimostra attento a ridurre in una sintesi personalissima gli spunti che gli potevano venire suggeriti tanto dai massimi esponenti del rinnovamento rinascimentale, quanto dalla tradizione.
Il passaggio a Roma, avvenuto nel 1508, la nuova committenza pontificia, la lungimiranza di un Papa mecenate e colto come Giulio II della Rovere, l’immersione nell’atmosfera di Roma, della sua storia e della sua arte antica, presa come modello di un nuovo ideale di bellezza, produrranno su Raffaello un cambiamento radicale.
È infatti a Roma che egli diviene l’interprete di una bellezza che è ad un tempo naturale e ideale, e proprio nel rispetto dell’armonia, intesa come valore estetico ed etico, perviene all’affermazione di una sintesi universale di antichità classica e tradizione cristiana. Celebra tale sintesi in composizioni di grande e solenne respiro, nelle quali la figura umana signoreggia lo spazio dove vive, in posizione di assoluta centralità, ma non chiudendosi in una dimensione puramente terrena.
Esaltata da un canone di bellezza di derivazione classica – che vediamo espresso nella purezza dei lineamenti, nella nobiltà dei gesti, in una certa riflessiva pensosità delle espressioni – la figura umana di Raffaello risplende anche nell’evidenza “naturalistica” dei suoi caratteri personali. Così che le immagini della Madonna col Bambino – modelli imperituri per generazioni e generazioni di artisti – vengono apprezzate per la loro religiosità e per la loro naturalezza; i ritratti di personaggi illustri, pur elevandosi al rango di tipi universali, non perdono i propri più intensi connotati; gli episodi storici, emblemi di avvenimenti ad alta intensità etica, vengono interpretati da personaggi del passato, frammisti a personaggi contemporanei. L’antico si combina con il moderno, l’ideale con il naturale, in una visione grandiosa, nella quale l’armonia detta le leggi a uno splendido ordine compositivo che è un po’ il riflesso dell’ordine generale del creato.Marco Bona Castellotti
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