Per sconfiggere il drago

 

‘”Non sono cattolico. Non sono occidentale. Non sono nemmeno libero pensatore. Sono semplicemente un cristiano (battezzato cinquantasette anni fa col rito ortodosso). Un cristiano arrivato però alla fede pochi anni fa. Qui, in Italia. Sono un cristiano scultore. Non ancora uno scultore cristiano. Se la mia anima si è convertita senza fatica, non altrettanto facile sarà per la mia arte. Essere un artista cristiano è lo scopo attuale della mia ricerca… Vengo dalla Romania, dove ho vissuto per venticinque anni in una società organizzata su principi marxisti. La mia formazione intellettuale è maturata in un doppio isolamento culturale, rispetto alla tradizione spirituale rumena e rispetto a certi valori della cultura contemporanea occidentale censurata dal regime (conosco persone che per aver letto Joyce e Kafka avevano subito duri anni di carcere). Una formazione interrotta quindi da gravi lacune. L’Italia, l’Occidente mi hanno dato la possibilità di colmare alcune di queste lacune: letture, viaggi, incontri mi hanno rivelato aspetti per me sconosciuti della grande tradizione (non quella ottocentesca, borghese ed illuministica, bensì quella romanica, bizantina o islamica, per esempio); ho scoperto la religione e con essa la fede. Posso dire di essere arrivato alla fede attraverso una ricerca razionale. Non avrei mai pensato di arrivarci in questo modo. Ma non consiste proprio in questo la forza misteriosa del Logos incarnato da Cristo? Una delle idee cristiane che più mi hanno colpito è la ricerca della perduta somiglianza dell’uomo con il volto di Dio, suo creatore. Hildegarde de Bingen aveva messo nell’XI secolo la conoscenza di sé alla base di ogni ricerca teologica e filosofica. Dio ha creato l’uomo secondo la sua immagine. Cristo solo è una immagine perfetta. L’uomo è l’immagine dell’immagine, sfigurato dalla caduta, apparentato agli angeli e alle bestie, bello e mostruoso nello stesso tempo. “Dio è la cosa più intima che l’uomo ha dentro di sé” (S. Agostino). Di conseguenza conoscere se stesso significa conoscere Dio. E’ la via per riacquistare la perduta somiglianza col volto divino (…). Di ciò sono diventato consapevole dopo dieci anni di astrattismo, nella mia arte. Per liberarmi dall’incubo del cosiddetto realismo socialista, appena arrivato in Italia ho scelto la strada della ricerca astratta. Oggi tale scelta non mi soddisfa più. Non credo che i temi cristiani si possano raffigurare in immagini astratte. Per venirci incontro, Dio si è fatto uomo; sarebbe assurdo che l’uomo, partecipando a questo incontro, diventasse figura geometrica, immagine astratta (…). La mia conversione non è stata frutto né di catechesi, né di grazia. Le mie letture si sono trasformate in fede in una particolare circostanza: il restauro di una chiesa romanica, ridotta a rudere, che, assieme a Mihaela mia moglie, Camil nostro figlio e due contadini di Gallese, abbiamo riportato in vita con le nostre mani nell’estate del 1977. Fu, il mio, il nostro vero battesimo cristiano. Vi ho trasferito il mio studio di scultura e, naturalmente, la mia arte ha preso la strada del sacro. Ai contadini che bussano alla porte del mio studio-chiesa, posso finalmente rispondere alla domanda “che cosa rappresenta?” (disegno o scultura) con parole dirette, senza paura di non essere più capito. Prima avrei fatto fatica (…). Non voglio più affermare me stesso ricercando “novità” formali; voglio servire Cristo, il prossimo, la mia coscienza. Non ho nemmeno paura di certi termini-etichetta, da quando ho imparato certe cose da Diderot e D’Allembert, nella loro “Enciclopedia” illuminista: la voce reazione, per esempio, è spiegata come spinta in avanti, mentre la voce rivoluzione è chiarita come ritorno indietro, al punto di partenza. L’umorismo della storia mi ha sempre confortato. Siccome la mia meta è il ritorno alle origini del cristianesimo, al suo punto di partenza, sono quindi (con il consenso della scienza illuministica) un rivoluzionario, che tenta, però, una spinta in avanti, verso un evento esemplare di fede e di amore cristiano (…)”. Camilian Demetrescu’

Data

21 Agosto 1982 - 29 Agosto 1982

Edizione

1982
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting