Parsifal e . . . quei testardi bricconi patiti di giustizia e libertà chiamati Cavalieri della Tavola Rotonda

 

‘Attraverso 25 gigantofoto accompagnate da didascalie illustrative, la mostra racconta la vita di Parsifal, dall’infanzia a quando diventa cavaliere della Tavola Rotonda, dalla scoperta del Santo Graal (il calice usato da Cristo nell’Ultima Cena dove, secondo la leggenda, Giuseppe di Arimatea aveva raccolto le ultime gocce del sangue del Signore) fino al momento in cui abbandona le armi e muore come eremita. Alla base dell’esposizione, una selezione e rielaborazione del materiale che costituisce tre dei quattro volumi della “Storia illustrata del Graal” che sarà editata da Jaca Book: disegni a colori di Franco Vignazia, testi di Voglino e Giuffrida. E’ la storia di una carriera esistenziale, il racconto dell’itinerario del cavaliere che, all’interno delle vicende arturiane, si presenta come il personaggio più esemplare. La figura del gallese si colloca nel giusto mezzo tra quelle di Lancillotto e di Galahad. Lancillotto è umanissimo ma è anche vittima della sua umanità, al punto da mancare alla sua missione; Galahad, d’altra parte, il personaggio che svela effettivamente i segreti del Sacro Graal, è l’inviato di Dio, simbolo di qualcosa che è compiutamente al di là dell’umanità. Si può essere veramente uomini, ci dice Parsifal; la condizione è percorrere fino in fondo la strada della propria vita con gli occhi ed il cuore puntati sull’ideale, su qualcosa di sacro e definitivo che c’è, costituisce il nostro destino e si manifesta attraverso incontri e vicende storiche, nell’ambito di una compagnia di uomini accomunati dallo stesso ideale (i Cavalieri della Tavola Rotonda). Piú giovane ed inesperto di tanti altri, col suo peso di colpe e contraddizioni, Parsifal ha percorso il tragitto della propria iniziazione, convinto che la ricerca del Santo Graal fosse il compito della vita. La letteratura relativa a Parsifal ed alla vicenda del Graal è sterminata e non sempre omogenea. La mostra riprende naturalmente il poema di Chrètien de Troyes, scritto intorno al 1180 e dei tre francesi che lo riprendono, entro i primissimi anni dei 1200: lo pseudo Wauchier, Manessier, Gerbert de Montreuil. Sono stati utilizzati inoltre il “Didot-Perceval”, il “Berlesvaux” e, largamente, i romanzi denominati “Lancillotto in prosa”.’

Data

24 Agosto 1985 - 31 Agosto 1985

Edizione

1985
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting