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L’orante nella storia delle civiltà
‘Eliade afferma che l’uomo, prendendo coscienza del cielo infinito e degli astri sopra di sè, si erge e punta gli occhi verso l’alto, verso l’immensità celeste, segno evidente di una presenza diversa, più grande e misteriosa. La posizione eretta specifica dell’uomo è, non solo simbolicamente, generata dall’incontro tra l’uomo ed un’alterità. Il rapporto tra l’uomo e il divino, la “presenza misteriosa”, lascia dunque una traccia evidente anche nel comportamento. La posizione dell’orante, dell’uomo in preghiera, pur manifestando alcune caratteristiche peculiari nelle diverse civiltà – soprattuto relative alla diversità dei riti – rivela tuttavia similitudini di grande suggestione, che manifestano l’universalità del significato gestuale e quindi l’assunzione a simbolo della stessa figura orante della persona. Partendo da tali assunti, la mostra presenta la figura dell’orante nelle diverse civiltà, attraverso un ricco apparato iconografico (realizzato con giganto-slides di notevole effetto), alcuni pezzi autentici cinesi e sudarabici, calchi di reperti neolitici della Valcamonica. Tra i pezzi autentici, provenienti dal Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma, quelli più interessanti, di grande valore storico e culturale, riguardano il Gandhara, regione situata tra l’odierno Pakistan e l’Afganistan. Essi offrono un’incredibile testimonianza dell’influsso esercitato sull’arte di tematica buddista dalla cultura greco-romana. Vengono esposti inoltre un bassorilievo cinese raffigurante il Buddha con figure oranti e quattro eccezionali statuette votive sudarabiche, appartenenti ad una cultura ancora in fase di studio. Nella sezione iconografica, viene dato ampio spazio alle diverse forme in cui, nelle varie civiltà, l’uomo si è posto di fronte al divino. Si passa così dai celebri oranti della Valcamonica con le braccia alzate, a quelli delle tradizioni paleocristiana e bizantina, ad altre celebri figure in preghiera, tra cui quella egizia del Museo del Cairo e quella assira del Louvre. Particolare segnalazione meritano anche la raffigurazione della celebre tavoletta con asceti del Kashmir e quella dei due bronzetti in posizione eretta del Luristan (Iran).’