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Leggendo la bibbia con Joseph Weiler: potere e politica? Dimenticate Machiavelli, c’è già tutto in Samuele
Joseph Weiler, University Professor at NYU Law School and Senior Fellow at the Center for European studies at Harvard. Introduce Stefano Alberto, Docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel loro stimolante libro – “L’inizio della politica”- Halbertal e Holmes propongono una lettura politica del libro di Samuele. Seguendo le loro orme, Joseph Weiler vuole proporre un’analisi dettagliata di Re Davide come leader politico (piuttosto che spirituale) ed evidenziare i lati oscuri (che sono molti) dell’autore dei Salmi. Sono lezioni durature che aiutano a comprendere il potere e l’autorità. Il Principe di Machiavelli è un novellino accanto all’astuto Re. In preparazione all’incontro si consiglia di ascoltare (https://www.youtube.com/watch?v=yC5YFk0CHaA) la nuova versione della canzone di Leonard Cohen: “Hallelujah” e leggere i capitoli 11 e 12 di 2 Samuele.
Con il sostegno di Università Cattolica, Tracce.
LEGGENDO LA BIBBIA CON JOSEPH WEILER: POTERE E POLITICA? DIMENTICATE MACHIAVELLI, C’È GIÀ TUTTO IN SAMUEL
Stefano Alberto: Buongiorno a tutti, ai numerosi presenti, a chi ci segue collegato. È con particolare piacere che riprendiamo una possiamo dire tradizione che solo la pandemia ha interrotto negli ultimi due anni, con edizioni un po’ particolari del Meeting. Ritornando pienamente in presenza con la possibilità del collegamento, riprende quel momento molto particolare che da tantissimi anni il grande amico Joseph Weiler, che non è ospite del Meeting ma che è ormai uno dei protagonisti fissi del Meeting, uno di quelli che il Meeting lo fa vivere, lo fa vibrare, lo rende un luogo di incontro, di riflessione, di provocazione, di arricchimento della vita di ciascuno di noi. Certamente l’aiuto che lui ci dà ad entrare nel testo biblico, non in una maniera specialistica ma in una maniera che ci rende evidente che queste sono non solo il racconto della storia più importante nella storia del mondo ma sono parole che vibrano nella vita. Il tema di oggi e la concomitanza col grande incontro dei politici italiani nel salone accanto è casuale ma è interessante, riguarda la politica, con un titolo, come tanti dei titoli che Joseph sceglie, provocatorio: “Potere e politica? Dimenticate Machiavelli, c’è già tutto in Samuele”. Io mi limito ad inquadrare brevissimamente i due libri di Samuele che fanno parte dei due libri storici della Bibbia. È un momento molto delicato nella storia del popolo d’Israele, che ha trovato la terra promessa ma non la tranquillità. I nemici esterni, gli Amaleciti, soprattutto i Filistei e altre tribù minacciano la vita delle altre tribù. Dopo il periodo dei Giudici succede qualcosa di straordinariamente diverso e di straordinariamente nuovo: nella mentalità mesopotamica, l’Oriente, il re era Dio, da lui dipendeva non solo l’ordine politico ma anche l’ordine cosmico. Per Israele Dio è il re. Quando Gedeone, che ha vinto i Madianiti, gli propongono: “Fai tu il re”, lui ha detto: “No, il nostro re è solo Dio”. Ma con Samuele, l’ultimo giudice, accade qualche cosa per cui Israele si ritrova con un re, anzi, ma non voglio anticipare nulla, si ritrova addirittura con due re, Saul e Davide. Ecco, io Joseph ci introdurrà alla lettura, attraverso il metodo che già conoscete, cioè verranno proiettati dei brani della Bibbia perché possiamo leggere insieme ma vediamo perché, ecco, c’è già tutto in Samuel, non abbiamo bisogno, anche se siamo italiani, con le nostre arguzie e la nostra perfidia, non c’è bisogno di Machiavelli. Grazie per questo tempo che ci dedichi e soprattutto per il contributo a vincere un pochino l’ignoranza biblica di tanti di noi. Grazie ancora.
Joseph Weiler: Mille grazie a tutti. Con tuo permesso, ho tre commenti preliminari. Il primo è dirvi quanto sono felice di essere di nuovo qui dopo il Covid, il Meeting com’è e deve essere, di sentire ancora questa accoglienza calorosa che ho sempre qui. Grazie a tutti. Poi ho già avuto tre messaggini: come mai questa camicia nera? Non sono in lutto, non sono Fratelli d’Italia, non sono neanche sacerdote. È una ragione più prosaica: per nascondere quanto sono ingrassato recentemente. Il terzo commento, due minuti, se mi permettete. Ieri notte non mi sentivo all’altezza, dapprima ero molto emozionato, sentire questa testimonianza della badessa Francesca, e poi ero distratto da un’altra cosa. Allora dovrei ripetere sinteticamente questi sette punti che ho preso io di don Giussani. Il primo, la fede non può essere solo il cervello, deve essere anche il cuore. Non può essere solo il cuore, deve essere il cervello. La fede è cuore e cervello allo stesso tempo. Numero uno. Numero due, quella sfida educativa di Giussani: maestro, ho sentito quello che dicevi, ho pensato, ho riflettuto, sono d’accordo. Maestro, ho sentito quello che dicevi, ho pensato, ho riflettuto, non capisco bene, spiegami la seconda volta. Maestro, ho sentito quello che mi dicevi, ho riflettuto, ho pensato, non sono d’accordo. Quello sì ma: Maestro, ho sentito, se tu lo dici è così, quello no, non è Giussani. Terzo, la presenza si può dire non essere cristiani di domenica, cristiani di ogni giorno e ogni situazione. Quarto, non essere laici francesi, la fede è una cosa privata che si nasconde a casa. Non c’è nulla da vergognarsi ad essere cristiani all’aperto. Un socialista non si vergogna ad andare sulla piazza pubblica a dire: Sono socialista. Il Cristiano deve avere, con umiltà, la stessa cosa. Questo è il numero quattro. Numero cinque, molto rilevante oggi, il mondo sempre era un posto minacciante, molto pericoloso, oggi di più. Giussani: non aver paura. Quello fa parte dell’assetto giussaniano. Numero sei, la bellezza è dono di Dio, fate della bellezza una parte integrale della vita, in ogni situazione si può trovare la bellezza. E numero sette, voi infedeli leggete la Bibbia!
Ora, passando a Samuele. Prima cosa da dire: se qualcuno mi avesse chiesto: io il cosiddetto Vecchio Testamento, Ot, Old Testament, per voi Old Testament, per noi Only Testament. Una battuta, allora OT. Se qualcuno mi dovesse dire: se dovessi leggere un libro del Vecchio Testamento quale sarebbe, per me sarebbe Samuele. Perché dal punto di vista letterario, capire la condizione umana, capire la vita sociale, capire la vita individuale, e anche dal punto di vista di questa parola com’è in italiano? Allora mi raccomando, oggi è l’anteprima per voi a leggere Samuele. Quando pensiamo al re Davide, pensiamo al re Davide salmista, divino, veramente i Salmi, non sono sicuro che lui gli abbia scritti tutti però nella tradizione è così. Lui è un eroe, con Golia, sai, il David di Michelangelo è il momento prima della gara con Golia, è molto ansioso. Fra l’altro Michelangelo ha sbagliato un po’, il suo David non è circonciso, di sicuro Davide era circonciso. Perdoniamolo. Il Davide di Donatello è dopo la visita, è una Davide un po’ superbo, eccetera. Allora questo è il Davide della nostra cultura generale, il prediletto di Dio, Gesù discendente di Davide. Oggi vediamo un Davide differente. Non il vero Davide perché Davide è tutti e due. Ma una delle bellezze della Bibbia è che non c’è un protagonista che sia perfetto. Tutti hanno difetti, a cominciare da Adamo ed Eva, chiaro? Anche Mosè stesso è stato punito col non entrare nella terra promessa ma in realtà non era una punizione, Dio l’ha salvato dalla frustrazione di questa gente, allora, di non entrare nella terra promessa, perché la terra promessa non è mai quello che hanno promesso. Lo stesso per Davide, vediamo la parte scura però c’è una cosa interessante: Davide era un politico superbo e quello sarà il tema della presentazione oggi. Se Machiavelli diceva per esempio: il nemico viene o spento o vessato, Davide, più sottile: il nemico viene vessato e poi spento. E qualche volte, devo dire, anche l’amico. Era, come politico, con astuzia, con arguzia, e a volte senza scrupoli, come andiamo a vedere. Allora prima cominciamo con il contesto politico. Come diceva don Pino, l’ideale biblico era, non c’è bisogno di re, anzi, nei libri di Mosè si dice: non fate un re. Nel periodo dei Giudici non c’era un re, i Giudici chiamavano i Giudici quando c’era una crisi, per esempio una minaccia esterna, e poi la gente si governava senza re, seguendo la legge della Torah, la legge di Dio. Però la gente è la gente, vanno da Samuele e dicono: vogliamo un re. E dicono: vorremmo essere come gli altri. Accidenti! Perché non essere differenti? No, vogliamo essere come gli altri. Samuele dice: fa male il re, prenderà i vostri campi, le vostre donne, eccetera. Vorremmo un re! Allora lui va a scegliere uno timido, Saul, che andava a cercare gli asini, che non aveva nessuna idea di essere re, un re non entusiasta, non lo cerca. Però Samuele sceglie Saul. Ora, attenzione, lo sceglie e lo unge con olio, cioè come il messia, perché la parola messia è “unto”, perciò Dio ha scelto Saul. E la reazione della gente: ma chi è questo? Cioè, il fatto che Dio l’ha scelto non significava nulla per la gente! Chi è questo sconosciuto, che andava a cercare gli asini e dopo ha trovato la corona? No. Non è considerato legittimo Saul, all’inizio. Quando viene accettato come legittimo? Soltanto dopo la prima guerra. È molto bravo nella guerra contro gli Ammoniti e con questa vittoria la gente dice: Eh, quello sì che è il re! Ora la situazione di Davide è molto delicata. Politicamente parlando, ricordate, politicamente parlando. Perché? Perché subito dopo questa vittoria sugli Ammoniti, non vorrei entrare in dettagli, Saul fa una cosa che non piace al profeta Samuele. Posso confessare? Non mi uccidi, don Pino? Il profeta Samuele era anche un politico. A lui non piaceva Saul. Qual era il reato di Saul? Dovevano andare in guerra e prima di andare in guerra bisognerebbe pregare e sacrificare al Dio, no? Chiaro che sì. Allora il nemico è lì, proprio alle mura, Samuele non viene. Saul aspetta, aspetta, se non comincia a lottare va a perdere la guerra. Allora fa lui il sacrificio, la preghiera. Al minuto chi lo fa? Samuele viene: come l’hai fatto? Questo tocca a me, alla chiesa, non a te, eccetera, sei finito come re d’Israele! Un po’ manipolativo Samuele, giusto? Però annuncia che Saul a Dio non piace più e va a scegliere Davide. Una famiglia sconosciuta, un pochino come Saul. Questo, si dice in italiano, Iesse, in ebraico Ishaim, il settimo figlio di Iesse, il più piccolo. Dalla vostra famiglia sarà il nuovo re d’Israele. Iesse: mmmm. Il primo, non lui, il secondo, non lui, il terzo, non lui, e dice molto bravo perché Dio vede non esteriore, vede dentro. Non hai un altro figlio? Sì ma lui è piccolino, è pastore. Chiama lui. Questo è il nostro Davide. E lo unge. Allora pensate la situazione politica di Davide. Appena unto dal profeta Samuele, scelto da Dio per essere il nuovo re d’Israele. Ma c’è un piccolo problema. Qual è il problema? C’è ancora il re Saul. Se non fosse molto intelligente, questo ragazzino, anche molto bello. Sai, capelli rossi… la Bibbia dice molto bello, oggi avrebbero detto fotogenico, telegenico. Poteva andare qui a quel Meeting accanto. Guarda, siete bravi, la preferenza della Bibbia…
Allora Davide sarebbe andato dicendo: io sono il nuovo re, appena unto, avete sentito, il profeta Samuele ha detto a Saul: sei finito… ora si vede l’intelligenza politica di Davide. Non ho ancora la legittimità di essere re perché ho già imparato della storia di Saul. Lui era un unto di Dio e la gente gli ha detto: vaffa… va al tuo paese! Solo quando ha vinto la battaglia. Allora Davide dice: sto zitto, non vado in giro a dire: sono il nuovo re. Poi anche dice: per essere il re legittimo d’Israele quando c’è un re, devo avere la benedizione del re attuale e l’eredità sarà legittima. E David pensa come uno statesman, non come un piccolo politico: devo pensare anche ai miei figli, se io non avrò la benedizione di Saul non sarò legittimo e neanche i miei figli saranno considerati eredi legittimi, bisognerebbe instaurare l’idea che l’erede non deve essere solo scelto da Dio ma anche con la benedizione che lo rende legittimo. Allora dice: devo infilarmi nella casa di Saul così che Saul stesso mi accetti. Allora cosa fa? E questa è la lettura politica. Davide ha molte doti, è molto coraggioso. La battaglia con Golia Davide capisce: se non ho una vincita clamorosa, ho visto questo popolo che Dio non conta, conta la vittoria militare, devo avere una vittoria militare per eventualmente essere accettato come re legittimo. Allora rischia. Ma ho deciso di non far vedere le slide perché… credetemi, va bene? Potete credermi? Quando va al campo di battaglia, sapete qual è la domanda che fa Davide alla gente? Cosa succede se vinco? Cioè, già sta pensando sulle conseguenze politiche della sua vittoria. Cosa succederà se vinco? E loro dicono: ma chiaro! Va bene, ricordate questo. Va e batte Golia, con arguzia, con astuzia, con… come si dice oggi? Armi moderne. E poi si fa invitare alla casa di Saul per cantare per lui, per toccare il lutto. Ma anche fa una cosa per cui cominciamo a vedere che questo Davide ha questo lato oscuro. Una delle figlie di Saul si innamora di Davide, è molto carismatico, come si può non innamorarsi di lui? Sia bello, sia vittorioso, canta, è un marito ideale. Ha un piccolo difetto, che non è innamorato di fatto di Micol, della figlia. Allora lui dice: sì sì. Saul dice: vorrei che tu sposassi mia figlia. Sì, è una ragazza in gamba, una ragazza in gamba sono innamorato. No, dice, expressis verbis: non sarà male sposare la figlia del re. Perché per il suo progetto…
Allora ora è dentro la casa di Saul, suonando il liuto, ha sposato la figlia senza amarla e, di nuovo, anche il figlio di Saul si innamora di Davide. Se vogliamo, prudentemente, la prima storia omoerotica della Bibbia è l’amore di Gionata, il figlio di Saul, per David. Voi direte: perché dire omoerotico? Andate a leggere e poi scrivetemi se non siete d’accordo. Ma mai si dice che Davide amava Gionata, è sempre unilaterale. E Davide allora, la figlia, sua moglie, innamorata di lui, il figlio che ama Davide, dice, più della propria anima, veramente una cosa folle. Per Davide le cose vanno bene, giusto? Nella legittimazione. Però vanno anche troppo bene. La vittoria così clamorosa, il suo carisma così magnetico, anche un piccolo dettaglio nel testo, si dice sì cammina tra la gente. Saul è nascosto nel suo palazzo e Davide invece va al mercato eccetera. Allora diventa una vittoria di Pirro, perché la gente è così entusiasta di Davide che cominciano a cantare: Saul con la sua vittoria ne ha uccisi migliaia (sapete che il Vecchio Testamento è molto violento) invece Davide decine di migliaia. Saul sente questo e cambia. Ora ha capito: questo Davide mascalzone è mio nemico, sta manovrando per diventare il nuovo re in vece di me. E comincia una guerra accanita contro Davide, Davide deve scappare. Un footnote, una nota: voi non ci avete creduto quando ho detto che la figlia Micol era innamorata folle di Davide e anche il figlio. Tutti e due tradiscono il padre, il re. Micol tradisce il padre quando Saul va per uccidere Davide, nella sala matrimoniale lei lo fa scappare, e potete immaginare la reazione del padre. E Gionata, il figlio, fa la stessa cosa, tradisce il proprio padre per la sua lealtà a Davide. Allora Davide ha già ottenuto un primo passo: è molto popolare. Il giorno che verrà accettato come re sarà il re popolare, legittimo punto di vista di Max Weber, però ora sta lottando per la sua vita. Ora arriviamo al primo incidente triste, che voi che so che leggete tutti i vangeli, giusto, conoscete quello di Matteo. Perché in Matteo c’è la storia, il discorso tra Gesù e i farisei: perché lasci i tuoi discepoli raccogliere, strappare le spighe di sabato? È Gesù risponde: lo so che è proibito, però anche il re Davide, scappando da Saul, è entrato nel tabernacolo e ha mangiato del pane sacro che era proibito mangiare, solo i sacerdoti potevano mangiarlo. Allora Gesù dice: vedete? È vero che questa è la legge ma ci sono sempre eccezioni, se non c’è nulla da mangiare si può anche fare. Quella è la versione di Matteo. La versione del libro di Samuele è molto meno laudatoria nei confronti di Davide. Perché cosa fa Davide? Sta scappando e gli manca provvedimenti. Va al tabernacolo, lì c’è il sacerdote principale si chiama, Achiam. E Achiam dice: ma tu sai benissimo che stai fuggendo dal re e che qualcuno che ti aiuta verrà ucciso dal re Saul. Cosa dice Davide, cosa dice il nostro Davide? Non preoccuparti, sono in missione segreta per conto di Saul, allora puoi tranquillamente aiutarmi, anzi, se non mi aiuti Saul si arrabbierà perché sono in missione segreta per conto di Saul. Achiam dice: se è così va bene, potete mangiare anche di quel pane sacro. Era una bugia clamorosa, ma non solo una bugia, va bene, a volte nella vita bisognerebbe. Ha messo in pericolo la vita del sacerdote e della sua famiglia, esattamente quello che è successo. Saul sente che Achiam ha aiutato David e uccide lui e tutta la sua famiglia, 85 persone. E Davide dice: ah sì, sapevo che sarebbe successo questo. Tremendo, vero? Tremendo. Vediamo un lato oscuro di Davide. Andiamo avanti col nostro Netflix perché, vedete, qui c’è già una serie molto migliore di Game of Thrones, e allora Davide è nel deserto e Saul lo fa fuga. E una notte (Netflix, ho detto) Davide e i suoi scoprono dove c’è Saul e vengono nella notte a trovarlo e cosa fa? Per non essere volgare, lo trovano con i pantaloni abbassati. Dicono, quelli di Davide: è un’opportunità, possiamo ucciderlo! Pensate che Davide abbia sfruttato questa possibilità? Assolutamente no. Ho detto astuzia, ho detto arguzia. Lui dice: nessuno può toccare il re di Israele. A questo punto lui odia Saul, Saul sta cercando di amarlo ma Davide sa: bisognerebbe instillare nella gente (pensate, è il primo re d’Israele, non è una tradizione reale) che il re è intoccabile perché se Saul è intoccabile allora anche io sarò intoccabile quando toccherà a me essere re. Allora dice: no. Questo è mondo intelligente: prima creare questa norma, che il re è intoccabile, poi far vedere alla gente com’è misericordioso questo Davide, che ha appena fatto uccidere 85 sacerdoti, che misericordioso, non ha toccato il re. E poi far ridere tutta la gente dietro a Saul, che è stato trovato con i pantaloni abbassati. Molto politico, se ci fossero stati i social network sarebbe diventata virale, questa foto di Saul senza i pantaloni però potete immaginare che cosa è successo. Andiamo avanti e arriviamo alla fine di Saul. Perché Davide, come ho detto, aveva la possibilità di ucciderlo ma non lo ha ucciso. Intanto… no, pensavo di scavalcare ma vorrei dire. Per far vedere questo Davide ad un certo punto sapete cosa fa? Il nemico più grave di Israele, i Filistei, Davide passa a loro, passa al nemico, Davide fa la guerra con loro contro altri. Questo non è poco. Cioè, contestare Saul è una cosa, passare al nemico è un po’ grossolano, direi. Ma lo fa con intelligenza perché facendo con arguzia quando quelli vanno in guerra contro Israele Davide riesce ad astenersi, così che non diranno che faceva la guerra contro il proprio popolo. Però non aveva scrupoli di passare al nemico. Arriva la battaglia finale, a Ghilboa. Voi che andate a visitare la Terra Santa, vale la pena visitare Ghilboa. Perché anche lì c’era Davide e Golia ma ora è l’ultima battaglia di Saul e i nemici vincono e Saul è ferito, colpito. Saul dice al suo aiutante, scudiero? Ho imparato una nuova parola in italiano. Dice: uccidimi. Fa finire, vorrei morire subito perché sto soffrendo e non vorrei cadere nelle mani dei miei nemici vivo. Cosa fa lo scudiero, poverino? Un comando del suo re, un comando del maestro è anche un comando che fa senso, no? Allora gli dà il colpo di grazia. E poi questo miserabile fedele scudiero va da Davide per dirgli quello che è successo. Cosa fa Davide? Cosa pensate che farà Davide? Potete indovinare, no? Come hai usato uccidere il re d’Israele? E subito lo fa fuori. Secondo me ha fatto fuori un innocente, però capite che dal punto di vista politico ha consacrato di nuovo questa idea che il re d’Israele è intoccabile. Ora Davide è il re d’Israele, molto popolare, fa entrare l’arca a Gerusalemme, giocando, tutto mostra che è ancora il Davide eroe, fa due guerre, sempre vincitore, il grande Davide. Ma poi arriviamo alla sua vita personale. Ora sì che voglio farvi vedere, perché… per me è la pagina 54 capitolo 11 del secondo libro di Samuele.
[Cit]: Già vediamo Davide al potere. Prima faceva lui andare davanti l’esercito, ora manda il suo generale e lui sta al suo palazzo. E cosa fa al suo palazzo, quando gli altri fanno la guerra?
[Cit]: Ora bisognerebbe capire alcune cose sottili. Questo Uria era uno degli amici più fedeli a Davide. So che oggi stesso andrete a leggere Samuele, vedrete che non c’era uno più fedele a Davide di questo Uria. Ora, la gente dice: perché doveva bagnarsi, quella? Cioè, cercano di colpevolizzare la donna. No, doveva perché era il bagno di purificazione dopo le mestruazioni, voi non sapete ma questo bagno, che si fa sette giorni dopo la fine delle mestruazioni, fra l’altro quando la donna è proprio feconda, bisognerebbe farlo con acqua viva, o acqua di fiume o acqua di mare, e siccome a Gerusalemme non c’è né mare né fiume, acqua piovana. Allora la gente raccoglie la pioggia dal tetto e fanno questo bagno di purificazione. Non è che lei sia messa lì a tentare Davide, faceva il suo (doveroso) rituale della purificazione dopo le mestruazioni. E non si dice chi c’era sul tetto. Davide era sul tetto, può darsi che fosse anche dentro la sua casa, non si sa. Andiamo avanti.
[Cit]: “a prenderla”. Chiedo alle donne qui: se il re mandò e dice: vengono i servi del re. Il re domanda che tu venga a vederlo, potete dire no?
[Cit]: Qui vedete la sottigliezza dell’autore di Samuele. Cosa significa, perché hanno messo quella frase: “Egli giacque con lei che si era appena purificata dalla sua impurità”? Perché dicono questo? Perché se rimane incinta non possa essere che Davide, perché suo marito sta facendo battaglia altrove. Allora se rimane incinta sarà figlio di Davide.
[Cit]: Ragazzi, lei annuncia a Davide: sono incinta. Il primo mese non si vede nulla. Cosa fa Davide? Mandami Uria. Arriva Uria e Davide fa finta: come va la guerra? Ha bisogno di una scusa. Perché non vai a casa a visitare… volevo dire una parolaccia… a fare l’amore con tua moglie? Perché se lui torna a casa e fa l’amore con sua moglie, nessuno potrà, quando si vedrà che è incinta… è chiaro che è incinta, è tornato Uria suo marito, è rimasta incinta. Figuriamoci.
[Cit]: Che bene! Che misericordioso! Vai a casa!
[Cit]: Qui abbiamo due interpretazioni. La prima che Uria si faceva nobile: come vado io a giocare con mia moglie quando i miei soldati, la gente sotto le tende sta facendo la guerra. L’altra interpretazione (e può darsi che tutte e due abbiano un po’ ragione): lui sospettava. Come mai Davide mi ha chiesto di venire? Non c’è ragione! E perché insiste che vada a casa? Può darsi che abbia sentito che c’era qualcosa… allora dice di no. A questo punto Davide ha un problema, giusto? Vediamo cosa fa Davide.
[Cit]: Anche qui bisognerebbe veramente ammirare l’autore di Samuele. Quella sottigliezza: “faceva ubriacare”. Perché lo faceva ubriacare? Perché sapete, l’alcol ha due effetti, alcuni più desiderosi e senza giudizio, alcuni… Uria è il secondo tipo: anche ubriaco non è andato a casa. A questo punto Davide deve prendere delle misure estreme.
[Cit]: “La mandò per mano di Uria”. Ora vediamo che cosa c’è dentro questa lettera.
[Cit]: Cioè, non soltanto assassino ma dà la lettera di condanna nella mano della vittima! Più vile di questo è difficile, giusto? E ora facciamo il conto: c’è una discussione se con Betsabea fu stupro o no. Non vorrei entrare in questo argomento ma sicuramente ha violato il decimo comandamento: non desiderare la moglie del tuo vicino, ha violato il comandamento contro l’adulterio, ha violato il comandamento non uccidere. Davide è re di Israele, salmista, eroe. Decimo comandamento, settimo (sto facendo la conta sulla Bibbia ebraica, non su quella cattolica), sesto. Desiderare, adulterio e assassinio. Grave, eh? E perché lo fa? Per salvare la pelle. Per salvare la pelle, perché se esce questa storia, guai. Andiamo avanti.
[Cit]: Lui non fa la battaglia e ora brontola su come conducono la guerra. Questo succede quando il generale manda i soldati e sta a casa per spiare donne nude. Andiamo avanti.
[Cit]: Allora, sapendo che Uria è morto, tutto va bene. Sentite, la storia continua ma noi abbiamo solo sei minuti. Allora, se vediamo la vita di Davide dopo, quella è la chiave di lettura, quando so che vado a leggere Samuele. Vedete come Davide riesce a sbarazzarsi di tutti i suoi nemici, lo ha sempre fatto coi suoi servi, come il Padrino, c’è questo tampone fra quelli che uccidono e il re. Non dà mai l’ordine: andate a uccidere, ma fa capire che bisognerebbe farlo. E quando lo fanno: come avete osato fare una cosa tremenda come questa? Molto cinico. E infatti, quella è la fine di Davide, quando morì, quali furono le sue ultime parole: la mia anima do al Signore? No: non dimenticate di andare ad uccidere. Chi? Ioab, il suo servo più fedele, che ha seguito il suo ordine immorale verso Uria. Non era questo che vi sareste aspettati dal re Davide, giusto? Allora rimane, don Pino, la domanda: in questo caso, perché rimane il prediletto di Dio? Perché è il grande re d’Israele? Questa è una domanda seria, vedendo quello che abbiamo studiato oggi. Non si capisce. Io ho una teoria: ci sono due cose per cui rimane Davide il re d’Israele. È un punto di orgoglio di orgoglio, di importanza che Gesù sia discendente di Davide. Sono due. La prima che malgrado tutte queste porcherie che abbiamo studiato oggi, la cosa che hanno fatto tutti gli altri re, tutti, incluso Salomone, e Davide mai non l’ha fatto, è servire altri re. Sempre è stato fedele al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, non è mai stato idolatra, la sua lealtà al Signore è stata impeccabile. E poi, ancora più importante, è una certa maniera, sai, una lettura cristologica, preannuncia quello che succede dopo, la sua penitenza è sincera. I passaggi della penitenza di Davide sono commoventi, si vede che vengono proprio da dentro e questo significa, anche per noi piccoli peccatori, che sempre c’è la possibilità di redenzione. E perciò Davide rimane re d’Israele. Ho due cose che sono rimaste, posso rubare anche quattro minuti, mi concedete cinque minuti in più? La prima cosa. Io diciassette mesi fa ho fatto una conferenza in Polonia, per onorare un sacerdote che è stato mio amico per più di vent’anni. Era su zoom, per il Covid. E mi hanno detto: vorremmo un’altra lezione. E io, nella mia follia: facciamo un patto, se più di dieci di voi si impegneranno a leggere ogni giorno, cominciando con la Genesi e finendo con l’Apocalisse, un capitolo della Bibbia, come lavarsi i denti (ho lavato i denti? Sì. Ho letto il mio capitolo? Sì) io mi impegno a dare una lezione ogni settimana sui precedenti sette capitoli. E sono quaranta persone e domani finiamo il libro di Giuditta, siamo arrivati a quasi metà della Bibbia. Mi domando se qui c’è gente che voglia prendere questo impegno. E don Pino farà la lezione! No, sto scherzando!
La seconda cosa. Io ero così scandalizzato… voi conoscete quasi tutti la famosa canzone di Leonard Cohen “Hallelujah”, giusto? Conoscete? Chi non la conosce! La Bibbia no ma Leonard Cohen sì! Leonard Cohen canta di Davide e Betsabea, soltanto che ha rovesciato i ruoli, Davide è l’innocente, il re perplesso, “The baffled king”, è Betsabea che lo lega alla sedia e taglia i suoi capelli, cioè prendendo Sansone e Dalila. Cioè, un meetoo classico. E Leonard Cohen dà la colpa a Betsabea: è stata lei la tentatrice. Io un pochino scandalizzato di questo ho composto in inglese (qui c’è tradizione non poetica), è la prima volta nella mia vita che io ho composto una poesia, e l’ho fatta suonare e cantare a una giovane cantante polacca. Vediamo il video. Ma attenzione alle parole, quella è la traduzione in italiano ma la traduzione letterale, non poetica.
Video: Quella ultima frase “Il sangue di tuo fratello grida” è di Genesi, quando Caino uccide Abele.
Chi vuole può trovare la canzone su YouTube, basta mettere “Weiler Hallelujah” e viene.
Stefano Alberto: Ogni anno, caro Joseph, ci doni sempre nuovi squarci di umanità, una nuova sorpresa il testo di questa canzone. Ma consentimi, ogni anno nelle vicende storiche anche più crude, nei delitti, in tutta la contraddizione che è l’uomo, con la sua grandezza e la sua miseria, tu illumini una cosa che è proprio comune nel nostro cammino: la fedeltà di Dio a quest’uomo. Non come dovrebbe essere ma così com’è. È questa fedeltà sua che rende possibile l’avventura di ogni giorno, cioè quella di diventare noi stessi. Giussani dice, di aiutarci al destino, di essere compagni al destino. E ne siamo certissimi e gratissimi, Joseph è un grande compagno al destino e per questo lo ringraziamo.