Le culture del burattino

 

‘Chi da bambino non si è divertito assistendo alle avventure e alle baruffe di Fagiolino e Sandrone? Parlare di burattini riporta immediatamente al mondo dell’infanzia e ai suoi ricordi. Eppure c’è chi con i burattini ha messo in scena opere di prosa come “Don Chisciotte” o “Il Castello” di Kafka. “Otello Sarzi, figlio e nipote di burattinai” scrive Fulvio De Nigris sulla rivista “Burattini”, “è senz’altro la figura che in Emilia-Romagna ha tentato una sperimentazione che disancorasse i burattini da una visione di teatro esclusivamente per l’infanzia. Il ricondurre il pupazzo a una dimensione adulta sembra essere stato uno dei suoi obiettivi principali, senza disdegnare un’attenzione particolare per il teatro per ragazzi.” L’esposizione riminese ci fa conoscere in modo ravvicinato il lavoro svolto in 30 anni da un personaggio che viene considerato un “grande vecchio”, non solo del teatro di figura, ma del teatro tout court. Al Meeting, Otello Sarzi ha portato una mostra che raccoglie circa 250 burattini (l’intera collezione è di 3000 pezzi, senza contare quelli che sono andati distrutti negli anni), provenienti dai più importanti allestimenti realizzati dal T.S.B.M. (Teatro il Setaccio Burattini-Marionette) per il teatro e la televisione. La mostra è arricchita da un ampio repertorio fotografico e dalla presenza di alcuni animatori che, nella tradizionale “baracca”, faranno rivivere i burattini e le loro storie. Le radici dell’arte di Otello Sarzi affondano nel secolo scorso, quando nel 1862 a San Giorgio in Frassine, nel Mantovano, il nonno Antonio cominciò a girare la campagna con un carro, un asino e i burattini. I teatri dove hanno luogo le rappresentazioni sono i cortili, le osterie e le stalle; i burattini sono ancora rudimentali; le storie raccontate altro non sono che la riedizione di canovacci preesistenti. Il mestiere viene continuato da Francesco, il padre di Otello, che contribuisce in modo determinante alla creazione di nuovi testi per le commedie di burattini. Nel 1952 il continuatore della tradizione della famiglia Sarzi diventa Otello. Un anno dopo, a Roma, fonda il T.S.B.M. Rimane a Roma per circa 16 anni, durante i quali la sua preoccupazione principale è quella di recuperare lo specifico linguaggio teatrale dei burattini. Nel 1969 il T.S.B.M. si trasferisce a Reggio Emilia dove tuttora opera. Sono molti i giovani che in questi anni sono andati dal maestro burattinaio per imparare a fare teatro per ragazzi. Molti dei gruppi teatrali emersi in Emilia Romagna negli ultimi 10 anni si sono confrontati con l’esperienza e l’insegnamento di Otello Sarzi. Se questo è potuto accadere, ciò dipende dalla capacità di Sarzi di unire la fedeltà alla tradizione con l’apertura alle nuove tendenze dello spettacolo contemporaneo.’

Data

24 Agosto 1985 - 31 Agosto 1985

Edizione

1985
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting