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L’arte russa non ufficiale
‘Il museo d’arte moderna di New York, l’istituto delle Arti Contemporanee di Londra, i musei di Grenoble, Tours e Laval, il Palazzo dei Congressi di Parigi, la Galleria Chirico di Roma, Copenhague, Berlino, Los Angeles, Firenze, Amsterdam e Lugano…: è questo l’elenco, non esauriente, delle città dove i pittori russi non conformisti hanno esposto. Per quanto riguarda la Russia, invece, questi pittori possono esporre le loro opere solo in casa propria o in quella di amici. Tutti i tentativi di esposizione di opere non ufficiali sono finiti, a Mosca, con la chiusura quasi immediata: nel 1967, la mostra è durata solo due ore, nel 1969 quarantacinque minuti, nel 1971 fu chiusa 15 minuti dopo l’apertura. Nell’autunno del 1974, si prospettò una schiarita: il 15 settembre, i pittori ottennero di portare le loro opere in un terreno aperto nella periferia di Mosca, ma le autorità li attesero con bulldozer, idranti ed agenti del KGB travestiti da operai. L’esposizione fu dispersa, alcuni quadri bruciati, altri danneggiati. Cinque maestri furono arrestati. Spaventate per la reazione della pressione internazionale, le autorità sovietiche furono costrette ad organizzare la prima esposizione libera di pittura non ufficiale, che si tenne nel parco Izmailovo il 29 settembre 1974. Tre mesi più tardi, cinquanta pittori non conformisti ricevettero l’autorizzazione di esporre a Leningrado e, qualche giorno prima, i più celebri in Occidente poterono esporre le loro opere a Mosca. Ma, a seguito dell’esposizione del 29 settembre, tre pittori furono messi in istituti psichiatrici, altri due arruolati in anticipo, altri cinque ebbero il privilegio, tutto speciale, di essere fatti oggetto, a suon di bastonate, delle migliori attenzioni della polizia. Vogliamo spendere qualche parola su ciò che si intende in Russia col termine “non conformista”. L’arte dei pittori sovietici è intimamente legata ad antichissime tradizioni di pittura religiosa e d’arte popolare. L’avanguardia degli anni ’20, Malevitch, Chagall, Kandinsky, Tatline, Popova, Gabo, Lissitzky, ecc. – che ha profondamente modificato l’arte occidentale – ha ugualmente influenzato i pittori sovietici non ufficiali che, ai giorni nostri, costituiscono il centro della vita artistica in Russia. Noi vorremmo che l’amatore d’arte occidentale guardasse i valori autentici e la qualità delle opere esposte, senza riferirsi costantemente al carattere “illegale” ed alle “persecuzioni” che, malauguratamente, fanno parte del destino della nostra patria. In Russia, la pittura non ufficiale chiede di non essere qualificata come “avanguardia”. La situazione è talmente particolare, che i criteri europei difficilmente sono adeguati all’arte contemporanea russa. I problemi risolti in Occidente senza difficoltà, diventano in Russia oggetto di una “questione permanente”. Il fantastico e il surreale della vita quotidiana formano in Unione Sovietica la trama non immaginaria della maggior parte dei quadri. E la facilità d’espressione dei pittori e disegnatori, è tanto più straordinaria quanto più i problemi sono dolorosi. Siamo persuasi che l’amatore d’arte italiano saprà tener conto della distanza che esiste tra due differenti concezioni artistiche, e che troverà in sé quella comprensione e quel calore che sono indispensabili all’approccio all’arte russa non ufficiale.’