Chi siamo
L’alba dell’uomo. L’uomo prima non c’era e adesso c’è
L’uomo, prima non c’era e adesso c’è. E’ un dato di fatto per ciascuno di noi, ed è vero anche per la specie umana nel suo insieme. L’uomo non esiste da sempre, ha fatto il suo ingresso nel mondo in un certo tempo, relativamente recente, e in un certo ambiente. A quando risale la presenza dell’uomo sulla Terra? Quali forme l’hanno preceduta o preparata? Di che tipo è “l’argilla” di cui siamo fatti? Quali segni possiamo rintracciare del nostro passato primordiale? La mostra “L’alba dell’uomo”, realizzata da Euresis, intende presentare i fatti e le evidenze sperimentali che l’indagine scientifica ha messo in luce nel tentativo di ricostruire qualche passaggio della prodigiosa vicenda storica che ha accompagnato l’emergere dell’uomo sulla scena del mondo.
Nell’affrontare il problema della comparsa dell’uomo si pone in modo inevitabile la domanda: chi è l’uomo? Che cosa lo caratterizza e lo distingue dal resto della natura? Tra la specie umana e il mondo animale vi è una certa continuità biologica, anche se vi sono novità fondamentali sul piano fisiologico, come lo sviluppo cerebrale (sia quantitativo sia qualitativo) o il bipedismo. Ma certamente non è tutto qui: l’essere umano non si riduce alla sua realtà biologica né all’evoluzione che l’ha resa possibile. Ad essa si accompagna un elemento di natura diversa: ogni singolo uomo è libertà e autocoscienza. L’uomo è il livello della natura in cui la natura diventa cosciente di sé: è questo il tratto distintivo dell’essere umano, ancor più profondamente di quanto non lo sia la sua forma anatomica. Così, dal percorso della mostra apparirà chiaro come lo studio della comparsa dell’uomo non riguardi solo l’analisi delle sue caratteristiche fisiche (pure elemento cruciale), ma anche la ricerca di indizi che possano più direttamente testimoniare l’emergere dell’autocoscienza umana. L’uomo inaugura una percezione della natura e di se stesso senza precedenti: egli percepisce la realtà come segno e la manipola secondo un ordine e uno scopo. I paleo-antropologi cercano di scovare e interpretare indizi di una capacità progettuale, e di una capacità simbolica, attraverso frammenti e reperti (l’industria litica, le prime sepolture, gli albori dell’arte rupestre) spesso difficili da decifrare.
La mostra non intende certo risolvere il problema della individuazione di “come e quando” la soglia umana sia stata varcata, un problema forse destinato a rimanere aperto per sempre: Teilhard de Chardin ha scritto che l’uomo fa il suo ingresso nel mondo in punta di piedi, ma quando lo vediamo è già una folla. Scopo principale della mostra è piuttosto mettere in luce i fatti e gli elementi principali del problema. Toccheremo con mano i successi e anche le enormi difficoltà in cui si imbattono i paleo-antropologi nel ricostruire quella trama che negli ultimi quattro milioni di anni ha visto succedersi diverse forme di ominidi, dagli Australopiteci fino all’Homo Sapiens. Attraverso un percorso interdisciplinare, la mostra illustra i diversi fattori che hanno accompagnato la sofferta vicenda dell’umanità primitiva, dai drastici cambiamenti climatici alla conquista di risorse alimentari, dall’organizzazione del territorio alle migrazioni. La comparsa dell’uomo rappresenta il gran colpo di scena di un dramma che affonda le sue radici nelle profondità della storia del nostro pianeta e dell’intero universo. Tanto è sottile questa trama, da indurre diversi studiosi a ritenere che si tratti di una vicenda unica nel cosmo intero.