La terra dove è nata la velocità. La Motor Valley

Enea Bastianini, Pilota Team Gresini MotoGp; Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna; Gian Carlo Minardi, Presidente dell’Autodromo di Imola, Presidente Commissione Velocità Acisport. Introduce Federico Aliverti, Direttore Rivista Motociclismo e commentatore Sky.

L’Emilia Romagna – terra di passione, e di uomini appassionati – continua a regalare emozioni e magnifici risultati sportivi anche dal punto di vista dell’innovazione, della bellezza, e di una cultura imprenditoriale e umana dell’eccellenza nel campo dei motori.

Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo, APT Regione Emilia-Romagna, Italian Exhibition Group, Automobile Club d’Italia.

LA TERRA DOVE È NATA LA VELOCITÀ. LA MOTOR VALLEY

Federico Aliverti: Buonasera, buonasera a tutti, grazie per essere così numerosi e così calorosi in questo auditorium, sono sicuro che saranno in tanti anche che ci stanno seguendo in streaming. Il tema di questo incontro è la Motor Valley, cioè la terra dove è nata la velocità. Perché diciamo così, perché per chi non lo sapesse la Motor Valley è quel territorio straordinario capace di concentrare in sé, lungo la sua spina dorsale che è la via Emilia, delle eccellenze assolute dell’automotive, che siano industrie, che siano persone, noi abbiamo tantissimi campioni del mondo, uno dei quali è qua alla mia destra, che dopo vi presenterò, anche se non ha bisogno di presentazioni. Dicevamo una terra di eccellenze straordinarie con la Ducati, la Ferrari, queste sette aziende davvero conosciute in tutto il mondo, gli autodromi, ha quattro autodromi importantissimi, Imola, Misano, ma anche Varano de’ Melegari, ma anche Modena, e poi ci sono tantissimi musei, addirittura ventuno collezioni. È veramente una terra magica, una terra speciale, sono contento di parlarne durante questo incontro, con Enea Bastianini, pilota del team Gresini moto GP che corre con lui, di Rimini.

 

Enea Bastianini: Buonasera a tutti.

 

Federico Aliverti: Il tuo saluto vale più di mille mie parole, e quindi un emblema Enea, pilota di Rimini, su moto di Bologna, un emblema nel mondo, anche perché lui poi peraltro vince, delle eccellenze Ducati. C’è con noi il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e poi Giancarlo Minardi Presidente dell’autodromo di Imola e Presidente di ACI Ravenna. Io pensavo di aprire con un filmato di oltre vent’anni fa che ci ha portato Enea quest’oggi e che secondo me più di mille parole fa capire che cos’è la Motor Valley. Cioè quando tutti noi a due anni andavamo portati col passeggino dai nostri genitori e i più intrepidi saltavano su una bicicletta con le rotelle, questo ragazzo in questa terra magica faceva queste cose che la regia dovrebbe adesso mandare in onda. (video)

“Bravissimo sei un campione”, le mamme ci prendono sempre, raccontaci Enea da quando avevi appena compiuto tre anni fino adesso che ne hai 24 e sei pilota ufficiale moto GP, che cosa è successo.

 

Enea Bastianini: Sì esatto, sembra strano ma son passati ventun anni, perché ho iniziato a tre anni e tre mesi con la mini moto, è stato sicuramente un percorso molto complicato, specialmente quando sono passato poi alle ruote alte che servivano potenzialità economiche e quindi era molto importante mostrare al meglio il proprio talento, e devo dire grazie alla Red Bull Rookies cup quella volta per avermi dato la possibilità di competere ad armi pari con altri piloti, ma soprattutto a Fausto Gresini con cui ho esordito nel mondiale moto tre nel 2014 che anche se non c’è lo voglio salutare, è una persona a cui mi sono legato tantissimo dopo è andata avanti, abbiamo litigato nel 2016, fatto sta che poi ho cambiato squadra nel 2017, però poi siamo tornati con un rapporto migliore di prima, e nel 2020 quando ho vinto il mondiale era, dopo di me, penso la persona più felice del mondo, e oggi poter correre per il suo team nuovamente è qualcosa di unico, nonostante la sua mancanza comunque sia, riusciamo a esprimere sempre il massimo a ogni Gran Premio e le persone che lavorano lì dentro sono incredibili.

 

Federico Aliverti: Benissimo Enea. Stefano se questa terra, questo territorio riesce a valorizzare l’industria, ma anche i piloti e gli sportivi in questo modo, è una fucina unica al mondo, il merito sicuramente è anche di una politica che lavora bene, una politica coesa. Io volevo che tu ci raccontassi la Motor Valley in numeri, che cos’è la Motor Valley, che cosa rappresenta per la Regione Emilia Romagna.

 

Stefano Bonaccini: Intanto è una terra particolare, i nomi e i simboli fanno la storia, questa è l’unica regione al mondo che ha il nome di una strada e già questo probabilmente dice qualcosa di una regione abituata con gli arrivi, le partenze, i tragitti. È una regione che prende il nome dalla millenaria via Emilia, ma la via Emilia dove comincia? qui a Rimini, e quindi in Romagna. E già lì c’è un tratto, io credo, per quella che oggi obiettivamente è la Motor Valley o una delle poche Motor Valley mondiali. Una terra che ad esempio, da quando abbiamo riportato il Gran Premio in calendario ad Imola, e dopo dirà Gian Carlo molto meglio di me avendone anche lui una parte importante in questo successo, siamo una delle poche regioni, non so se l’unica o poche altre al mondo, che ospita nello stesso anno su due circuiti diversi, quello di Imola e quello di Misano Adriatico, il mondiale Superbike, il moto GP mondiale, tra l’altro domenica prossima, domenica 4 settembre, e il ritorno del Gran Premio di Formula Uno. Motor Valley è diventato persino, dopo l’Expo di Milano nel 2015, l’abbiamo fatto diventare un brand turistico, insieme alla food Valley e alla wellness Valley, perché quando io giro il mondo, e lo giriamo tanto per i rapporti che ha l’Emilia Romagna col mondo non dico che vengo da Campogalliano o da Modena, ma mi basta dire Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini, Dallara, potevamo dire Minardi, e tutti capiscono da che parte del mondo vengo. Sono queste grandi imprese che da sole valgono la Motor Valley, ma sarebbero poco se dietro non ci fossero oltre 16.000 piccolissime, piccole e medie imprese, quasi tutte artigiane, che sono il cuore di una terra che attraverso quelle imprese, il diretto e l’indotto, dà lavoro a 90.000 persone. Ci sono piccole imprese che, nella componentistica ad esempio, Gian Carlo lo sa, fanno cose che nel mondo nessun altro riesce a realizzare. È una terra che ha 29 tra collezioni private e musei pubblici, e quindi una terra che dal punto di vista anche solo della visibilità di ciò che propone, che ha saputo costruire, è qualcosa di incredibile, per questo il brand turistico. Arrivano tantissime persone ogni anno che vogliono vedere o le gare o le manifestazioni o provare l’ebbrezza nei quattro circuiti dell’utilizzo anche di una moto o di una automobile. È una terra che mette insieme appunto tutte queste cose, queste eccellenze, anche perché la meccanica, la meccatronica e i motori sono la prima voce dell’export dell’Emilia Romagna, da soli valgono quasi due terzi di un export che in Italia è nettamente il primo. Lo scorso anno come export in Italia l’Emilia Romagna ha fatto sì che ogni emiliano romagnolo, se dividiamo la quota totale per quella pro capite, ha esportato a testa 16.300 €, la media italiana è 8007, quasi la metà. Al surplus commerciale italiano, cioè la differenza tra export e import, l’Italia ha fatto più 44 miliardi l’anno scorso, il contributo di una regione che ha il sette e mezzo per cento della popolazione italiana, è stato di 30 miliardi, cioè due terzi. E la meccanica, la meccatronica e i motori sono la parte preponderante. È per questo, e chiudo, che noi abbiamo il dovere di stare a fianco da un lato delle nostre imprese, a cui non va insegnato il lavoro, lo spiegano loro a noi, ma che hanno bisogno di sostegni nel campo della ricerca, della formazione, dell’innovazione, della digitalizzazione, e soprattutto perché attraverso quella storia, questa esperienza, portandola nel futuro noi ne abbiamo ricavato anche, lo dico nella terra prima per turismo, tra le prime al mondo per turismo, anche un’importante innovazione. Dò un ultimo dato, il Gran Premio di Imola costa 25 milioni di euro, noi ne mettiamo 5, gli altri il Governo, tra l’altro si chiama del made in Italy anche proprio per questo, perché abbiamo coinvolto il Governo, e dell’Emilia Romagna, interviene l’Aci, interviene il Codami a Imola, l’indotto è stato 230 milioni di euro, già da questa cifra si capisce l’importanza per la nostra terra di sostenere e avere queste manifestazioni, questa storia, questi investimenti, questa produzione. Certo poi se ti mancano i campioni come Enea sei più debole, abbiamo la fortuna di avere anche tanti campioni o tanti costruttori o tanti ingegneri o tanti meccanici. Peraltro lui fa parte di una tradizione romagnola nei piloti che è una tradizione straordinaria, per cui grazie Enea per quello che fai, per quello che sai fare, grazie a tutti quelli come Enea che ci danno una mano a far vivere l’Emilia Romagna nel mondo.

 

Federico Aliverti: Come ci diceva il Presidente Bonaccini l’importanza dell’indotto che genera la Motor Valley è dato, nella fattispecie della Formula Uno, dal circuito di Imola del quale Gian Carlo Minardi è Presidente e che sicuramente avrà avuto un ruolo importante nel riportare nelle nostre terre un appuntamento così importante. Ci metto anche, io che per lavoro ho avuto la fortuna di girare tutte le piste del mondo, che quella pista ha qualcosa di magico in sé, oltre alla sua storia, il fatto che segua proprio la morfologia del territorio e non è disegnata al computer, per me quelle piste lì, ma poi lascerò a Enea la parola su questo tema, sono un po’ più aride. Prego Gian Carlo.

 

Gian Carlo Minardi: Innanzitutto devo ammettere che qui c’è stata una grande lungimiranza da parte in modo particolare della Regione Emilia Romagna e di Stefano perché noi siamo riusciti a riportare a Imola, in un momento direi impossibile, grazie o purtroppo per la pandemia, e abbiamo fatto due gran premi senza pubblico. Un rischio enorme che lui in primis si è assunto e che ha coinvolto devo dire tutta la politica italiana, perché siamo arrivati ad aprire col pubblico, col made in Italy e con uno spettacolo che onestamente sulla carta non ci aspettavamo perché abbiamo passato i 130.000 spettatori. Questo è stato una visione a mio parere impressionante e che darà dei grossi risultati a lungo termine, in modo particolare un Gran Premio in Romagna, in Emilia Romagna, perché copre, come diceva Stefano prima, un’ampia gamma di attività che vanno dal food all’automotive, come ha detto lui non c’è bisogno di sottolinearlo. Se vado a fare un certo tipo di lavoro competitivo e sportivo, devi venire o in Emilia Romagna o vai in Inghilterra, non c’è una via di mezzo. E quindi credo che sia stata una scelta che darà dei grossissimi risultati e il merito va, devo dire, in primis o lui, non perché è qui lo dico, l’ho sempre detto anche in altre interviste, adesso dobbiamo essere bravi a mantenere anche per i prossimi anni per fare quel salto di qualità che ci permetterà di raggiungere ulteriori obiettivi. Prima Stefano ha detto 230 milioni di indotto, abbiamo fatto fare uno studio che non è ancora terminato, ma mi hanno autorizzato ad anticipare alcune cifre, forse abbiamo superato i 270 milioni, di cui 80 direttamente nel territorio, cioè 80 nel territorio attorno a Imola, e stiamo toccando con mano, con visite giornaliere, un risveglio del pubblico e dei turisti che vengono appositamente per fare vedere e un giro a Imola. Questo nei prossimi due o tre anni abbiamo, come ha detto lui prima quando è in giro per il mondo dice Ferrari e Maserati, io quando sono in giro dico Imola, io sono di Faenza, sono a 14 km da Imola, dico Imola e tutto il mondo sa di che cosa stiamo parlando. Quindi siamo davanti a un evento, dove ci vuole anche un po’ di fortuna, devo dire che io ho trovato un impianto fantastico quando sono arrivato 18 mesi fa a dirigere l’autodromo di Imola, per cui come impianto non siamo secondi a nessuno, anzi il più bel complimento ma l’ha fatto Gerhard Berger un mese fa quando m’ha detto: “Ho fatto un giro per il circuito, ho trovato un impianto migliore di quando correvo io”, e stiamo parlando di trent’anni fa. Per cui questo vuol dire tanto, vuol dire che sono stati fatti i lavori e mantenuto l’impianto al passo coi tempi soprattutto per la sicurezza. Adesso dobbiamo lavorare per ampliare quello che lui ha già detto, siamo i primi in Italia forse non solo come turismo, e noi saremo un grosso …a tu… per questo.

 

Federico Aliverti: Enea, fra il ragazzino di tre anni che faceva credo la prima caduta della propria carriera e quello che guiderà dall’anno prossimo la Ducati, ufficialissima al 100% perché hai già firmato il contratto, insomma la tua carriera a un certo punto incontra un bivio, perché tu che sei un super atleta, eri anche fortissimo nei tuffi, e a un certo punto stavi per tradire la moto e i motori per una carriera completamente diversa. Raccontaci un po’ questa storia, quanto questa terra intrisa di benzina più che di tuffi, ha contribuito a riportarti, a me verrebbe da dire, sulla retta via, ma è una mia passione quindi sono di parte.

 

Enea Bastianini: Sono di parte anch’io, perché sì io facevo tuffi, mi piaceva moltissimo, fatto sta che sono andato a fare i campionati italiani, gli europei, sono andato al Coni, comunque sia facevamo i collegiali, era diventata un’altra grossa passione. Però quando è arrivato il bivio di dover scegliere non ho mai avuto dubbi, m’è sempre battuto molto più forte il cuore per le moto che per i tuffi, nonostante che comunque fosse uno sport che mi serviva tanto, perché m’ha reso elastico cosa non da poco, è brutto da dire ma mi ha insegnato anche a cadere, perché quando sei piccolo quando cadi con la moto rischi anche di farti male, perché non sai bene o male quello che devi fare, invece i tuffi m’hanno insegnato tanto. E come hai detto te l’Emilia Romagna è impregnata di benzina.

 

Federico Aliverti: Senti ma questa elasticità, che ti deriva anche dai tuffi e secondo me anche da delle doti naturali, a me, quando sei in sella, ricorda anche un altro campionissimo, cioè Marc Marquez, che ha quella plasticità, quella capacità di fare coi recuperi, con il gomito, che solleva la moto, quelle cose che solo pochissimi nella storia del motociclismo hanno fatto e tu sei fra questi. Ha contribuito nella tua formazione anche questo percorso, è vero quello che si nota, cioè che il tuffo in qualche modo si rivede anche quando guidi la moto?

 

Enea Bastianini: Sì sì, ha contribuito moltissimo, perché quando sei sciolto e riesci a guidare pulito è come una danza, sembra strano ma è qualcosa di simile, e credo che alcuni piloti che magari hanno limiti fisici proprio in sé, che magari non sono elastici, fanno più fatica a guidare la moto, nel senso che sono meno rilassati. Quindi credo che abbia contribuito anche questo. Dopo aver fatto tuffi ho iniziato a fare ginnastica artistica, ancora oggi mi piace, vado in palestra a fare allenamenti di funzionale, anche di sollevamento pesi, ma è una roba che si fa più durante l’inverno, perché serve anche la potenza in sé, però andare in palestra mi è rimasto.

 

Federico Aliverti: A questo proposito è vero che tu usi pochissimo la moto in allenamento e invece ti concentri tanto tanto tanto solo sul fisico?

 

Enea Bastianini: Sì, io non sono mai stato un grande fan dell’allenamento in sé in moto perché, soprattutto adesso che abbiamo veramente tantissime gare durante l’anno, credo sia meglio tenere le energie e spenderle bene quando si è in gara, mentre invece durante l’inverno cerco di stare sopra la moto e fare qualcosa di diverso come il motocross, che è una disciplina a sé, però credo che mi dia dei benefici.

 

Federico Aliverti: Allora non ti chiedo se ti piace la moto elettrica, anche se Ducati l’ha appena presentata, ma lo chiedo al Presidente Bonaccini. Questo processo di elettrificazione inevitabile sicuramente nelle auto ma io credo anche nelle moto, come può impattare su una regione, su un territorio, la Motor Valley, che è un’eccellenza assoluta e ha decenni e decenni di know how fatto tutto di bielle, pistoni e marmitte, non si rischia di azzerarlo, cioè come la politica affronterà questo cambio di paradigma?

 

Stefano Bonaccini: Io non sono tanto preoccupato per le grandi imprese che abbiamo elencato, perché la Ferrari, la Maserati, la Dallara, la Lamborghini, ma la stessa Ducati, hanno i mezzi, le risorse economiche, le risorse umane per affrontare quella sfida, io credo persino anticipandola, perché stanno già presentando progetti, proposte. Io ho firmato con John Elkann e il ministro Giorgetti, che ho salutato prima in un’altra sala del Meeting, pochi mesi fa in Ferrari un protocollo e un finanziamento per investire su tutto quello che è il futuro sostenibile anche di quell’azienda, ma così stanno facendo tutte le altre case. Citavi la Ducati, tra l’altro Claudio Domenicali, Amministratore Delegato della Ducati, è il Presidente del Brand Motor Valley. Prima di lui c’era Stefano Domenicali, Presidente del Brand Motor Valley, quindi a proposito di talenti, di persone che nate in questa terra stanno dando una mano a renderla celebre. Io sono più preoccupato per quella filiera dicevamo di quelle migliaia di piccole imprese, che soprattutto sono nate sulla componentistica per i motori tradizionali, e che se non aiutate ad accompagnare la trasformazione che verrà, rischiano davvero di perdere un patrimonio anche di capitale umano e di lavoro. Ecco perché noi dobbiamo accompagnare la transizione ecologica, che è necessaria, quello che abbiamo visto accadere nel mondo, dalla Marmolada poche settimane fa, quello sbriciolamento di un ghiacciaio, ai danni drammatici delle alluvioni o della siccità negli stessi luoghi che si alternano ogni tot mesi, è perché il globo si surriscalda e si surriscalda perché si inquina ancora troppo. Quindi questo è un processo inevitabile se vogliamo salvare il pianeta, però dobbiamo evitare di contrapporre il lavoro all’ambiente e fare le cose in maniera adeguata. In Europa, come avrà visto, avrà letto, c’è stato quell’emendamento chiamato emendamento Motor Valley, pensando davvero in particolare a noi, a questa terra, perché per quelle imprese che producono alcune migliaia, non troppe, di auto o di moto di quel tipo, c’è un emendamento che prevede dei tempi più lunghi. Però dovremo accompagnare tutto questo con l’attenzione, l’intelligenza e l’equilibrio che serve a farlo. Chiudo su una cosa, il tema sarà quello, e sarà quello della formazione dei talenti che progettano, che producono, perché questa è la nostra forza, il capitale umano che ha l’Emilia Romagna chi c’è l’ha? Quando facemmo l’accordo col Governo di allora nel 2016, c’era il Governo Renzi e con lui con Stephan Winkelmann, che è tornato dopo Stefano Domenicali a fare l’Amministratore Delegato della Lamborghini, e il sottoscritto per la regione, la Lamborghini doveva produrre Urus il primo suv che dal 4 dicembre 2017 è sui mercati mondiali, lo doveva produrre a Bratislava in Slovacchia perché il costo del lavoro era più basso. Noi abbiamo messo una ventina di milioni di euro di fondi europei, visto che non puoi dare soldi a pioggia perché è giustamente un reato, li abbiamo divisi sulla formazione dei dipendenti e sulla ricerca dei materiali, affinché dopo Urus ci sia qualche altra auto, e sono rimasti qui, e quindi hanno raddoppiato gli stabilimenti, mille nuovi assunti in questi anni, perché poi si sono resi conto anche loro che il capitale umano che si trova in Emilia Romagna non lo trovi in altre parti del mondo. Noi cinque anni fa però per adeguarci alla bisogna, abbiamo chiamato i quattro rettori delle quattro università dell’Emilia Romagna, mettere d’accordo quattro rettori mi creda si perdono dieci anni di vita, poi abbiamo chiamato le dieci aziende che hanno quei nomi che ha descritto lei, e insieme abbiamo fatto nascere Motorvehicle University of Emilia Romagna, è l’unica università al mondo, si tiene qui nella nostra terra, che ha otto corsi di laurea biennale in inglese e ogni anno arrivano iscritti centinaia di studenti di ingegneria da altre parti del mondo, vengono qui, prendono il master, uno dei due filoni è sull’elettrico, perché guardiamo al futuro. E quindi noi immaginiamo che questi talenti, che mi creda trovano lavoro prima di laurearsi non dopo, perché ovviamente vi è una richiesta incredibile, vogliamo fare le cose per bene anche per rispondere a quella preoccupazione legittima che abbiamo anche noi che lei indicava, per cercare di tenere insieme l’opportunità delle nostre imprese, di non perderle, di aiutarle ad accompagnarle nella trasformazione proprio per tenere alta la bandiera della Motor Valley. E guarda caso il Presidente di quella Università nuova, che esiste solo qui, si chiama Andrea Pontremoli ed è l’Amministratore Delegato della Dallara automobili.

 

Federico Aliverti: Gian Carlo, con te voglio riallacciarmi al titolo di questo Meeting “una passione per l’uomo”, tu che hai una formazione tecnica e che hai visto crescere da un foglio bianco le più grandi meraviglie meccaniche, le più grandi macchine da Formula Uno, hai conosciuto anche le persone che queste macchine le hanno costruite, le hanno progettate, le hanno pensate, le hanno disegnate e anche le hanno guidate, i piloti, e come sono queste persone?

 

Gian Carlo Minardi: Io ho avuto la fortuna di creare una famiglia, un po’ come il team Gresini, io conoscevo molto bene Fausto, una famiglia che allora quando è nata la Minardi e crescendo è arrivata fin a 130 addetti ai lavori, oggi l’Alpha Tauri che è la continuazione, per fortuna ancora su Faenza, di quell’azienda, sono 500 personaggi con 250 ingegneri, per dirti l’evoluzione di questi ultimi due decenni che ha avuto la Formula Uno. Io mi basavo molto sul contatto umano con le persone, il nostro è un lavoro bellissimo ma ci vuole tanta passione perché devi dedicare molto tempo, anche del tempo libero, quindi in qualche caso sacrificare gli affetti, la famiglia e così via. Ho avuto la fortuna di individuare sia tanti piloti, che poi hanno fatto grande il nome dell’Italia e non solo dell’Italia nel mondo dell’automobilismo mondiale, ma anche tanti ingegneri Aldo Corte è nato in Minardi, Gabriele Tredozi è nato in Minardi, Simone Resta è nato in Minardi, poi ce ne sono altre decine che ancora oggi sono in vari team, non solo italiani, a portare avanti quello che hanno imparato a Minardi. Ho detto prima che per fortuna mia è rimasto a Faenza, quindi non ho rimpianti di aver lasciato la Formula uno, sono in ottimi rapporti con Alpha Tauri ed è una realtà tecnicamente molto valida. Io ho fatto in passato quello che Stefano ha fatto recentemente mettendo insieme l’Università, io in modo particolare ho collaborato sempre fin dai miei inizi con Bologna e avevo la fortuna di conoscere due o tre ingegneri, Rettori, che poi mi giravano per fare delle tesi, oppure addirittura chi aveva ottenuto i migliori risultati con la tesi che avevano presentato. E lì sono nate tante collaborazioni che poi sono diventati dipendenti fissi. Quindi è bello, come hai detto tu, vedere nascere una vettura, i primi tempi su un tecnigrafo, quindi su un foglio bianco, oggi su un computer, per cui è stata un’esperienza stupenda che mi ha gratificato, che mi ha insegnato tanto nella vita. E quindi speriamo che questo mondo, che sta andando verso l’elettrico trovi, e in questi giorni stanno trovando la soluzione di fare un motore degli anni 25 in avanti che comprende un po’ tutto, compreso una grossa ricerca che parte già dal prossimo anno sulle benzine chimiche, e quindi di rendere ancora già nel prossimo anno meno inquinanti le vetture, per arrivare addirittura nel 2026 a usare benzina esclusivamente di origine chimica.

 

Federico Aliverti: Enea, un’altra particolarità della tua carriera, della tua straordinaria carriera che ti vede pilota ufficiale, che ti vede già campione del mondo della moto due, è che tu, a differenza di tutti i piloti italiani molto veloci, molto promettenti, molto bravi, sei abbastanza distante dall’orbita di Valentino Rossi, che è qui alle porte dell’Emilia Romagna appena fuori, con il suo ranch, e che ha allevato, spinto, e coccolato alle volte tanti piloti che si sono affermati, si stanno affermando in moto GP. Il tuo percorso invece corre in parallelo, è un percorso evidentemente che sta dando degli ottimi risultati, ma io volevo capire anche il perché di questa scelta e i motivi di questa scelta.

 

Enea Bastianini: Io fin da subito, dai miei inizi, dalla moto tre ho intrapreso un percorso diverso, loro hanno fatto subito una squadra, qualcosa di unico perché comunque sia credo che quello che ha fatto VR per alcuni piloti sia unico, però io sono arrivato in moto tre che già pensavo di poter far tutto da solo, nel senso ero un po’ testardo, specialmente quando ero un po’ più piccolo, quindi quando c’è stata la proposta, perché comunque c’è stata una proposta di Valentino per andare nel suo team, ho preferito rimanere con Fausto, con Gresini in moto tre, e intraprendere la mia strada, perché conoscendomi sapevo che era la cosa giusta da fare. Io sono uno che odia un po’ le cose di gruppo, essere obbligato a fare qualcosa, altri piloti invece lo ritengono la soluzione giusta, e quindi io ho deciso di continuare da solo, con magari dei miei amici, senza l’obbligo di dover fare qualcosa forzatamente. Quindi è stata una scelta difficile perché comunque andare avanti non è stato facile, però credo che col senno di poi penso di aver fatto la cosa giusta.

 

Federico Aliverti: E come vivi in questo momento un passaggio complicato, credo stressante della tua carriera, cioè i tuoi risultati probabilmente hanno spiazzato anche i vertici, il Claudio Domenicali di cui si parlava prima della Ducati, e li hanno indotti a fare una mezza retromarcia con un altro pilota Jorge Martin che forse era già stato destinato, definito nel team ufficiale. Sono arrivate le tue tre vittorie, un avvio di stagione stellare al di là credo anche delle tue più rosee aspettative. Io volevo capire questa attesa se logora e come un pilota riesce, un pilota giovane della tua età, a gestirla tutte queste settimane di logorio.

 

Enea Bastianini: La riesco a gestire bene perché comunque non è una cosa che a me preme tantissimo, ovviamente come ho sempre detto quando viene comunicato qualcosa il prima possibile è più semplice per tutti, e ci si mette il cuore prima in pace, però è più il castello che ti creano gli altri da fuori, compresi i giornalisti, tutti quanti, che quello che in sé, fino ad arrivare a “sono stufo di questa domanda, non ne posso più”, perché dopo un po’ non sai neanche più come rispondere. Però credo che sia io che Jorge siamo entrambi due piloti molto veloci, dove ancora credo che nessuno dei due abbia spremuto al 100% il proprio livello, quindi credo che Ducati in entrambi i casi vada bene, e credo che sia questione di giorni.

 

Federico Aliverti: Credo anch’io, mi risulta che sia appena prima del Gran Premio di Misano del 4 di settembre, e se così dovesse accadere tu sicuramente ti sentirai molto più libero, ancora più tranquillo, sarai ancora più veloce, quindi verremo a fare il tifo e ad assistere, incrociando le dita, a una cavalcata verso che cosa, il 4 settembre, a che cosa puoi ambire Enea.

 

Enea Bastianini: Il 4 settembre c’è la gara di Misano, ovviamente sappiamo tutti che è la gara di casa per me ma anche per tantissimi altri piloti, quindi vuoi sempre fare quel qualcosina in più, dare il 100%, far divertire tutti i tifosi che vengono a vedere la gara, e può essere controproducente perché a volte si va oltre, è facile andare oltre, ma l’importante è viversi il weekend in maniera serena, divertirsi e dare il 100%, mi piacerebbe comunque ovviamente vincere, ma credo che quello è scontato ormai.

 

Federico Aliverti: Presidente una sua opinione sulla storia della Motor Valley ma più in generale dell’Emilia Romagna rispetto ai motori. All’inizio del 900 i motori a 2, a 4 ruote, gli stessi circuiti, vedi per esempio Monza, che compie 100 anni, si sviluppano al Nord. C’è la Fiat, c’è la Moto Guzzi, c’è la Gilera ad Arcore, che ai tempi era famosa per le moto Arcore, e via discorrendo, in Emilia Romagna per tanti tanti anni rimangono indietro. Ma dopo la seconda guerra succede che, ovviamente arriva la Ferrari, Ducati smette di fare condensatori e si mette a fare le moto, inizia con il Cucciolo, arriva la piccola motorizzazione popolare quindi la Ducati Cucciolo, Franco Morini fa i motori, la stessa Minarelli, quindi tutti i motori piccoli che rimettono in moto letteralmente il paese. E a questo punto il baricentro si sposta sempre più verso l’Emilia Romagna, e quella leadership che sembrava intoccabile per il nord in realtà passa all’Emilia Romagna, e adesso con la Motor Valley viene assolutamente consacrata questa eccellenza.

 

Stefano Bonaccini: È la storia proprio della nostra Regione. Noi usciamo dalla seconda guerra mondiale come una delle tre aree più povere del paese, io vengo dalla provincia di Modena, nel mondo è richiamata per essere la terra della Ferrari o della Maserati, nel ‘46 era una delle dieci province più povere d’Italia. Fino all’inizio degli anni 60 fino agli anni 50 si emigrava dall’Emilia Romagna, perché non c’era abbastanza da mangiare. Lei pensi, forse non lo sanno molti di quelli che sono qui Rimini, nel ‘45 era più rasa al suolo di Berlino, perché passava la linea gotica e i bombardamenti per mandare via i nazisti erano copiosi, l’85 credo per cento degli edifici era a terra crollato, inagibile. Lì ci sta molto del DNA degli emiliani e dei romagnoli, cioè questa passione per le cose concrete, anche di fronte alle tragedie lamentarsi poco, rimboccarsi le maniche. E poi è nato un distretto industriale, in particolare quello della meccanica, poi negli anni della meccatronica, e quindi i motori che ha legato l’Emilia alla Romagna, Gian Carlo ne è stato uno degli artefici. È stato davvero una cavalcata impressionante che credo abbia avuto successo perché ha saputo coniugare il talento delle persone col sostegno delle istituzioni all’imprenditorialità, e soprattutto la capacità di lavorare insieme, questa è tipica dell’Emilia Romagna. In poche decine di chilometri ci sono questi stabilimenti di imprese che da soli nel mondo… Molti quando giriamo il mondo, siamo andati a presentare questa Università ovunque, molti alla fine mi venivano vicino e mi chiedevano: “ma come avete fatto a farli andare d’accordo e a farli lavorare insieme?”, perché se lei pensa mettere insieme Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini, Dallara, Pagani, Associazione Formula Uno, Alpha Tauri, Magneti Marelli, Coxa HPA, eccetera, eccetera, sono aziende che cercano di strapparsi un cliente rispetto all’altro ogni anno. Hanno accettato questa sfida perché hanno capito che tanto più funziona questo distretto, questa Motor Valley, tanto più ognuno ne avrà un beneficio, e questa è la grande forza. D’altra parte potrebbe dirlo lui, tra i circuiti dell’Emilia Romagna, molto diversi tra loro, ma non c’è competizione, lavorano insieme, e lavorano insieme perché hanno capito che la scommessa sulla promozione di questa terra, la sua attrattività è straordinaria, poi è chiaro che ci sono le storie individuali. Io dove abito, qualche anno fa con i cosiddetti battilastra, persone di più di ottant’anni che con un sacchetto di sabbia sopra il quale mettevano l’alluminio e il ferro e lo battevano con dei martelli di legno, hanno costruito dei telai che sono tra i più costosi al mondo, gente che non so se avesse la quinta elementare eppure l’ingegno ha fatto sì che da lì Enzo Ferrari, eccetera, eccetera. Quindi mi ritengo molto fortunato e onorato a guidare per qualche anno una regione così.

 

Federico Aliverti: Abbiamo parlato Gian Carlo di Gresini, di team Gresini, che è a Faenza dove è nato il team Minardi, poi Toro Rosso, eccetera, eccetera. Faenza mi colpisce tantissimo perché è un’eccellenza dentro l’eccellenza, è una piccola Motor Valley dentro la Motor Valley per così dire, nel senso che è l’unico paese, credo, al mondo che ha un team in Formula Uno e un team in moto GP. Ecco qual è il segreto tu che lo vivi così da vicino.

 

Gian Carlo Minardi: È difficile dare una spiegazione indubbiamente sia Fausto che il sottoscritto prima di tutto abbiamo anteposto tutto all’amore verso il Motorsport. Fausto è stato un grande pilota ma soprattutto un grande imprenditore, la dimostrazione è che pur non essendoci più lui il team sta raccogliendo anche grazie ad Enea degli ottimi risultati, ma non solo nel moto GP, ma il bello di Gresini, e quindi anche di Faenza, è che il team Gresini fa tutto quello che è l’arco delle competizioni motociclistiche: moto GP, moto tre, moto due, e ha partecipato anche alle gare con le moto elettriche di Energy. Cosa c’è? c’è che c’è tanta passione, sono nati tanti imprenditori e tanti artigiani attorno che ci permettono, e ci hanno permesso, di lavorare, di far crescere questa realtà. Siamo in una terra dove il motore è nel DNA credo dell’80% delle persone che si avvicinano al nostro sport, e quindi è nato e c’è una tradizione che parte dai famosi circuiti di Cesenatico, Milano Marittima, Rimini, che poi hanno portato alla crescita di Misano, che compie cinquant’anni quest’anno perché è nato nel ‘72, alla continuazione dei settant’anni di Imola del prossimo anno nato nel ‘53. E qui c’è devo dire sempre, soprattutto nel periodo che sto vivendo io, un’abile regia, perché il fatto che tra di noi lavoriamo insieme per ottenere certi risultati, parlo di circuiti, senza farci la guerra, è sinonimo anche di una regia dall’altro, non voglio incensare nessuno, c’è la regia dall’altro a mettere insieme quattro Università. Io ho avuto l’onore di conoscere il professor Molari, che oggi il figlio è il magnifico Rettore di Bologna di ingegneria, io ho conosciuto il padre che è quello che poi, prima dicevo, mi dava i suggerimenti. È una terra fertile di appassionati che si rimboccano le maniche, non l’ha detto lui lo dico io. Il terremoto In Emilia Romagna siamo stati un’eccellenza in tutto, al di là certamente dell’abilità di ricevere degli aiuti, ci sono gli imprenditori che ci hanno messo del loro per recuperare, è uguale e sarà uguale per lo sviluppo futuro dell’engineering e dell’automotive. Perché io credo che nel nostro DNA ci sia la volontà di andare sempre più avanti e abbiamo la fortuna di avere un passato che ci ha consolidato.

 

Federico Aliverti: Enea prima mi ha molto colpito quando mi hai raccontato dello sfortunato episodio di domenica, praticamente saltando su un cordolo a 200 e rotti chilometri orari il cerchio, cioè la ruota della tua moto, si è incriccato, la gomma si è sgonfiata, e tu hai dovuto ritirarti, quindi un problema tecnico. Tu però per un po’ di tempo hai proseguito la corsa pur avendo la piena consapevolezza, il pieno controllo della situazione, la consapevolezza del rischio, cioè che a 360 km/h, perché quelle moto arrivano a 360 km/h, tu avevi una gomma che potenzialmente si poteva o rompere o sgonfiare, come è successo. Non è facile per noi capire questo tipo di rapporto che si ha con il pericolo e con il rischio, perché voi non siete degli incoscienti, voi siete dei professionisti e tu subito avrai dato una lettura perfetta di quella che era la situazione, cioè c’è un problema alla gomma davanti, speriamo che vada bene, ma hai messo anche in conto che poteva anche non andar bene, quindi mi incuriosisce capire come siete voi dentro. Siete strani.

 

Enea Bastianini: Siamo strani, sì purtroppo domenica mi son dovuto ritirare, è qualcosa che ancora un po’ mi rode però è così, e in quei momenti non è mai facile valutare bene le cose, rimanere lucido, però sentivo che c’era un problema nella ruota davanti e la prima frenata, dopo aver piegato il cerchione, è andata abbastanza bene, la seconda ho visto che iniziavo ad avere un po’ di problemi, la terza ancora peggio, perché quando sono arrivato in curva tre ho tirato dritto. Dopo Zarco a fine gara ha detto che mi stava per centrare in pieno, è arrivata la curva quattro ho fatto finta di niente che magari se ci fosse un problema alla gomma, ma ho dovuto tirare dritto, fortunatamente adesso la sicurezza è veramente a livelli estremi, quindi ho avuto tutta la corsia di ghiaia disponibile per rallentare, però entrare nella ghiaia ai 200, 270 sono entrato nella ghiaia, non è mai una cosa emozionante, è un po’ da brivido e è stato pericoloso, però sappiamo bene il rischio del mestiere che è qualcosa così, però fortunatamente non capita sempre.

 

Federico Aliverti: Ma non te la fai mai qualche domanda rispetto alla paura, oppure quando te la farai quella domanda forse sarà arrivato il momento di appendere il casco al chiodo, com’è il rapporto.

 

Enea Bastianini: Esatto io penso che magari più avanti un giorno mi farò questa domanda, però fortunatamente al momento non mi riguarda, sono concentrato nel voler far bene, vincere, e il resto passa un po’ in secondo piano.

 

Federico Aliverti: C’è anche da dire che rispetto al tema della sicurezza, io ho avuto la fortuna di frequentare tanti piloti, anche bravissimi come Enea, quando sono fuori dal contesto agonistico, quindi dal contesto pista, e vanno in giro per strada in moto come per esempio Enea che è qua con una Ducati Diavel, la prossima volta la portiamo sul palco, sono le persone, i piloti più prudenti del mondo, quando sei fuori dal contesto agonistico, anzi alle volte sembrano anche un po’ riluttanti ad andare in moto, non è che vi piace tanto andare per strada perché vedete tantissimi rischi dietro l’angolo, quindi da parte vostra non è che c’è una non consapevolezza del rischio.

 

Enea Bastianini: Esattamente, è così perché la strada è molto molto diversa rispetto alla pista e in strada non ci sono vie di fuga, e comunque sia puoi trovare chiunque, dal bambino che gioca per strada al signore anziano che attraversa sulle strisce pedonali, quindi bisogna sempre avere molta prudenza, e anche la mia morosa ha molta paura di salire dietro con me, quindi devo stare…

 

Federico Aliverti: Oggi è venuta con te in moto.

 

Enea Bastianini: Sì sì ma è abituata da tre anni a sta parte che ci conosciamo, e penso che un 80% delle volte che è venuta con me eravamo in moto.

 

Federico Aliverti: Ma a proposito della paura, lei quando ti vede sfrecciare dai box a 360 all’ora, almeno lei ha paura o anche lei in quanto fidanzata del pilota ha poca paura, vogliamo chiedere a lei.

 

Enea Bastianini: Adesso ti racconto una cosa praticamente eravamo ai Reds quest’anno, arriviamo a un certo punto, finisco la gara, io sapevo che lei faceva fatica a vederle perché comunque aveva paura, era sempre molto in tensione, e arrivo in GP room, dove ci cambiamo nel motorhome e salgo, e c’era sto asciugamano sopra la televisione, allora ho detto: “ma com’è che hai messo un asciugamano sopra la televisione?” “per non vedere la gara però guardavo lì a sinistra dove mettono la colonnina delle posizioni, guardavo solo lì e ogni tanto davo un’occhiatina”. Immagino che da fuori non sia semplice.

 

Federico Aliverti: No assolutamente. Bene il tempo è tiranno abbiamo superato le 18, volevo farvi solo due inviti, uno è a fare una donazione per il Meeting qua fuori, e il secondo è il 4 settembre venire a fare il tifo per Enea a Misano che c’è la moto GP. Io ringrazio tutti voi, ringrazio il Presidente Bonaccini, ringrazio Gian Carlo Minardi, e ringrazio ancora Enea Bastianini per essere stato con noi. Grazie a tutti.

Data

25 Agosto 2022

Ora

17:00

Edizione

2022

Luogo

Auditorium Intesa Sanpaolo D3
Categoria
Incontri