La perdita del centro

 

‘Prendendo spunto dal libro “La perdita del centro” di Hans Sedlmayr, viene proposto un percorso critico all’interno della storia dell’arte. Viene posto l’accento sulla crisi dell’uomo moderno, indicando i fenomeni artistici come sintomi di tale crisi. La storia dell’arte documenta storicamente la perdita del “centro” come perdita di Dio prima, e dell’uomo poi, fino ad arrivare alla perdita di percezione della realtà. Atmosfera da sogno e da narcosi sono i sentimenti predominanti: l’astrattismo come negazione del visibile, il surrealismo come deformazione onirica del visibile, fino alla Pop-art come assenza di valore. Una sorta di nichilismo senza angoscia, gaio. Tutto ciò è sintomo di una crisi profonda dell’uomo. Fine della mostra è aiutare a prendere coscienza della cultura secolarizzata in cui siamo immersi, di un uomo che ha perso il proprio volto umano, ma che – e l’arte ne è testimonianza – non può rinunciare in alcun modo a desiderare di incontrare una risposta alla sua domanda di buono, vero, giusto e bello, al grido di significato che, volente o nolente, lo costituisce.’

La mostra è costituita da 32 pannelli in alluminio 100×70 (verticali), 18 pannelli 70×100 (orizzontali), 8 pannelli 100×100 che compongono due quadri grandi 200×200.

La mostra è imballata in tre casse di legno.(due 80,5×110,5 e una 110,5×110,5)
La mostra non è divisa in sezioni

Data

23 Agosto 1998 - 29 Agosto 1998

Edizione

1998
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting

Curatori