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La miniatura armena
‘Lo studio dell’arte miniaturistica armena, cominciato con le ricerche dei grandi bizantinisti che si occupavano di essa come di una manifestazione periferica dell’arte bizantina, ha ricevuto un grande impulso in questi ultimi decenni ad opera di specialisti quali la Dournovo, S. Der Nesessian, Padre M. Gianasian, T. Ismailova. Essa abbraccia un campo assai vasto cronologicamente (almeno un millennio) e geograficamente: gli “scriptoria” armeni sono stati operanti, infatti, sia nella grande Armenia, sia in Cilicia sia nei centri armeni più direttamente collegati con Bisanzio e infine, più tardi, nelle colonie della diaspora. Abbiamo centinaia di codici miniati che costituiscono un patrimonio di ineguagliato valore, nei quali gli artisti armeni, filtrando numerose e varie esperienze culturali provenienti da ambienti diversi, hanno saputo dare prova della loro capacità di rielaborazione e creazione, tanto che la miniatura armena ha un posto ben preciso nella storia dell’arte orientale. Gli armeni hanno miniato soprattutto il testo sacro: Evangeliari, Lezionari Rituali e, in numero minore, Bibbie. Il gusto per la decorazione ricca e minuziosa, che è una delle costanti dell’arte miniaturistica armena, permette di cogliere molti interessanti aspetti dell’ambiente sociale in cui lavorava l’artista. La mostra del Meeting propone una serie di 34 pannelli con grandi riproduzioni a colori delle più belle miniature, scelte fra i manoscritti dei secoli VII-XVII della Grande Armenia, del Regno di Cilicia e della diaspora armena, conservati nelle biblioteche dei padri Mechitaristi di S. Lazzaro di Venezia, della “Matenadaran” MesropMashtoz di Erevan, capitale dell’Armenia Sovietica, e della cattedrale di N. Julfa a Isfahan in Iran. Dal percorso espositivo risalta la vasta gamma dei colori, l’uso abbondante dell’oro (soprattutto per gli sfondi), la varietà inesauribile dei motivi decorativi, l’espressività e l’ambientazione delle figure umane, l’osservazione e la rappresentazione realistica della vita, che caratterizzano le miniature armene e le rendono una documentazione straordinaria della capacità raggiunta di esprimere tensione, pathos e quotidianità della vita.’