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La gioia di vivere o Antipolis
‘Alla fine della II guerra mondiale Picasso ebbe occasione di vivere nel castello Grimaldi di Antibes, già adibito a museo ma in disuso per la guerra. Fu una breve e felice stagione di pittura, un vero tuffo nel Mediterraneo della antica Sophia Antipolis, la città greca su cui oggi poggia la stessa città medioevale di Antibes. Picasso divideva il tempo tra il lavoro, un nuovo amore ed il mondo dei pescatori. Non avendo tele su cui dipingere, ci mostra ancora una volta la sua duttilità nella capacità di adattarsi a nuovi materiali, che si mostreranno adattissimi e capaci di garantire la durata della pittura. Lavorò infatti su cemento e legno da nave. Usò poi anche vecchie tele, o meglio, quadri della collezione presente al castello. Accanto ad importanti nature morte, nudi e quadri di pescatori, nacque uno dei grandi capolavori dell’artista: “La gioia di vivere”, una Antipolis classica rivissuta con fauni e centauri. Un’opera su cemento di vaste proporzioni che impegnò a lungo Picasso attraverso plurimi rifacimenti. “La gioia di vivere” è ricca di disegni e pitture preparatorie. Oggi il castello Grimaldi, divenuto Museo Picasso, conserva, oltre alla “Gioia di vivere”, anche gli studi che l’hanno preparata e le fotografie che mostrano l’artista con l’opera in lavorazione. E’ così possibile seguire la genesi, la biografia di un’opera dedicata alla ripresa della vita, all’uscita dal mondo della guerra. La direttrice del museo Picasso, Danielle Giraudy, ha preparato per il Meeting una mostra di grande interesse che ci accompagna nell’itinerario creativo di Picasso all’opera su “La joie de vivre”. Si vede così lo svolgimento di quella che possiamo chiamare “l’iniziativa” dell’artista e, ad un tempo, la nascita di un’opera dedicata alla vita.’