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La croce e la speranza
‘”La Mostra di Croci (La Croce dalla preistoria ad oggi) allestita a cura dello scultore Nicola Sebastio, è una suggestiva occasione per conoscere l’itinerario iconografico, parziale – ma pur sempre di un interesse eccezionale sia storico che artistico -, della croce e della crocifissione attraverso i secoli. Al termine della lettura di questa rinnovata “bibbia dei poveri”, il visitatore si rende conto di come sia l’affermazione che Cristo ha scelto come strumento della sua morte un simbolo cosmico che ritroviamo anche in tempi ed in civiltà anteriori alla sua comparsa in Palestina e con un valore di sacralità universale, che induce a profonda riflessione sull’eco che lo strumento dell’ ignominia ha avuto nella umanità pre e post-cristiana. Accanto a questa documentazione della Croce nei primi secoli della nostra fede e anche nella preistoria, nella umanità precedente il Cristo, Nicola Sebastio ha voluto accoppiare una serie di recenti opere personali. Si ha così modo di conoscere direttamente nel confronto, la sua ispirazione cristiana che si avvale di una cultura iconografica eccezionale, e di vedere come, su radici antichissime, fioriscano i rami di nuova originale creazione sentita nella sua affinità profonda con la sensibilità attuale. … non si potrebbe concludere il discorso sulla scultura di Nicola Sebastio senza ricordare, in armonia con quanto s’è detto, quei più o meno evidenti, definiti o velati, valori simbolici che entrano a far parte delle sue opere, e sono spesso l’occasione, o per meglio dire l’origine, di alcune delle sue belle invenzioni; circa i quali mi sembra essenziale avvertire che dietro a questi simboli, dietro alla loro duplice significanza, religiosa e cosmica insieme, si avverte sempre e soltanto la presenza delle Sacre Scritture, dei Libri profetici, cioè della Parola rivelata. Penso alla stupenda croce avvolta in un giro di fiamma e sorretta da una figura umana (S. Sergio): posta sulla parete della Casa S. Sergio a Settignano: lo svolgersi dal centro di una volontà d’amore e di rivelazione che s’incentra e fiammeggia si esprime in una immagine che senza difficoltà riconosciamo anche cosmica, quella dei sole: ma dietro ed oltre di essa la verità profonda che vi leggiamo è la fede che si rivela, la fede che a Patmos detta l’Apocalisse”. Carlo Betocchi’