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Investire in educazione oggi vuol dire scommettere sull’alleanza Scuola-Lavoro
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Stefano Bolognini, Assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione, Regione Lombardia; Giorgio De Rita, Direttore Generale CENSIS; Ezio Delfino, Dirigente Scolastico e Presidente di DiSAL; Paolo Lattanzio, Deputato al Parlamento Italiano, Partito Democratico; Gabriele Toccafondi, Deputato al Parlamento Italiano, Italia Viva. Introduce Ubaldo Casotto, Giornalista e Curatore della mostra “Alleanza scuola-lavoro. Non è mai troppo tardi”.
Al Meeting 2020 Mario Draghi ha chiesto di investire sui giovani, cioè in educazione. La storia dimostra che sempre dopo una crisi l’Italia si è risollevata ed è cresciuta perché ha investito nella scuola. Ma che cosa vuol dire investire in educazione oggi? Nella “Laborem Exercens” (di cui ricorre quest’anno il 40°) San Giovanni Paolo II diceva che “all’organizzazione della vita umana secondo le molteplici possibilità del lavoro dovrebbe corrispondere un adatto sistema di istruzione e di educazione, che prima di tutto abbia come scopo lo sviluppo di una matura umanità, ma anche una specifica preparazione a occupare con profitto un giusto posto nel grande e socialmente differenziato banco di lavoro”. Scuola e lavoro non possono essere due mondi tra loro estranei, l’educazione è il terreno della loro alleanza.
Con il sostegno di Intesa Sanpaolo.