Chi siamo
Inaudito Beethoven
“Il vero artista non ha nessuna superbia: purtroppo egli vede che l’arte non ha confini. Oscuramente sente quanto egli sia lungi dalla méta, e forse, mentre è ammirato dagli altri, in se stesso si corruccia di non essere ancora giunto là dove il suo genio migliore gli splende innanzi come un sole, lontano”
[L. Van Beethoven – dalla lettera di risposta ad un’ammiratrice di 10 anni]
“Quello che viene in mente a tutti quando si parla di musica seria, è Beethoven. Quando si apre una nuova stagione di concerti, si tratta normalmente di un programma tutto di musiche di Beethoven. Se si entra in una sala da concerto i nomi dei grandi sono sempre tutti lì attorno al fregio, ma giusto in centro, più in vista degli altri, a lettere d’oro: Beethoven. Quando si prepara il programma di un festival sinfonico, quasi sempre ne vien fuori un festival-Beethoven. Qual’è il piatto forte di qualunque recital pianistico? Una sonata di Beethoven. O del programma di un quartetto d’archi? L’Op.100. Che cosa si esegue per una commemorazione dei caduti? L’Eroica. E per commemorare una vittoria? La Quinta. Cosa si suona ad ogni concerto delle Nazioni Unite? La Nona. Beethoven, Beethoven dappertutto. Perché non Bach, o Mozart, o Schumann? Perché, diciamolo una volta per tutte: Beethoven è il più grande compositore che sia mai esistito.”
[L. Bernstein]
“ Non ho mai visto nessun artista più raccolto, più energico, più profondo di Beethoven. Comprendo bene che debba trovarsi in una singolare posizione di fronte al mondo.”
[Goethe]
Acume, Ingegno e capacità di Giudizio sono aspetti diversi e complementari del processo creativo artistico così come veniva concepito alla fine del Settecento. L’Acume sa distinguere nei fenomeni una molteplicità di tratti distintivi, l’Ingegno mette in relazione le somiglianze e le differenze fra questi elementi identificati dall’acume. La capacità di Giudizio infine pone limiti all’Ingegno selezionando, fra le molte possibilità combinatorie, giusto quelle necessarie per la logica e la coesione interna di un’opera. Beethoven, ancora pienamente inserito in questa “poetica illuministica dell’ingegno”, tuttavia incarna già anche la categoria romantica del Genio. Per quest’ultimo, l’intuizione è in grado di raffigurare immediatamente la totalità dell’opera, prima ancora di incominciare il lavorio combinatorio dell’Ingegno che da una parte procede progressivamente verso il tutto. Nella poetica di Beethoven ingegno e genio si intrecciano senza contrastarsi, e senza che per questo si possa dire che fosse già un compositore “romantico”.
“Cambio molto, scarto e ritento sempre di nuovo finché non sono soddisfatto, poi comincio ad elaborare nella mia testa, allargo, restringo, spingo verso l’acuto e verso il grave e, poiché so cosa voglio, la concezione di fondo non mi abbandona mai”
[L. Van Beethoven]
Lo spirito di questa mostra é immersivo, cioè il visitatore è fisicamente circondato dall’installazione; interattivo, per cui il visitatore può modificare l’installazione con la sua presenza; esperienziale, cioè con la figura di Beethoven presentata nella sua totalità attraverso un percorso diviso in quattro installazioni: (a.) chi era Beethoven? (b.) come e in che ambiti lavorava? (c.) Guida all’ascolto e analisi musicale (d.) “suonando Beethoven”. Lo scopo di questa scelta interattiva è mantenere vivo lo stupore che Beethoven stesso rinnovava sempre.