IL TURISMO È ESSENZIALE PER L’ITALIA, MA COSA È ESSENZIALE PER IL TURISMO?

Organizzato da Compagnia delle Opere
Sergio Emidio Bini, assessore al turismo e attività produttive Regione Friuli Venezia Giulia; Gianluca Caramanna, ministero del turismo; Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi; Giuseppe Roscioli, vice presidente vicario di Federalberghi. Modera Daniela Ciccardi, albergatrice e referente di CDO Turismo

L’esperienza del Covid e dopo Covid, ha aperto negli operatori del Turismo grandi domande. Come essere persone, imprenditori, nell’affronto della realtà cercando una risposta ai bisogni meno materiali: il senso del lavoro, l’attenzione ai bisogni del cliente, il senso dell’ospitalità, come rapportarsi coi collaboratori, come condividere le responsabilità, cercare una reale sostenibilità, … Abbiamo soprattutto sperimentato il bisogno di non sentirci soli, quindi di cercare una condivisione e una compagnia operativa e sincera con altri imprenditori. Scoprire l’essenziale nel nostro lavoro nel turismo è cruciale: alcuni imprenditori, partendo dalla propria esperienza, faranno domande ai relatori sulla loro visione, e delle realtà che rappresentano, su lavoro, giovani, formazione, responsabilità sociale, sostenibilità, etica e solidarietà.

Con il sostegno di Regione Friuli-Venezia Giulia

IL TURISMO È ESSENZIALE PER L’ITALIA, MA COSA È ESSENZIALE PER IL TURISMO?

IL TURISMO È ESSENZIALE PER L’ITALIA, MA COSA È ESSENZIALE PER IL TURISMO? 

Organizzato da Compagnia delle Opere 

Venerdì 23 agosto 2024 ore 16:00 

Arena Cdo C1 

Partecipano: 

Sergio Emidio Bini, assessore al turismo e attività produttive Regione Friuli-Venezia Giulia; Gianluca Caramanna, ministero del turismo; Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi; Giuseppe Roscioli, vicepresidente vicario di Federalberghi.  

Modera:  

Daniela Ciccardi, albergatrice e referente di CDO Turismo 

 

Ciccardi. – 0:07:20 – Buonasera a tutti e benvenuti a questo incontro promosso dalla filiera del turismo della Compagnia delle Opere, dal titolo “Il turismo essenziale all’Italia: che cosa è essenziale al turismo?”. Sono Daniela Ciccardi, albergatrice di Bologna e coordino la filiera del turismo della Compagnia delle Opere. Il nostro gruppo, la nostra amicizia, si è consolidata soprattutto durante il periodo del Covid, quando abbiamo affrontato un periodo drammatico e di paura per quello che poteva accadere a noi e alle nostre imprese. Abbiamo sperimentato che il bisogno più grande era non sentirsi soli. Ci siamo quindi ritrovati con altri imprenditori del turismo quasi naturalmente, per vivere una compagnia che era prima di tutto una compagnia per noi stessi come persone, per condividere i nostri bisogni e le nostre paure. È nata così la filiera del turismo della Compagnia delle Opere, con l’obiettivo di essere un’amicizia operativa, un’amicizia che ci aiuta ad affrontare i nostri problemi, a condividerli, a cercare soluzioni insieme, e anche semplicemente a farci compagnia in un lavoro, in una professione, quella dell’imprenditore, in cui a volte ci sentiamo soli. 

In questi anni è nato un lavoro di aiuto reciproco. Abbiamo organizzato diversi momenti in cui abbiamo affrontato soprattutto i nostri bisogni immateriali, come il senso del nostro lavoro, il rapporto con i nostri collaboratori, la capacità di accoglienza e ospitalità verso i nostri clienti e la gestione delle nostre imprese in un’ottica di sostenibilità. Da questa esperienza è nata l’idea di questo incontro, per cui ringrazio tutti i partecipanti e, in particolare, i relatori che ora vi presenterò. Alla mia sinistra l’onorevole Caramanna, che oltre a essere imprenditore del turismo, è consigliere del Ministro del Turismo; poi do il benvenuto all’assessore Bini, assessore al Turismo della Regione Friuli; alla dottoressa Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi; e al dottor Giuseppe Roscioli, vicepresidente di Confindustria Alberghi nazionale. A tutti un grande grazie per la disponibilità e per il sacrificio di venire a Rimini, di cui siamo molto contenti. Anche dalle poche chiacchiere fatte oggi può sicuramente nascere un’amicizia con ognuno di loro, perché sono veramente persone che fanno il nostro stesso lavoro e ci comprendono. 

L’incontro di oggi si svolgerà in questo modo: tre nostri colleghi imprenditori faranno tre domande su tematiche che ci stanno a cuore ai nostri rappresentanti delle associazioni. Chiedo scusa in anticipo, sarò piuttosto fiscale sui tempi di risposta: cinque minuti per ogni risposta, per ciascuno di loro. Alla fine di questa prima parte, lascerò spazio alle istituzioni, quindi all’assessore e all’onorevole Caramanna, per le conclusioni e la sintesi di quanto avranno ascoltato. Invito quindi come primo a intervenire Stefano Vismara, che si presenterà e porrà la prima domanda.  

Vismara. – 0:12:22 – Buonasera a tutti, grazie per avermi dato l’opportunità di intervenire. Sono Stefano Vismara, ho 38 anni e nove anni fa ho fondato una startup innovativa, che poi è diventata una SRL, polebooking.com, che raccoglie tutte le case per ferie e hotel per gruppi in Italia, dove i proprietari sono ordini religiosi e diocesi. Successivamente, ho avviato una società di gestione, un’impresa sociale che gestisce case per ferie. Fin da subito, per entrambe le società, è sorto il problema del reperimento, della formazione, della selezione e del creare valore aggiunto nel personale. Noi ci occupiamo di low cost, quindi penso che sia un problema comune a tutte le aziende, ma soprattutto per le startup che si occupano di low cost, questa è stata la problematica più urgente. 

Abbiamo deciso di puntare sui giovani utilizzando due strumenti che vi racconto brevemente: per le figure manageriali e più importanti, alcuni membri della mia azienda e io stesso abbiamo iniziato a insegnare negli Istituti Tecnici Superiori (ITS) a Milano, in Regione Lombardia. In questo modo, abbiamo avuto la possibilità di formare in classe, selezionare, inserire in percorsi di stage, alternanza scuola-lavoro, apprendistato e poi assunzione. Bene o male, tutte le direttrici (uso il femminile perché sono tutte donne) che erano studentesse sono diventate direttrici delle mie strutture. Per le figure più operative, invece, abbiamo iniziato a collaborare con centri migranti speciali in Valle d’Aosta e ora in Lombardia, collaborando e co-gestendo un centro per minori non accompagnati in provincia di Varese, selezionando e formando personale come lavapiatti e aiuto cuoco. 

Per le aziende piccole come le nostre, questi sono tentativi semplici che però non rispondono completamente a una problematica di sistema. Chiedo quindi un focus particolare sulle piccole e medie imprese, non perché non apprezzi le grandi, ma per le grandi forse, con un’accademia interna o internazionale, riescono ad affrontare queste problematiche. Ma per le aziende familiari, per le piccole catene, per realtà come la mia, questi strumenti che vi ho descritto sono tentativi parziali che hanno risolto parte del problema, ma non quello sistematico. La domanda è: quali strumenti, soluzioni, sinergie e azioni si possono adottare per affrontare il problema della individuazione, formazione, inserimento del personale e per aiutare a generare qualità? La qualità dei servizi dei nostri alberghi, fortunatamente, è ancora data dal lavoro delle persone. Un albergo deve essere bello, ma la pulizia è garantita dal lavoro umano. Vi ringrazio. Stefano Vismara. 

Colaiacovo. – 0:15:31 – Buonasera e grazie, innanzitutto, per aver portato il turismo al Meeting di Rimini. È doveroso dirlo perché noi del settore siamo veramente felici di questo. Hai posto una domanda molto rilevante, che soprattutto in questi anni del post-Covid ci tocca profondamente. Il mondo del turismo è molto articolato, comprendendo dalle aziende familiari ai grandi gruppi, ma in ogni caso il capitale umano è la chiave del successo di ogni impresa, dalla più piccola alla più grande. Questo è fondamentale. Nel nostro lavoro, dico sempre, eroghiamo servizi primari alla persona: offriamo alloggio e cibo. I rapporti che si creano, sia nelle figure apicali sia nelle posizioni più umili all’interno dell’albergo, sono rapporti intimi con i clienti, e questo genera una ricchezza incredibile. 

Quali sono le chiavi per attrarre forza lavoro nel nostro settore? Sicuramente aziende serie, che gestiscono seriamente la propria impresa. Questo è fondamentale, perché oggi non bisogna assolutamente raccontare bugie; ciò viene immediatamente scoperto. Le storie devono essere vere: le storie dei gruppi, degli alberghi, delle imprese che proponiamo sul mercato, a disposizione dei nostri clienti, dei nostri dipendenti e dei nostri stakeholder. Grande serietà e trasparenza: queste sono forme di attrattività per i giovani. Dare loro prospettive, farli sentire parte di un progetto, è una parte molto importante, così come la formazione continua. Formazione e motivazione fanno sì che i giovani trovino nelle nostre imprese gli stimoli per le loro carriere e percorsi, che è poi la cosa più importante. 

Il nostro è un lavoro umile ma bellissimo, e bisogna avere l’attitudine giusta. Se non si ha l’attitudine al servizio, è difficile insegnarla; è innata. A volte, nei colloqui di lavoro, è più importante capire se la persona che hai di fronte ha questo tipo di atteggiamento nei confronti degli altri, piuttosto che altre specializzazioni o competenze. Diventa quindi fondamentale. I rapporti con le scuole sono doverosi da parte delle associazioni, e sia Federalberghi che Confindustria, che rappresento, sono molto presenti in questo campo perché sappiamo che da lì nasce la linfa più importante. Abbiamo bisogno di rapporti con le università, e di far sì che l’alternanza scuola-lavoro diventi la normalità, affinché i giovani capiscano che c’è un percorso da seguire per raggiungere soddisfazioni nel nostro settore. Questa è una questione abbastanza diffusa. Penso che a questo punto lascerò la parola al mio amico e collega.  

Ciccardi. – 0:20:02 – Giuseppe che ha condotto anche la grande maratona per l’approvazione del contratto, quindi quella è stata una grande maratona recente, quindi lo ringraziamo anche per questo sacrificio che, da quello che ci hanno raccontato, è stato proprio anche un sacrificio di notti intere a discutere.  

Roscioli. – 0:20:27 – Sì, volevo anche unirmi al ringraziamento per aver inserito il turismo in questo contesto, perché effettivamente credo che sia importante, perché il turismo non è solamente andare in vacanza, è un fenomeno sociale, dobbiamo dirlo, perché quando la gente si sposta, soprattutto all’inizio, quando è nato il turismo negli anni ’50-’60, il turismo ha portato cultura in tutto il mondo, si sono spostate persone che hanno portato religioni, culture, tradizioni in posti dove non si sapeva che esistevano e quindi è proprio iniziata una trasformazione sociale da quando è nato il turismo, spesso anche con l’avvento della televisione e pensiamo che non è che parliamo di 2000 anni fa, parliamo di poche decine di anni fa, quindi c’è stato un movimento culturale che si è inserito nel nostro mondo, che è quello del turismo, che spesso però non viene ricondotto in tutti i campi. Quindi è bene capire che anche il turismo fa parte di un cambiamento sociale, come lo è stato oggetto il turismo, per esempio, come è stato detto adesso con il Covid e qui mi riallaccio alla domanda effettivamente: quando uno cerca lavoro, cerca un lavoro che dia delle motivazioni. Il Covid le ha tolte al nostro settore, ha tolto motivazioni perché per 50-60 anni è stato sempre considerato un settore stabile, un settore che non ha conosciuto grosse crisi, se non di brevi periodi. Parliamo del 2001 quando ci sono state le Torri Gemelle o altri momenti che però molto brevi non hanno inciso nella motivazione generale. Il Covid invece ha fatto ripensare il modo in cui si affronta il lavoro, la vita, eccetera, e teniamo conto che nel nostro mondo, soprattutto in quello alberghiero, si lavora 24 ore al giorno per tutti i giorni dell’anno; siamo sempre aperti a parte gli stagionali, ma in tutte le altre situazioni si è sempre aperti. Allora magari qualcuno ha valutato il suo modo di lavorare in un modo diverso e ha detto: “Io non voglio più lavorare il sabato e la domenica, non voglio più fare i turni, non voglio più fare le notti, non voglio più lavorare a Natale, Capodanno o in altri momenti,” e quindi a parità di condizioni magari ha detto: “Vado a fare un’altra cosa.” E così c’è stata una migrazione dal nostro mondo in altri settori che magari dopo il Covid invece o durante il Covid sono cresciuti molto, per esempio il farmaceutico, per esempio tutta la parte relativa alla movimentazione merci. Sappiamo che balzo in avanti hanno fatto gli acquisti su questi portali, Amazon piuttosto che altri, quindi tutta la distribuzione di queste merci ha sicuramente aumentato la domanda di lavoro e una parte del nostro settore è andata a finire di là perché, faccio l’esempio di Roma che mi viene più facile, a Roma durante il Covid c’erano 1250 alberghi, considerate che durante il Covid 40 erano aperti e 1210 chiusi per diversi mesi. Ancora oggi noi abbiamo circa un 10% di alberghi che non hanno più riaperto; quindi, la crisi si è fatta sentire in maniera anche forte. Allora in tutto questo anche all’interno del sistema lavoro c’è stata una rivoluzione. C’è stato poi un momento in cui c’era l’assistenza dello Stato, quindi c’era la cassa integrazione, c’erano altre forme di aiuti in cui molte persone hanno ritenuto che probabilmente, pur guadagnando un po’ meno, non rientrare al lavoro e quindi non sono più tornati al lavoro e ci siamo trovati in grossa difficoltà. Quando si è ripreso il mercato effettivamente c’è stato un momento di… io ho conosciuto alberghi che lavoravano con la metà delle camere perché non riuscivano a trovare personale per poter lavorare al 100%. Allora è chiaro che in tutto questo va ripensato un pochino il sistema, allora una cosa che abbiamo fatto è stato sicuramente adeguare anche la parte contributiva, come è stato accennato. Abbiamo avuto il rinnovo del contratto di lavoro di Federalberghi che abbiamo chiuso pochi mesi fa, in cui c’è stato un sostanzioso aumento anche da un punto di vista economico, ma non è solo quello, non è sufficiente solo quello, ci vogliono anche altre cose per far tornare il nostro settore più competitivo, più… come dire, deve essere scelto rispetto ad altri settori e questo chiaramente occorre motivazione, occorre la formazione, occorre tutta una serie di cose importanti che spingano il giovane, il lavoratore giovane, a scegliere il nostro settore rispetto ad altri. Per esempio, nel nostro mondo è molto importante la competenza, la competenza non ci si nasce, però la si acquisisce e lì bisogna dargli la possibilità di poter acquisire queste competenze, con le competenze poi si va in tutti gli alberghi, al 5 stelle, 4 stelle, 3 stelle, 2 stelle. Una volta, nel mio lavoro, mi sono trovato a Shanghai dove c’era un ragazzo di 28 anni che gestiva ben 18 ristoranti all’interno di un grande albergo; a 28 anni, e lui ha acquisito delle competenze in tempi brevi, le ha messe a disposizione e a 28 anni gestiva, era il food manager di questo grosso albergo in cui c’erano diciotto ristoranti dentro. Quindi c’è la possibilità, quando uno acquisisce competenze, ha voglia, ha capacità. Certo, bisogna lavorare sodo perché chiaramente non ti regala niente nessuno, questo è vero, però se hai la volontà, hai la passione, perché nel nostro mondo occorre anche passione per quelle motivazioni che abbiamo detto prima, e quindi c’è bisogno di ricreare un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di riempire i nostri alberghi con delle motivazioni che possano spingere tutto il mondo giovane a tornare in questo settore che io credo sia anche molto divertente da questo punto di vista.  

Agneri. – 0:27:18 – Buon pomeriggio a tutti, mi chiamo Gabriele Agneri, ho sempre lavorato nel settore turistico ricettivo, ho fatto il manager per i grandi alberghi, poi ho aperto una società di consulenza per aiutare gli alberghi a svilupparsi. Oggi sono anche imprenditore alberghiero perché gestisco due strutture ricettive. La mia domanda è sulla sostenibilità. Negli ultimi anni, soprattutto anche con il PNRR, si è iniziato a parlare in maniera insistente. Ormai sfogliando i giornali si sente parlare costantemente di sostenibilità, intesa come la capacità dell’impresa di durare nel tempo, però si parla anche di sostenibilità con l’acronimo ESG. L’impresa non è solo un bene per l’imprenditore, ma è un bene anche per tutti i soggetti che gli stanno intorno, perché crea ricchezza, crea lavoro, è un bene anche in relazione alla comunità. E quindi, negli ultimi anni, come impresa, noi abbiamo investito parecchi soldi per aiutare le imprese alberghiere nel percorso verso la sostenibilità, che poi porti alla certificazione. No, questo è un altro discorso. Allora, la domanda che faccio è: noi avevamo già assistito all’inizio degli anni 2000 a una ventata di sostenibilità proveniente dalle grandi catene alberghiere internazionali. Molte catene alberghiere hanno programmi ormai mandatori all’interno dei propri percorsi di affiliazione, ma noi nelle piccole imprese alberghiere troviamo un po’ di difficoltà. Allora la domanda che vi faccio è: questa sostenibilità, questo rapporto con l’ambiente, questo nuovo modo di intendere l’impresa in relazione ai vari portatori di interessi, questo modo nuovo di rappresentare l’impresa come trasparente e come un bene comune, ha senso essenziale per noi oppure è di nuovo una forma di marketing travestita da “siamo diventati più consapevoli”? E quindi, in questo senso, se è davvero secondo voi essenziale oppure secondo voi non rappresenta una priorità. E allora, a questo punto vi chiedo: se questa non è una priorità, quali sono le priorità a cui dobbiamo far fronte come turismo e come settore alberghiero? Peraltro ultimamente si parla anche insistentemente di overturismo e quindi anche di sostenibilità del modello turistico, questa è la domanda.  

Colaiacovo. – 0:29:52 – Allora, la sostenibilità è sicuramente un concetto di cui stiamo parlando da diversi anni e sicuramente è diventato un obiettivo fondamentale nelle nostre aziende. Quando ci siamo accorti che era fondamentale avere un’azienda… partiamo dalla sostenibilità economica e dalla sostenibilità energetica di un albergo. Con la grande crisi energetica di due anni fa, abbiamo capito che, se non intervenivamo seriamente sulla gestione aziendale per l’efficientamento energetico, le nostre aziende non sarebbero state più economicamente sostenibili. Non riuscivamo, con i numeri e con le occupazioni che avevamo, sia nelle grandi destinazioni, che avevano tassi di occupazione e ricavi sicuramente molto più alti rispetto all’Italia dei territori, a sostenere le aziende. Questa è stata una realtà che ci è stata sbattuta in faccia, se posso usare questo termine, nel 2022. Nel 2022, anno champagne, come si dice, post-Covid, con tassi di occupazione altissimi, soprattutto in quell’estate, tutto è stato consumato dalle utenze alberghiere; i costi degli hotel hanno divorato questi guadagni, quindi lo abbiamo capito benissimo. L’albergo e l’impresa turistica devono assolutamente, come tutte le imprese, essere aziende economicamente sane, altrimenti non ce la fanno. Per erogare ricchezza su un territorio e creare posti di lavoro, la cosa necessaria è la salute della propria azienda. E quindi su questo concetto bisogna lavorare in maniera molto seria, soprattutto con una classe imprenditoriale che, in molti casi, come ha già ricordato l’amico Roscioli, è nata in maniera spontanea. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è uno dei paesi in cui il turismo è nato con il turismo familiare, con l’arrivo di turisti nazionali e internazionali per la bellezza dei nostri territori. La formazione, anche dal punto di vista gestionale, diventa a un certo punto obbligatoria, perché poi si è scoperto che queste aziende, anche se erano microimprese, non ce la facevano più a sopravvivere. Quindi, questo è importantissimo. Oggi, quando si parla di sostenibilità, dobbiamo anche considerare la sostenibilità sociale, che è un altro punto fondamentale; offrire ai nostri turisti un rapporto stretto con il territorio. Oggi c’è voglia di conoscere le comunità locali, di entrare nel territorio conoscendo le produzioni locali, dall’agricoltura all’artigianato fino al settore alimentare. Quindi, l’albergo, l’ospitalità e l’impresa turistica in generale svolgono un ruolo molto importante. Abbiamo due realtà diverse in Italia: le grandi destinazioni, quindi le grandi città che tutti conosciamo, e anche lì abbiamo visto quanto il turismo sia stato benefico. Abbiamo destinazioni in cui oggi si parla di rigenerazione urbana. Uno degli esempi più significativi è sicuramente Napoli e i quartieri spagnoli. Nei quartieri spagnoli, prima, non si consigliava ai nostri turisti di andare. Oggi, invece, è diventata un’esperienza; se parli con un tassista napoletano, ti dirà che si è capito che è meglio fare turismo che fare malavita, e questa penso sia la soddisfazione più grande che abbiamo noi come imprenditori del nostro settore. Pensiamo alle nostre destinazioni del Sud: abbiamo città meravigliose che, grazie al turismo, sono riuscite a rigenerarsi, a creare posti di lavoro e a far ritornare i giovani in quei territori. Pensiamo alla Sicilia, pensiamo alla Puglia. Non parlo della Campania perché la Campania ha fatto un po’ da scuola a tutti quanti; è stata, per così dire, la madre di tutti i turismi. Anche il tipo di servizio che si offre in questi territori è veramente importante. Quindi, sostenibilità economica? Assolutamente sì. Poi, discutendo tra di noi, è emerso un altro aspetto molto importante. Noi, ovviamente, facciamo tutto il possibile per portare avanti criteri di sostenibilità nelle nostre aziende, ma abbiamo visto che se abbassiamo di due gradi l’aria condizionata, subito emergono lamentele; le critiche alla nostra struttura vengono fuori immediatamente. Dobbiamo anche educare i nostri clienti a una sostenibilità che vada oltre l’apparenza. Questo è molto importante. 

Roscioli. – 0:36:23 – Sì, devo dire che lei ha già detto quasi tutto. È difficile intervenire, però una considerazione la farei: partirei proprio dal fatto che le aziende sono aziende e possono investire in modi diversi. Sicuramente, investire in sostenibilità è importante, ma se l’obiettivo è quello che, per esempio, l’Europa ci ha dato, ovvero di arrivare a emissioni zero entro il 2050, allora è diverso. Qui c’è un cambiamento in atto importante, che non è più una volontà del singolo ma diventa una volontà collettiva, non solo della nazione ma di un intero continente, l’Europa. È chiaro che bisogna organizzarsi in maniera completamente diversa. Se quello è l’obiettivo, anche tutti i governi devono lavorare affinché tutti, ma proprio tutti – che si tratti di aziende alberghiere, famiglie o altri settori, incluso quello industriale – possano arrivare a emissioni zero. Allo stesso tempo, però, bisogna salvaguardare la sostenibilità economica delle aziende durante questo percorso. Quindi, è un lavoro che deve essere fatto non singolarmente. Bisogna sedersi al tavolo e cercare di capire quali sono i passaggi da compiere, e, non voglio dire necessariamente con un supporto economico, ma con un progetto condiviso tra gli Stati per stabilire quali sono i piccoli obiettivi da raggiungere entro certi tempi. Perché, ripeto, quando arriva il turista americano a febbraio e chiede l’aria condizionata a 18 gradi mentre noi abbiamo ancora il riscaldamento acceso in casa, diventa difficile percorrere la strada della sostenibilità. Oppure, quando negli alberghi abbiamo iniziato a eliminare una serie di materiali, come la carta o la plastica, poi è arrivato il Covid e ci ha fatto dimenticare tutto questo, facendoci tornare all’uso della plastica monouso o della carta. Quindi, dobbiamo tornare indietro ancora una volta. Non è facile, ma noi ci mettiamo tutta la nostra volontà perché effettivamente viviamo dei nostri territori. Ogni albergo vive del proprio territorio; ci sono aziende che possono essere spostate ovunque, ma le nostre no, non hanno le ruote, e vivono del territorio. Quindi, è chiaro che il territorio diventa fondamentale per lo sviluppo di un’azienda alberghiera, e l’ambiente e tutto ciò che lo circonda sono elementi che rendono la struttura alberghiera migliore rispetto ad altre. Però tutto questo va fatto in un progetto a lungo termine, con mini-obiettivi da raggiungere e con delle priorità, perché altrimenti l’albergo da solo non ce la farà mai. Se tutto il contesto non si muove in un certo modo, è difficile riuscire a essere i primi in un progetto, se poi tutto il resto non funziona. Quindi, credo che questo debba essere fatto con le istituzioni, con il territorio, e tutti insieme, perché solo così possiamo raggiungere gli obiettivi che anche l’Europa ci ha dato.  

Ciccardi. – 0:40:14 – Adesso, Carlo Scrivano, una domanda rispetto alle precedenti, un po’ più globale e politica.  

Scrivano. – 0:40:25 – Grazie a tutti, buon pomeriggio. Sono Carlo Scrivano, direttore dell’associazione degli albergatori della provincia di Savona, che rappresenta 320 aziende. Inoltre, per Confindustria, sono direttore del turismo ligure. A 60 anni, mi sono innamorato di questo mestiere e, insieme alla mia famiglia, abbiamo deciso di costruire un complesso turistico nella west coast, totalmente green, quindi plastic free e in linea con i canoni della sostenibilità. 

Dopo il Covid è passata un po’ la moda del “Revenge Tourism”, ossia quel fenomeno per cui si parte e si viaggia senza tante pretese. Oggi il turismo è sempre più esperienziale: il turista chiede di vivere un’esperienza, di scoprire cosa fare in un territorio. È quindi fondamentale il binomio prodotto-territorio. Ma per fare ciò, bisogna in qualche modo programmare. Io considero le tre P del turismo: programmare, progettare e promuovere. Senza questa ingegnerizzazione, rischiamo davvero di lasciare i turisti a se stessi. 

Vorrei partire da un esempio un po’ unico in Italia, classico, che riguarda la provincia di Savona. Oggi il tema, e l’onorevole Carmanna lo sa benissimo, è la tassa di soggiorno. In provincia di Savona, 19 comuni si sono uniti – un fatto straordinario per chi conosce la realtà ligure – e hanno deciso, tramite protocolli di intesa approvati in giunta e nei consigli comunali, di gestire la tassa di soggiorno in un modo particolare. Del totale incassato (fatto 100), il 50% viene destinato a decisioni prese con le associazioni di categoria, non semplicemente sentite, ma coinvolte in un accordo vero e proprio. Le decisioni prese passano poi in giunta comunale, conferendo loro una valenza programmatica. Il 35% viene gestito dal Comune per fini turistici, mentre il 15% viene dato alla Camera di Commercio per ulteriori attività di fabbricazione, promozione e servizi. Inoltre, i turisti in provincia di Savona viaggiano gratis sui pullman grazie a una tessera che garantisce la mobilità sostenibile e tutti i vantaggi annessi. 

La mia domanda è questa: a livello nazionale, guardando anche ai nostri competitor come Francia e Spagna, dove esiste un ente che progetta e uno che promuove, secondo voi, nelle nostre modalità e secondo il nostro ordinamento costituzionale, c’è la possibilità di raccogliere e valorizzare, con il modello della sussidiarietà, ciò che di bello e di buono esiste sui nostri territori per poi promuoverlo e commercializzarlo? L’idea è di non lasciare solo alle regioni, province e comuni la programmazione, ma cercare di arrivare a un “sistema Italia”, pur consapevoli dei vincoli costituzionali che esistono. Grazie.  

Ciccardi. – 0:44:06 – Sulla base di questa domanda, che è molto aperta soprattutto per i nostri rappresentanti istituzionali, chiedo a Giuseppe e Maria Carmela non tanto una risposta, ma se vogliono aggiungere qualcosa che poi potremo girare ai nostri rappresentanti istituzionali. Vorrei sentire il loro parere sulle questioni delle destinazioni, della programmazione, eccetera, dal punto di vista delle associazioni di categoria e delle aziende private come la nostra. Carlo, iniziamo con Giuseppe? Giuseppe, cambiamo l’ordine.  

Roscioli. – 0:44:54 – Sicuramente c’è un problema costituzionale: conosciamo tutti il Titolo V della Costituzione, che prevede che il Governo possa fare ben poco in questa materia, dato che sono le regioni a detenere la titolarità esclusiva sia in termini normativi che di promozione. È difficile riuscire a coordinare certe iniziative senza un’azione condivisa con le altre regioni e con il Ministero. Per quanto riguarda la tassa di soggiorno, si potrebbe fare qualcosa in più con una legge quadro, ma esiste già un certo federalismo fiscale che potrebbe permettere di gestirla meglio. Tuttavia, se la promozione continua a essere articolata solo a livello locale e non nazionale, rischiamo di sprecare delle opportunità. Potremmo vedere situazioni in cui, ad esempio, la Pro Loco di Orvieto promuove in una direzione, mentre altri fanno altrettanto altrove, senza un progetto globale. Mi rendo conto delle difficoltà che il Ministero incontra senza la condivisione delle regioni nel riuscire a fare una programmazione. Sulla tassa di soggiorno, so che si sta discutendo di una riforma; auspico che, come è stato fatto con i 19 comuni, le associazioni di categoria possano intervenire, sarebbe un fatto innovativo e molto importante. Spero che questo possa essere portato avanti, pur consapevole delle difficoltà anche a livello legislativo. Ma passo dopo passo, forse possiamo farcela.  

Speaker. – 0:46:52 – Ovviamente lascio la parola…  

Colaiacovo. – 0:47:00 – A chi di dovere. Vorrei fare due osservazioni: innanzitutto, sulla tassa di soggiorno, è importante dire che quando fu introdotta circa dieci anni fa per i comuni turistici, non furono emanati i regolamenti necessari. È giusto oggi rivedere la tassa di soggiorno, per evitare equivoci, poiché deve adeguarsi ai cambiamenti degli ultimi anni. È certo che quei ricavi devono andare alla valorizzazione dei territori e delle imprese turistiche, e non essere utilizzati per altri scopi. Le imprese alberghiere pagano già ampiamente l’IMU e la tassa sui rifiuti, quindi la tassa di soggiorno deve avere altri obiettivi. Ci crediamo fermamente. Da imprenditrice, forse anche come imprenditrice di confine, questa provocazione mi ha fatto riflettere su un altro punto: prodotti turistici di rilevanza nazionale potrebbero avere maggiore importanza se fossero coordinati a livello nazionale. Pensiamo ai Cammini, alle Ville Venete, ossia a tutti quei prodotti soprattutto interregionali; se avessero un capofila che lavorasse in modo professionale, potremmo ottenere risultati migliori rispetto alla frammentazione attuale.  

Ciccardi. – 0:49:03 – Assessore Bini, abbiamo bisogno del supporto delle Regioni per aiutare il nostro turismo, che continua a essere una risorsa essenziale per l’Italia.  

Bini. – 0:49:29 – Grazie, buonasera a tutti. Innanzitutto devo farvi i complimenti per aver organizzato questo panel. Il turismo è assolutamente essenziale per un paese come l’Italia; finalmente l’abbiamo capito. Purtroppo, per troppi anni l’abbiamo vissuto come un qualcosa che c’è, ci sono i turisti, ma non l’abbiamo mai sfruttato, tra virgolette, come serviva. Oggi mi è piaciuto ascoltare perché, oltre ad avere qui con me al tavolo dei rappresentanti di categoria e degli imprenditori del settore, quindi chi più di loro, di chi mette le mani in pasta, sa cosa serve davvero al comparto, devo dire che Stefano, Gabriele, Carlo… non ho sbagliato i nomi, vero? Perfetto, la memoria ancora tiene. Hanno posto dei quesiti importanti che necessiterebbero di un certo tempo per una risposta, però i tempi che ci sono stati dati sono molto brevi. Mi permetto di fare un flash, un passaggio sui quesiti che sono stati posti agli amici qui presenti. 

Temi importanti, dicevo, fondamentali: la formazione. Mi permetto di dire cosa è successo. Purtroppo, in questi ultimi anni i nodi sono arrivati al pettine. Mancano lavoratori, ma non solo nel settore turistico. Oltre ad avere la delega per il turismo, ho anche la delega per l’industria e, purtroppo, i lavoratori mancano in tutti i settori. E perché è avvenuto questo? Perché abbiamo una grande fortuna. Soprattutto per i lavori cosiddetti stagionali, parliamo di lavori stagionali, ci sono passati tutti; tanti sono passati attraverso i lavori stagionali quando lavorano. Abbiamo una gran fortuna: viviamo in un paese dove si sta bene, quindi i ragazzi giovani hanno sempre l’euro in tasca e già questo è un fattore che dice a un giovane… Io mi ricordo quando avevo l’età della scuola e volevano qualcosa, il motorino, per esempio. I genitori dicevano: “Il motorino lo vuoi? Sì, bene, vai a lavorare”, e tu andavi a fare i lavori stagionali. Oggi questa cosa qua non c’è più, se non in pochissimi casi. 

Quindi, la prima cosa che noi dovremmo fare… gli ITS vanno bene, ma dobbiamo riportare la cultura del lavoro nella nostra società. Mi permetto di fare una battuta, senza menzionare partiti: c’è stato anche qualcuno che ci ha insegnato e ha insegnato a tanti giovani per qualche anno che non serviva lavorare. Stavi a casa, comunque gli 800 euro te li pigliavi. Quindi lì sono iniziati i problemi per il nostro paese. E poi paghiamo 25 anni di stacco rispetto alla Germania sulle scuole di formazione, sugli ITS. Quindi c’è e ci sarà molto da fare. Stiamo incominciando perché, prepotentemente, il governo centrale ma anche le Regioni si stanno adoperando per tanto, quindi cultura del lavoro. Ritorniamo ad insegnare ai giovani che per avere qualcosa te lo devi guadagnare, devi lavorare. 

Sostenibilità, è vero, con il Covid c’è stato proprio lo scossone. Subito dopo il Covid abbiamo avuto quella sberla dovuta agli aumenti del costo dell’energia che ci hanno un po’ fatto accelerare i processi di trasformazione. Però, per dir la verità, la comunità europea aveva già iniziato a normare e ad incentivare tutta una serie di linee contributive, di linee di sostegno a favore delle imprese. Però anche lì: sostenibilità ambientale, va bene, l’Italia va bene, l’Europa va bene, ma il resto del mondo? L’ambiente non è diviso da confini, da muri, per cui se l’Europa fa il proprio dovere ne beneficia tutto il mondo. No, purtroppo siamo all’Internazionale e lì vedo ancora una certa timidezza. Noi Europa, non parlo dell’Italia, stiamo accelerando e premendo tanto, anche pressando in maniera significativa gli imprenditori, perché adeguarsi a tutte quelle che sono le normative della comunità europea costa alle imprese. Poi è vero che una grossa mano è stata data dal governo centrale, soprattutto a proposito di sussidiarietà del Paese Italia in quegli anni maledetti dove sono stati messi miliardi e miliardi, ma anche le Regioni. Io parlo della mia Regione: ho messo una quantità di denaro a favore delle imprese impressionante. E qua il sistema Italia, il sistema Paese, il sistema degli imprenditori ha permesso di superare un tanto. Ora devo dire che stiamo accelerando parecchio. Vedo le imprese, tante si stanno adeguando, anche in questo caso il percorso. 

Le transizioni, i cambiamenti che avvengono storicamente, non si risolvono in un quinquennio, in un decennio; necessitano di un tempo necessario. Nel 2050 emissione zero? Bah, vedremo. È vero che sembra così lontano, ma vedremo quanto costerà l’emissione zero. Vi ricordate che fino a un anno fa, due anni fa, andavano di moda tutte queste macchine elettriche e viva le batterie. Parlavo con degli amici che vendono autovetture e mi dicono che la PIL dell’elettrico è pari a zero. Quindi bisognerà riflettere parecchio. 

Venendo un po’ a quello che lei ha chiesto, per quanto riguarda invece la promozione, Carlo, bisognerebbe andare verso un doppio binario. Io vivo in una regione a statuto speciale, quindi anche per quanto riguarda la tassa di soggiorno, abbiamo regolamentato autonomamente. È vero, con la ministra Santanché, con i colleghi, stiamo ragionando sulla revisione della tassa di soggiorno a livello nazionale. La volontà è quella di dedicare i danari provenienti da questa tassa a favore del turismo, ci mancherebbe altro. Devo dirvi che abbiamo anche delle pressioni da parte dei sindaci per riuscire a… Vero, è così? Eh, ma loro fanno il loro mestiere. Però vi posso garantire che da parte nostra c’è una ferrea volontà di mantenere la destinazione verso il turismo. 

Per esempio, noi, nella nostra regione, cosa facciamo e come li dedichiamo? Con percentuali che possono essere decise da un tavolo, quindi non sentito ma concertato, dove a questo tavolo c’è la regione, ci sono i comuni e ci sono le associazioni di categoria. Assieme si decide come destinare, però io ti do i binari di intervento: da una parte hai le infrastrutture ad uso turistico, dall’altra parte hai la promozione, e decidi tu che peso darci. E sta funzionando, devo dirvi la verità che sta funzionando la promozione del comparto. L’IBA ha fatto un distinguo. È difficile che, come è stato giustamente detto, il governo italiano riesca a promuovere in maniera capillare l’intero Paese, perché noi viviamo in un Paese meraviglioso che presenta però delle differenze, delle diversità affascinanti. 

Allora, ma anche lì la Santanché sta andando dritta sulla cosa. Un conto è promuovere il sistema Paese a livello internazionale quando ti presenti nelle fiere di settore ed è bene. L’ENIT, abbiamo parlato, ci siamo anche interrogati più volte, è bene che promuova in maniera forte il Paese, e le Regioni magari partecipino, assieme al governo centrale, alla promozione del Paese. Però poi ci sono i territori ed è giusto che ogni regione, perché ogni regione poi ha la forza per entrare nel territorio. 

Noi cosa abbiamo fatto? Poi vado a chiudere perché i tempi sono, come lei mi diceva, molto stretti. Prima si parlava del fenomeno dell’overtourism. Abbiamo fatto proprio questa cosa qua. Noi viviamo in una regione piccolina, però effervescente. Dal 2019 ad oggi siamo cresciuti di oltre il 20% come presenze turistiche, e questo è avvenuto anche grazie a un cambio di paradigma. La gente ha incominciato ad apprezzare il turismo esperienziale. Hai usato questa parola, Carlo, prima. Quindi non solo le nostre Venezia, Firenze, Roma, Napoli, le grandi città dell’overtourism, ma hanno incominciato ad amare e cercare le piccole località. Noi come Sistema Friuli-Venezia Giulia abbiamo incominciato a promuovere, a spingere. Con me c’è anche il direttore di quello che è il braccio armato, Promoturismo, Jacopo Mestroni, qua presente con me in sala, che ha la fortuna di poter beneficiare anche di risorse importanti. Perché, attenzione, la promozione la fai non solo con le idee ma anche con i soldi. Vi dico solo che quest’anno, come regione, abbiamo speso 12 milioni di euro per promuoverci sulla stampa, sui media, ma se non hai soldi ci fai ben poco, perché altrimenti non ti promuovi. 

Quando siamo arrivati noi, ci si promuoveva tra campanili, d’accordo, sposti da un paese all’altro, ma non funziona così. Tu devi riuscire a portare soprattutto gli stranieri. Mi sta guardando già con occhio, quindi vi ho detto che servirebbe almeno un’ora per rispondere a tutto. È un sistema, e chiudo davvero, un sistema Paese che si sta muovendo. Abbiamo finalmente capito la potenzialità che ha il turismo, però serve ancora fare molto. Ci sono magari tanti colleghi che, con l’aiuto anche del pubblico e delle istituzioni, dovrebbero incominciare a mettere le mani nel portafoglio, in tasca, per adeguare le strutture ricettive a quelle che sono le esigenze del turismo moderno. Quindi non è una critica, ma è una constatazione. Parlo per la mia regione, dove una qualcosina in più stanno cercando di fare, ma di strada da fare ce n’è ancora molta. Grazie.  

Ciccardi. – 1:01:01 – Grazie, Assessore. Onorevole, a lei le conclusioni, avendo sentito un po’ tutti. 

Caramanna. – 1:01:10 – Non è facile perché non so da dove cominciare. Intanto, grazie dell’invito, grazie al Meeting e grazie all’amico Andrea Babbi. Sono molto contento e onorato di essere qui anche perché, come diceva prima l’Assessore Bini, parlare di turismo oggi è essenziale per la nostra nazione. Vedete, il Ministero del Turismo ha cominciato da qualche mese una mappatura dei codici Ateco, perché quando parliamo di turismo, parliamo del famoso 13%, che secondo me è un dato incompleto. È un dato incompleto perché le nostre città, io vivo a Roma, purtroppo con il Covid hanno messo in evidenza che il turismo non vale il 13%, il turismo vale molto di più. E quindi è bene dare il giusto peso a un settore che oggi resta trainante per la nostra economia in tutte le regioni. 

Vorrei fare anche un passaggio, qui ne approfitto, c’è l’assessore Bini, per ringraziare tutti gli assessori. Perché è vero che esiste il titolo quinto della Costituzione, ma io credo che forse come non mai il Ministero serva da regia a 20 ottimi attori. Nel senso che abbiamo degli assessori che, in modo trasversale, qui la politica, forse il turismo è uno dei pochi settori dove i colori della politica contano di meno; non voglio dire che non contino, però sicuramente stiamo facendo un ottimo lavoro anche con colleghi amici di regioni non governate dal centrodestra, e sicuramente questo è un punto di partenza per cercare di avere una regia, una strategia nazionale per riportare l’Italia dove è giusto che sia. 

Vediamo i numeri che stanno correndo: l’Italia soltanto ad agosto, in questo mese, si parla di oltre 60 milioni di presenze con 16 milioni di arrivi. È ovvio, ci sono delle aree che magari ad agosto saranno piene e altre che avranno delle difficoltà; le città d’arte ovviamente con questo caldo un pochino soffrono, ma il mare cresce, la montagna cresce. Io sono convinto che i numeri del 2024 supereranno quelli del 2023. E quindi, cosa fare? Cosa può fare il Ministero? Il Ministero può fare molto, intanto finanziare tutte quelle operazioni che possono servire a delocalizzare. Lo diceva prima l’assessore. Delocalizzare vuol dire finanziare i piccoli comuni a vocazione turistica, finanziare i borghi, finanziare i cammini religiosi. 

Io a volte rimango basito. Per qualche mese ho avuto l’onore di collaborare con il Presidente Acquaroli delle Marche e mi sono reso conto che nessuno conosce il cammino della Via Lauretana. Tutti vanno a Santiago, rispettabilissimo, ma la Via Lauretana è un cammino che unisce Assisi a Loreto, quindi non vi devo spiegare nulla. Eppure, non è promosso, eppure in pochi lo conoscono. Promo-commercializzazione per aiutare quei territori a promuoversi, come diceva l’assessore, a crescere. E il Ministero deve fare questo: deve stare accanto ai territori, aiutare gli assessori a promuovere e fare un lavoro tutti insieme che possa riportare l’Italia ovviamente in vetta. 

Un altro lavoro che purtroppo non voglio più vedere nelle fiere, e lo diceva prima l’assessore: qua siamo abituati a vedere i padiglioni delle regioni, no? Ma quando andiamo all’estero vediamo a volte regioni una accanto all’altra che dicono “il mio mare è più bello del tuo”, “mare italiano”. Quindi forse dovremmo anche cercare di lavorare per promuovere il prodotto Italia, il prodotto Italia è tutto bello, non “il mio è più bello del tuo”, “io sono più bravo di te”. Non esiste, e questo è quello che sta provando a fare il ministro Santanchè, che ha anche voluto e obbligato le regioni a mettere il tricolore insieme al loro logo, perché noi siamo tutti uniti da tre colori che sono il verde, il bianco e il rosso. Il resto ovviamente lo fanno la bravura e la bellezza del nostro territorio. 

Ultima cosa, si è parlato di tassa di soggiorno. So che tanto poi se ne parlerà nei prossimi giorni, magari i giornali lo riprenderanno. C’è stata una piccolissima polemica a margine delle vacanze, degli ultimi lavori del Parlamento prima delle vacanze estive. È circolata una bozza, una bozza che secondo me ha qualcosa di positivo; poi ovviamente ci si lavorerà, qualcuno ha dato già dei giudizi secondo me preventivi, anche in modo prevenuto. In quella bozza si parla di tassa di scopo, si parla di aiuto al territorio in senso turistico, in senso di accessibilità. Noi la sfida nei prossimi anni la vinciamo, come si diceva prima, con i servizi, con la formazione, con i servizi. Una delle priorità in questo momento per il Governo ma per il Parlamento tutto, perché poi in decima commissione abbiamo una proposta di legge che verrà approvata a brevissimo, penso entro settembre, ed è a firma bipartisan, anzi firmata da tutti. Io sono il primo firmatario sull’accessibilità. Vogliamo essere i primi a fare una legge sull’accessibilità che renda il nostro Paese veramente un esempio per tutti. 

Sono stato al Consiglio esecutivo delle Nazioni Unite, hanno chiesto la nostra proposta di legge. Credo che questo veramente possa fare la differenza perché nei prossimi anni le sfide, e lo hanno detto correttamente prima i relatori ma lo diceva anche l’assessore, le vinceremo sui servizi. Se saremo bravi, in quel caso non avremo nessun paese, anche vicino, che ci toglie fette di mercato. Non tolgono nulla perché chi arriva in Italia sa che mangia bene, sa che dorme bene, sa che può stare bene e sa soprattutto che c’è un paese che oltre ad essere ospitale, sa accogliere e ovviamente sa dare anche i giusti servizi. 

Sulla tassa ovviamente vedremo quello che sarà. Io sono convinto che il passaggio a una percentuale, poi vedremo come, con un tetto massimo o senza tetto massimo, possa essere una giusta rivoluzione anche per togliere quella confusione che si è creata nel mondo circa la nostra tassa di soggiorno. Esiste il federalismo fiscale, quindi noi non possiamo imporre ai territori nulla, ma sicuramente fare un quadro di riferimento per aiutare i territori, ma soprattutto per chi promuove la nostra bellissima nazione. Io vi ringrazio, non credo che ci sia altro da aggiungere, ma soprattutto speriamo di rivederci qui tra un mese e mezzo e poter commentare dati positivi di quest’estate. Grazie.  

Ciccardi. – 1:08:20 – Ringrazio veramente di cuore tutti i nostri relatori perché, – ismo al Meeting è un grande orgoglio e soprattutto in una città come questa, siamo nella capitale del turismo che è la Riviera Romagnola e la nostra regione. Purtroppo le luci non mi permettono di vedere i partecipanti alla sala, che ringrazio personalmente per essere venuti. Vedo forse la presidente dell’Associazione Albergatori di Rimini, che ringrazio. Vedo Graziano Debellini, presidente di uno dei gruppi più importanti del turismo, TH. Ho visto Mauro Santinato; prima l’Onorevole ha parlato di accessibilità, quindi abbiamo qui anche Roberto Vitali che è il portavoce dell’accessibilità. Mi dispiace, altri non riesco a vedere, però ringrazio veramente tutti e arrivederci al Meeting dell’anno prossimo. 

Data

23 Agosto 2024

Ora

16:00

Edizione

2024

Luogo

Arena cdo C1
Categoria
Arene