Chi siamo
Il pianeta degli animali
‘La mostra – curata da Giuseppe Minelli, Direttore dell’Istituto di Anatomia Comparata dell’Università di Bologna e, per la parte antropologica, da Fiorenzo Facchini, Direttore dell’Istituto di Antropologia dell’Università di Bologna e Gianni Guisberti – consta di circa 70 pannelli che riproducono il cammino evolutivo, dalla nascita della vita all’Homo Sapiens Sapiens; è corredata da manufatti preistorici, gentilmente concessi dall’Istituto di Antropologia dell’Università di Bologna. L’evoluzione comporta spesso l’estinzione di alcune specie e lo sviluppo di nuove, adatta a vivere in situazioni ambientali, climatiche e geologiche modificate rispetto alle precedenti. Una specie spesso non succede ad un’altra con gradualità ma, se così si può dire, per salti. A una specie estinta si sostituisce la vita di nuove specie. La morte per specializzazione (animali “specializzati”, cioè adattati a vivere esclusivamente in un dato ambiente e clima muoiono, se l’ambiente o il clima cambiano) è il costo dell’evoluzione. L’uomo fu il primo essere capace di non soccombere per specializzazione; bipede indifeso della savana secca africana, facile preda di veloci e feroci felini, non solo sopravvisse, ma dall’Africa si diffuse in tutto il mondo. L’Homo Habilis (da oltre 2 milioni di anni fa), l’Homo Erectus (da 1,6 milion ad alcune centinaia di migliaia di anni), l’Homo Sapiens, il Sapiens Sapiens, non sono probabilmente specie diverse, ma appartengono tutti alla medesima specie che, fin dall’inizio, ebbe quei caratteri di industriosità, astuzia, senso artistico, religiosità e socialità caratteristici dell’uomo. L’evoluzione, pur grandissima, tra Homo Habilis e Homo Sapiens Sapiens, non provoca salti biologici: è la stessa specie che si modifica integrando per la prima volta, nella lunga storia della vita, l’evoluzione biologica con lo sviluppo della cultura, protagonista esclusiva della storia dell’uomo.’