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Il Codice Cospi
‘I codici mixtechi sono considerati vere e proprie opere d’arte, oltre a costituire importanti testimonianze storiche, genealogiche e mitologiche, che ci hanno permesso di ricostruire la cultura dei popoli che vivevano nell’area mesoamericana in età precolombiana. In particolare, la civiltà mixteca fiorì in età post-classica (cioè dal 900 d.C: all’arrivo dei conquistadores) nella zona di Monte Albàn e in altri siti dell’attuale stato dell’Oaxaca (sud-ovest del Messico). I codici sono bellissimi documenti, dipinti a vividi colori sopra strisce di pelle di cervo, incollate e piegate a forma di paravento. Su questi “fogli”, i Mixtechi dipinsero scene di straordinario dinamismo e di eccellente composizione. La mostra vuole presentare una delle più significative produzioni in questo campo, il Codice Cospi. Codice azteco-mixteco di tradizione mixteca-puebla, risalente ai secoli XV-XVI, contiene un calendario divinatorio. E’ di quel genere che dovette esistere in ogni tempio nell’ambito del vasto impero Azteco, con una lunga striscia di pelle di cervo ricoperta, sui due lati, da un sottile strato gessoso per rendere possibile la scrittura. Il tutto ripiegato a fisarmonica a mo’ di libro, in modo da formare venti pagine, con una copertina in pergamena italiana del XVII secolo, forse bolognese o romana, ornata a ventagli. Il manoscritto, sulla cui storia ancora regna un alone di mistero, è testimonianza preziosa di un’arte, quella mixteco-puebla, che soltanto in questi ultimi anni sta ricevendo le attenzioni che merita da parte degli studiosi.’