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I Mandala dei due mondi
‘I Mandala dei due mondi sono custoditi in un antico tempio di Kyoto (a nord di Tokyo): il Kyoo Gokoku-ji To-ji. Si tratta rispettivamente dei Mandala del mondo dell’Utero e di quello del mondo Diamante, denominati più descrittivamente il Mandala del ‘Cerchio nato dal Grembo della Grande Misericordia” ed il Mandala delle “Nove Riunioni’. Il primo ha una struttura concentrica, il secondo una ripartizione a scacchiera. L’uno, come suggerisce il titolo, celebra l’infinita compassione del Buddha; l’altro, la Sua assoluta saggezza. I Mandala dei due mondi si segnalano, tra l’altro, per la loro grande vivacità cromatica e sono i più antichi fra quelli ancora conservati. A tutt’oggi, è impossibile ricostruire esattamente la storia della loro nascita. Rappresentano comunque una remota copia dei Mandala originali che il patriarca Kukai portò dalla Cina in Giappone all’inizio del IX secolo d.C. (il To-ji fu fondato nell’823 e consegnato al dotto sacerdote come tempio principale della setta Shingon). Il valore liturgico ed artistico dei Mandala dei due mondi è inestimabile e vengono mostrati al pubblico solo in rarissime occasioni. Il fotografo Yasuhiro Ishimoto, nato a San Francisco nel 1922 da una famiglia di immigrati giapponesi, ha potuto effettuare, nell’estate del 1973, una ricca serie di studi di insieme e di dettaglio di questi leggendari Mandala, fornendocene non solo eccellenti riproduzioni, ma anche una fedele e suggestiva chiave di lettura. In questo caso infatti, l’uso dell’ingrandimento fotografico non ha falsato la comprensione dell’opera d’arte, ma l’ha facilitata, mettendo in risalto la qualità ed il significato di quella miriade di minuscole figure che compongono i Mandala. Gli importanti studi fotografici di Ishimoto trovarono presto la loro meritata valorizzazione. L’editore Heibonsha li utilizzò per uno dei più lussuosi libri mai pubblicati dedicato ai Mandala dei due mondi. Seguì la prima esposizione dei lavori che avvenne nel 1977 al Seibu Museum of Art di Tokyo e incontrò una calorosa accoglienza. La suggestiva mostra viene ora proposta al pubblico del Meeting grazie alla collaborazione della Japan Foundation, il gruppo Seibu ed il Museo dei Paesi asiatici di Colonia (attuale proprietario dell’esposizione). Completano la rassegna riminese la realizzazione di ripetuti concerti di “Shomyo”: musica sacra buddista, eseguiti da tre monaci buddisti.’