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GESTI E PAROLE. Jorge Mario Bergoglio, una presenza originale
A cura di Alejandro Bonet, Horacio Morel, Debora Ramos
Comitato scientifico: Massimo Borghesi, Guzman Carriquiry Lecour, Julian de la Morena, Anibal Fornari, Austen Ivereigh
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La mostra offre un viaggio attraverso la vita, la formazione e l’azione pastorale di Jorge Mario Bergoglio. Chi è quest’uomo scelto dallo Spirito Santo per guidare la barca di San Pietro?Da dove viene questa vita? I curatori cercheranno di rispondere a queste domande, attraverso sette passaggi che svilupperanno il percorso (Bergoglio come gesuita, Il pensiero di Bergoglio, Cultura e istruzione, Unità e Conflitto, Periferia e centro, Plasmare un’identità: Aparecida, Bellezza, bontà e verità).
Bergoglio è una personalità forgiata nella fede in Cristo e nell’appartenenza alla Chiesa, con chiare radici europee che si fondono nella esperienza storico-culturale del popolo di Dio latino-americano, nato e chiamato in una megalopoli come Buenos Aires, nella quale si mescolano i vantaggi e le miserie del mondo urbanizzato.
La vocazione di Bergoglio nasce un giorno di primavera in Argentina, 21 settembre 1953, giorno di San Matteo, la cui espressione più rappresentativa è il quadro della Vocazione di Matteo dipinto da Caravaggio, che segna in profondità tutta la sua personalità espressa nel suo motto episcopale “miserando atque eligendo” (lo guardò con amore misericordioso e lo scelse). Questa vocazione si approfondisce nell’appartenenza all’ordine dei gesuiti, quelli francesi in particolare, facendo proprio il modello paradigmatico di Pierre Favre, amico del gesuita Ignacio e compagno nei primi giorni dell’ordine.
Sulla base di Adam Mohler, intende la Chiesa come “coincidentia oppositorum”, una visione che ritroviamo in Erich Przywara, Henri de Lubac, Gaston Fessard. Bergoglio è argentino e, allo stesso tempo, per gli autori della sua formazione e per le sue letture di riferimento, profondamente europeo. Infatti proprio la sua formazione intellettuale consente di comprendere lo sguardo complesso e poliedrico che guida l’attuale Pontificato.
Nella sua formazione come gesuita, fu segnato particolarmente dall’impronta del gesuita padre Alberto Hurtado, oggi santo che, come la maggior parte dei cileni gesuiti del suo tempo nel 1940 aveva cominciato a mettere in discussione il posto della Chiesa nella società . Voleva che il contatto con i poveri fosse un elemento necessario della formazione dei gesuiti. Bergoglio ha preso questo modello quando era Provinciale dei Gesuiti e rettore del Colegio Maximo.
“Come Vorrei una Chiesa povera per poveri!”
L’incontro latino-americano dei vescovi a Aparecida nel 2007 sintetizza un processo di maturazione dell’intera Chiesa latinoamericana, dove Bergoglio è il protagonista decisivo.
Qual è la chiave per leggere Aparecida e il suo filo conduttore?
Il punto centrale, la “chiave di lettura”, è data nell’affermazione: “La vera natura del cristianesimo consiste nel riconoscere la presenza di Gesù Cristo e nel seguirlo. Questa è stata la bella esperienza di quei primi discepoli che, trovando Gesù, sono rimasti affascinati e pieni di meraviglia per l’eccezionalità di chi ha parlato con loro, il modo in cui ha trattato, corrispondenti a fame e sete di vita che era nei loro cuori. Tutto inizia con una domanda “Cosa stai cercando?” A quella domanda seguì l’invito a vivere un’esperienza “vieni e vedi”.
La possibilità che la ricchezza della tradizione di una fede incarnata nella storia non venga persa è quella di ritornare all’incontro con Cristo presente oggi.
Ecco Jorge Mario Bergoglio.