Chi siamo
Etna mito e realtà
‘La Mostra, realizzata in collaborazione con l’Accademia dell’Arte Statale di Dusseldorf, propone 14 tavole di grandi dimensioni. Con questo lavoro, Hoehme si è congedato dall’Accademia di Dusseldorf dopo 24 anni di insegnamento e di attività creativa stimolante. Hoehme iniziò il lavoro alle sue tavole di grande formato nel 1981, dopo precedenti studi di carattere fotografico sull’Etna. La mostra riminese viene quindi completata dall’apparato di documenti fotografici e di ulteriori lavori che sono nati in concomitanza col singolare ciclo pittorico. Nel suo lavoro, Gerhard Hoehme ha trasferito le sue esperienze con l’Etna e il proprio coinvolgimento con il significato della montagna nell’antica mitologia. Il maestro è infatti affascinato dalla realtà del monte Etna che, in qualità di unico vulcano d’Europa ancora attivo, continua a far parlare di sé tramite piccole, intense e distruttive eruzioni. Tali eruzioni evidenziano l’estraneità dell’uomo e mettono sempre più a nudo la sua impotenza di fronte alle forze della natura che si scatenano. Al tempo stesso, il singolare paesaggio, le bizzarre formazioni delle correnti laviche e la cromaticità delle pietre esercitano su Hoehme una potente forza d’attrazione. Inoltre lo interessa il significato che viene attribuito a questo monte nella mitologia antica: si dice fra l’altro che il filosofo Platone abbia compiuto il suo primo viaggio in Sicilia attorno agli anni 388-387 a.C., esclusivamente per scalare l’Etna e per farsi un’impressione di questo vulcano. Si possono trovare, anche in epoche più lontane, descrizioni di questa montagna che per gli antichi rappresentava qualcosa di più dell’officina degli Efesti e dei loro assistenti, i Ciclopi. Sotto di lei, Zeus stesso deve aver sepolto, dopo una movimentata lotta, i giganti Tiphon ed Enkelados. Nel cratere dell’Etna, secondo la leggenda, trovò la morte nel 430 a.C.. anche il filosofo greco Empedocle. Hoehme ha trasferito in penetranti immagini pittoriche la realtà da lui otticamente vissuta del paesaggio dell’Etna e la sua conoscenza della mitologia relativa a questa montagna. In questi quadri, lo spettatore può cogliere il confronto dell’artista con la realtà visibile e con l’inafferrabile, che si ripercuote tanto nell’opera singola quanto nel ciclo intero.’