Chi siamo
Di là del mare
‘Nel grande risveglio di interesse che si registra intorno all’avventura di Cristoforo Colombo, alle civiltà cosiddette precolombiane e alle “radici” delle diverse etnie che convivono nell’universo latinoamericano, c’è come un orizzonte oltre il quale lo sguardo non si spinge, un lato oscuro della luna: questo mondo in ombra, questo capitolo della storia che esige di essere attentamente vagliato è quello dell’Evangelizzazione dell’America Latina. E’ un fatto che i popoli di questo continente sono cristiani: il dato più impressionante è che lo sono divenuti nell’arco di pochi decenni, grazie a un impeto missionario senza paragoni. Fin dall’anno della scoperta delle nuove terre, via via che esse si configuravano non più come l’appendice del continente asiatico, ma come un’immensa regione che veniva svelandosi poco a poco, le partenze dei missionari si moltiplicarono fino a creare uno straordinario e ininterrotto flusso fra Europa ed America. Si tratta di un versante piuttosto inesplorato dalla nostra cultura: ed è questo l’Oltremare che la mostra si propone di indagare, attraverso testimonianze autentiche e spesso inedite, che soltanto oggi si affacciano al multiforme mondo della comunicazione. La documentazione illuminerà cinque temi fondamentali: a) la febbre dell’Oltre. Le ragioni del partire, il configurarsi del Nuovo Mondo, le testimonianze di regnanti, navigatori e missionari sono illustrate da carte nautiche, disegni, documenti epistolari e ritratti, nonché da un quadro sinottico delle principali fasi della scoperta e degli stanziamenti europei; b) l’epopea della fede. L’incontro fra i popoli latinoamericani e la Chiesa, è documentato da catechismi e grammatiche nelle lingue indigene; da lettere riguardanti le conversioni degli indios; da interventi ecclesiastici volti a rendere più vicine agli indios la liturgia e la dottrina; da biografie e ritratti dei più importanti santi: da interventi delle chiese locali a favore degli indios; da copie di bolle, lettere e interventi papali; c) la Virgen morenita. La sezione è dedicata a Maria di Guadalupe, segno della riconciliazione fra popoli indio e europeo. Viene esposta un’antica immagine della Vergine di Guadalupe e sono illustrati gli episodi principali dell’evento miracoloso, con testimonianze relative alle conversioni; d) non un’utopia, ma una compagnia. Le reducciones e le altre forme di presenza sociale (laboratori, orfanotrofi, ospedali e altre opere), i grafici e le mappe relativi alla distribuzione delle opere e dei centri di irraggiamento missionario; e) una nuova espressività. La cultura e l’arte “mestiza”: la scuola cuzquena (America ispanofona); l’ “Aleijadinho” (Brasile). Sono esposti 9 quadri della scuola cuzquena dei secoli XVI e XVII, riproduzioni fotografiche di opere del grande “Aleijadinho” e il plastico del Santuario di Congonhas (Brasile).’