Chi siamo
Dall’amicizia all’azione, dall’azione all’amicizia. Giuseppe Tovini
Nel 2008 ricorrono 10 anni dalla beatificazione di Giuseppe Tovini (1841-1897), avvocato bresciano, padre di dieci figli e uno dei massimi leader del movimento cattolico della seconda metà dell’Ottocento che, a seguito del “Non expedit” di Pio IX, ha visto il fiorire di una straordinaria presenza sociale dei cattolici, impegnati nella costruzione di opere culturali, sociali, economiche e finanziarie. Tovini fu uno dei massimi protagonisti di questa esperienza che ebbe il suo corso nell’Opera dei Congressi. In essa, di cui fu Vicepresidente, promosse l’apertura della III Sezione (Istruzione ed Educazione), di cui fu Presidente.
Nei pochi anni della sua vita, fondò numerose opere: giornali e periodici (“La Voce del popolo”, “Il Cittadino di Brescia”), la prima società operaia femminile, banche (Banca di Vallecamonica, Banco San Paolo di Brescia, Banco Ambrosiano); promosse la ferrovia della Valle Camonica per lo sviluppo della valle. Ma il centro delle opere di Tovini resta la preoccupazione per l’emergenza educativa, ben espressa in una sua frase: “le nostre Indie sono le nostre scuole”. Fondò scuole (Istituti Luzzago e Arici), asili, ma anche collegi per preparare all’insegnamento, riviste per gli insegnanti (Scuola Italiana Moderna, pubblicata ancora oggi), una Lega per l’aggiornamento tra insegnanti ed una assicurazione. Inoltre, lo stesso Padre Gemelli gli ha sempre riconosciuto la paternità dell’idea dell’Università Cattolica. Negli statuti delle banche da lui fondate inserì tra le finalità il sostegno alle opere, in particolare a quelle educative.
Tovini visse questo impegno, che fu anche pubblico e politico (fu sindaco di Cividate Camuno, Consigliere comunale e provinciale a Brescia) nella consapevolezza del valore civile delle opere nate nel solco della tradizione cattolica (“L’essere cattolico non mi ha mai impedito di amare la Patria”); impegno avversato, ma riconosciuto, da uomini come lo Zanardelli.
La mostra non affronterà il Tovini secondo un criterio biografico, ma a partire dalle opere stesse e dal loro significato.
Nella seconda sezione racconterà il contesto storico (l’Italia dopo l’Unità, Brescia e la Valle Camonica), ma anche il contesto amicale in cui Tovini operò, dai protagonisti dell’Opera dei Congressi ai maestri ed amici bresciani che con lui collaborarono. E’ molto significativo, in proposito, il giudizio che diede di Tovini e di questa fioritura cattolica l’allora mons. G.B. Montini (il futuro Paolo VI, figlio di Giorgio, Direttore de Il Cittadino fondato da Tovini), nell’Introduzione alla biografia scritta da Cistellini (1953): “Dall’amicizia all’azione, dall’azione all’amicizia; (…) dove questa circolazione di carità ebbe il suo corso fiorirono le opere, ed ebbero, piccole o grandi che fossero, fortunate o fallite, valore apologetico, virtù rappresentativa; e dove quella si rallentò, di queste si attenuò lo splendore e si attenuò l’efficacia”.
La terza sezione mostrerà il rapporto con la moglie e i figli, la professione di avvocato, il rapporto con la malattia che lo portò ancor giovane alla morte e, origine del suo fare e del suo essere, il rapporto con Cristo; ovvero le dimensioni della vita di Tovini che ne testimoniano la profonda unitarietà, ben descritta da una delle testimonianze dirette più efficaci: “la sua vita fu insieme una guerra continua e una continua preghiera”. In questa sezione si farà parlare lo steso Tovini, attraverso le sue lettere, gli interventi ai Congressi cattolici, e i testimoni diretti.
Infine si coglierà di Tovini la grande attualità ed il messaggio a cristiani e laici impegnati nella realtà: giornalisti e insegnanti, mariti e genitori, banchieri e politici. Si tratta di una vita che è un giudizio che ha molto da dire a chi, oggi, è impegnato nella costruzione di opere.
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