Città e destino. New York, Saint Louis, San Pietroburgo, Atlanta, 80 fotografie di Joel Meyerowitz, tra cui 10 scatti dalle Twin Towers e dal Ground Zero.

 

Con le sue fotografie, Joel Meyerowitz è il testimone eccezionale dell’evento che ha segnato drammaticamente l’inizio del terzo Millennio. Dall’alto del suo studio, per anni, lo sguardo di Meyerowitz ha reso visibile la grandezza del cielo che si rispecchiava su Manhattan nell’altezza delle Twin Towers. Così, dopo l’11 settembre, Meyerowitz è stato chiamato a portare alla luce, nella desolazione di Ground Zero, la forza di vita che anima New York e i suoi abitanti.
Nato nel 1938 a New York, allora giunta all’apice del suo innalzarsi a città emblema del XX secolo, Joel Meyerowitz incontra la fotografia nelle immagini di Robert Frank e Diane Arbus, di cui è stato assistente, e nell’eco degli scrittori della Beat Generation alla fine degli anni Cinquanta; e la metropoli diventa il fulcro della sua opera artistica.
Per Meyerowitz, la fotografia diventa la possibilità di una visione consapevole e critica della condizione umana e pone la necessità di operare sulla strada per descrivere gli eventi imprevisti e i gesti imprevedibili della ancora sconosciuta vita contemporanea nella metropoli. “Non si può averne mai abbastanza della commedia umana” dichiara Meyerowitz, protagonista della Street Photography di quegli anni con Lee Friedlander e Garry Winogrand, “perché ogni giorno essa ti si propone con un diverso aspetto: le sue tragedie, le sue ironie, le sue spiegazioni spontanee e i suoi risvegli. Tutto questo succede in modo simile al jazz, quando si lavora con una macchina fotografica piccola si è immediatamente coscienti di quello che sta succedendo in strada”.
Come già Paul Strand, Meyerowitz si rende rapidamente conto che la verità dell’uomo può essere sperimentata nella sua infinita complessità vivente solo nell’apertura alla vita contemplativa: e così decide di passare al più grande formato 20×25. Fondamentale, in questo processo di maturazione, è l’utilizzo del colore. “Avevo visto nel colore del 35 mm un certo tipo di qualità descrittiva che il bianco/nero non aveva… e il mio argomento dai primi anni Settanta è stato che il colore è significativo”. Come figure umane in cammino per le strade alla ricerca del proprio destino, nelle immagini a colori di grande formato anche gli edifici diventano protagonisti nelle rappresentazioni di Meyerowitz: l’Empire State a New York, l’Arco di Eliel Saarinen a Saint-Louis, l’A.T.T. di Phil Johnson ad Atlanta, i palazzi di San Pietroburgo, costruiti nel Settecento dagli architetti italiani. Il portare la figura della città da scena a protagonista della rappresentazione in Meyerowitz non significa l’esclusione dell’uomo – o una sua diminuzione – dal dinamismo dell’immagine, ma diventa anzi per lui l’unico modo per farlo tornare al centro come vero soggetto della storia che s’allarga al mondo.
“Descrizione è una parola chiave per me… Sì. Le fotografie descrivono quello che la coscienza percepisce: sono la fotografia della consapevolezza di chi fotografa. Gli oggetti sembrano il soggetto della fotografia… Tutto quello che io sono, tutti gli anni della mia vita e della mia fotografia, tutto si concentra quando premo l’otturatore. Se pensi di poter fotografare senza di essi, ottieni una fotografia vuota… senza significato. Nessun significato. Quelle immagini sono segni del fatto che per un breve momento nella vita hai avuto piena coscienza… E se puoi metterti a fuoco… vedrai il tuo fuoco particolare, la tua firma e saprai che tu sei il significato”.
Se l’esito di un certo cammino dell’Occidente è l’uomo ridotto a un’unica dimensione, la dimensione omologante e superficiale della civiltà di massa, per Meyerowitz solo l’uomo è capace di dare senso al mondo, un senso che si illumina nella messa a fuoco delle irriducibili identità e differenze delle culture dell’abitare. Per Meyerowitz la storia della Genesi non si è mai interrotta e non si può mai interrompere: nelle sue immagini, il mondo appare semplicemente nello splendore del suo inizio.

Data

18 Agosto 2002 - 24 Agosto 2002

Edizione

2002
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting