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Champollion e il contributo italiano alla scoperta dell’antico Egitto
‘La mostra, basata su reperti provenienti dal Museo Egizio di Torino e dalle collezioni egizie dei Musei di Padova, Mantova, Bologna, Firenze, Napoli, Roma, dall’Institut de France di Parigi, intende ricordare le figure di Jean François Champollion, di cui è appena trascorso il secondo centenario dalla nascita, e di Ippolito Rosellini. Jean-Francois Champollion nasce a Figeac, in Francia, nel 1790: giovanissimo si dedica allo studio delle lingue orientali, di cui diventa professore a soli 18 anni. E’ considerato il padre dell’egittologia: a lui si deve la decifrazione dei geroglifici egiziani di cui, con straordinaria genialità, comprese il carattere fonetico oltre che ideografico. La premessa decisiva dei suoi studi fu il ritrovamento in Egitto, nel 1799, della pietra di Rosetta sulla quale sono incisi tre testi in tre scritture diverse: due sono in lingua egiziana, in grafia geroglifica (la scrittura della classe sacerdotale) e demotica (la scrittura di uso corrente); l’ultimo testo è in lingua greca. Lo Champollion, che potè studiarla solo nel 1821, partendo dal testo greco, perfettamente comprensibile, riuscì ad identificare i gruppi di segni che riproducevano in egiziano i nomi del Re Tolomeo e della Regina Cleopatra. Da questo punto di partenza fu per lui possibile comprendere i geroglifici egiziani. Ippolito Rosellini, nato a Pisa nel 1800, fu il miglior allievo dello Champollion, assieme al quale partecipò alla spedizione letteraria franco-toscana in Egitto (1828-1829), patrocinata dal Granduca di Toscana Leopoldo Il e dal Re di Francia Carlo X. Fu il primo in Italia a ricoprire la cattedra universitaria di Egittologia, appositamente creata presso l’Università di Pisa nel 1825. La mostra, realizzata con la collaborazione scientifica di Jean Leclant, si compone di due sezioni: una francese, dove sono esposti i pezzi provenienti dall’Institut de France, l’altra italiana, dove sono esposti i pezzi provenienti dai musei italiani sopra citati. Questa sezione vuole anche ricordare il contributo dato all’Egittologia da altri studiosi italiani come G.B. Belzoni, B. Drovetti (a cui si deve il nucleo centrale del Museo Egizio di Torino), G. Nizzoli e G. Acerbi.’