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CERCATORI DELLA VERITÀ. Momenti del dialogo tra Chiesa e scienziati
In un momento nel quale nuove sfide si affacciano alla ribalta della scienza e non mancano i segni di disorientamento sia nella comunità scientifica che nell’opinione pubblica, è più che mai urgente ritrovare le motivazioni profonde del fare scienza e rispondere agli interrogativi cruciali circa le sue finalità e il suo significato. La ricerca della verità è il luogo dove raccogliere la sfida, è la strada lungo la quale si possono incontrare, e si sono incontrati storicamente, uomini di cultura, scienziati, filosofi e teologi. Diventa allora interessante ripercorrere le tracce di questi incontri, cogliere le opportunità di arricchimento reciproco, individuare i temi di dibattito più problematici che spesso sono diventati motivi di scontro invece che occasioni di dialogo.
La Chiesa, soprattutto in questi ultimi anni sulla spinta di Giovanni Paolo II, si è posta come uno dei luoghi privilegiati di tale dialogo; ma è una posizione che ha radici lontane. Da sempre interessata a tutto l’umano, la Chiesa ha favorito lo sviluppo delle scienze, ha educato gente curiosa e disponibile a dedicarsi alla ricerca, ha sostenuto le ricerche, ha vigilato sulla fedeltà alla ricerca del vero (contro ogni uso ideologico della scienza), ha contribuito alla riflessione critica sul valore e i limiti delle scienze e sui problemi legati alle loro applicazioni.
La mostra intende raccontare lo sviluppo della naturale apertura dell’esperienza cristiana, e di ogni autentica esperienza religiosa, verso tutte le espressioni del desiderio umano di conoscenza. Nella prima parte ciò viene proposto attraverso la testimonianza di scienziati (cattolici e non) che hanno vissuto l’attività di ricerca come manifestazione della passione per la verità del reale mossa dall’esperienza di fede e hanno testimoniato la possibilità di una profonda unità tra la dimensione speculativa e la dimensione religiosa. Vengono presentati volti noti anche al grande pubblico (Galileo, Pascal, Mendel, Einstein, Planck), altri meno noti ma non meno significativi (come Stoppani, Florenskj, Duhem, Secchi, Lemaitre, De Giorgi…), accanto a quelli di coloro che la Chiesa ha elevato all’onore degli altari (Alberto Magno, Stenone, Faà di Bruno).
La seconda parte documenta come la Chiesa sia intervenuta direttamente nella questione, sia attraverso i pronunciamenti del Magistero, sia creando e sostenendo opere in campo scientifico, in particolare la Pontificia Accademia Scienze, la Pontificia Accademia per la Vita e la Specola Vaticana, oltre a numerose istituzioni culturali ed educative.
La mostra comprende una trentina di pannelli e un insieme di documenti e materiali originali (testi, disegni, strumenti) provenienti dagli archivi Vaticani e da varie Biblioteche, Musei e Istituzioni culturali europee (Abbazia di Montecassino, Kepler-Museum di Weil der Stadt, Mendel Museum di Brno, Istituto Stensen di Firenze, Centro Studi Faà di Bruno di Torino, ecc.).
Un catalogo consistente completa la proposta riportando documenti basilari del magistero, testi di scienziati e bibliografie.