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Camilian Demetrescu. Abbraccio cosmico
Ritorna l’artista romeno Camilian Demetrescu, che il Meeting ha incontrato per la prima volta nel 1982. Un incontro importante: “Il mio percorso artistico” scrive il pittore “è stato segnato dall’impatto con la realtà del Meeting”. A Rimini, Demetrescu è tornato a realizzare mostre nel 1983, nell’85, nell’88, nel ’94. Quest’anno porta la sua opera più recente, un arazzo di grandi dimensioni (4,20m. di lunghezza per 2,50m. di altezza) dedicato all’Amore nella concezione dei presocratici, come energia che tiene insieme gli astri e gli atomi, il macrocosmo e il microcosmo, i due poli della Creazione. L’artista considera questo tema fondamentale, soprattutto oggi, quando il mondo sembra sprofondare nella voragine dell’odio e del nichilismo. Il grande arazzo sarà affiancato da altri due: “Il Verbo” e “La Nuova Fenice”, simboli della Genesi e della distruzione, del ritorno al caos. All’interno dello spazio, sarà allestito un punto di presentazione audio-visiva delle opere dell’artista.
Pittore, scultore, scrittore e studioso di storia dell’arte, Demetrescu nasce in Romania nel 1924. Diplomato dell’Accademia di Bucarest, studia medicina e filosofia. Membro fondatore dell’Unione degli Artisti di Romania, partecipa alle principali mostre organizzate dallo Stato in Patria e all’estero e svolge attività di scrittore e storico d’arte sulla stampa e alla televisione romena. Nel 1969 si trasferisce in Occidente e chiede asilo politico in Italia. Per guarire dall’incubo del cosiddetto realismo socialista – imposto dal regime – passa all’astrattismo.
Viene invitato alla Biennale di Venezia, al Festival dei due Mondi di Spoleto, alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Presenta rassegne antologiche a Parma, Viterbo, Perugia e alla Calcografia Nazionale di Roma. Personali gli vengono dedicate in Italia e all’estero. Nel 1977 restaura assieme alla famiglia il rudere della pieve romanica dei S.S. Filippo e Giacomo, risalente all’XI° secolo, riconsacrata da Monsignor Ennio Francia, camerlengo della Basilica di San Pietro in Vaticano.
La sua arte, come la sua vita, subiscono una svolta. In seguito all’incontro a Parigi con Mircea Elide, Demetrescu abbandona l’astrattismo e si dedica ad un’arte incentrata sul sacro. Nel 1983 esegue per il monastero trappista di Vitorchiano l’arazzo votivo destinato alla beatificazione di Suor Gabriella, che offrì la sua vita per l’unità delle chiese. Nel 1985 realizza un grande arazzo raffigurante la “Resurrezione di Cristo” per la chiesa “Beata Vergine di Lourdes” a Vercelli. Nel 1992/93 esegue per la chiesa “Visitazione di Maria” a Donada due tele di grandi dimensioni raffiguranti “Il miracolo di San Francesco di Paola sul Po, del 1926” e “La visitazione di Maria ad Elisabetta”. Nel 1986 è invitato dalla Pontificia Commissione per l’arte, assieme a 33 artisti europei, ad illustrare la Divina Commedia, edita da Casa Dante e dalla Zecca dello Stato, nella più ampia edizione mai stampata in Italia. L’opera viene presentata nei musei Vaticani alla presenza del Santo Padre.
Nel 1990 riceve il Premio Internazionale “Il Labirinto d’argento”, conferito in precedenza, tra gli altri, al poeta argentino Jorge Luis Borges, al filosofo Augusto del Noce, al teologo Julien Ries. Nel 1991 è insignito del Premio Internazionale per l’Arte “La Pleyade” conferito dalla Fondazione Adenauer e dalla Camera dei Deputati.
Demetrescu ha svolto un’intensa attività culturale che rappresenta il contributo di un ortodosso alla riscoperta del simbolo nell’iconografia sacra dell’occidente. Nel ‘97 pubblica presso “Il Cerchio” il primo volume sul “Simbolo nell’arte romanica” dal titolo “Solstizio eterno”, dedicato alle basiliche romaniche dell’Alto Lazio. Nel 1978 esce il secondo volume “Proverbi di Pietra”, sulle cattedrali romaniche di Piacenza e Ferrara. Prossimamente uscirà il terzo volume, “Soglia del Paradiso”, sul romanico longobardo a Viterbo e dintorni.
Nel 2000 presenta a Bucarest un’antologica intitolata “30 anni d’Arte in Italia”, con più di trecento opere del periodo astratto e figurativo realizzate nel suo esilio italiano. Il 1 dicembre 2000 – festa nazionale della Romania – il presidente della Repubblica Emil Constantinescu gli conferisce la più alta onorificenza dello Stato romeno per “il contributo del tutto eccezionale al servizio della democrazia e della cultura romena nel mondo”. Demetrescu vive e lavora a Gallese, in provincia di Viterbo.
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