Chi siamo
Bit bit bit
‘Il bit, questo protagonista della nostra società dell’informazione, donde viene? Se gli amici del Meeting mi avessero proposto di realizzare una mostra sull’informatica, non avrei avuto dubbi. Avrei risposto: mi spiace, ma non è affar mio. Ma quel titolo buttato lì in fretta, “bit bit bit”, è stato invece una provocazione. Mi ha subito incuriosito questa piccola grande idea che ha rivoluzionato il nostro panorama tecnologico e sociale, ha destato in me lo stupore che si prova di fronte alle cose estremamente semplici, elementari, eppure capaci di generare realtà incredibilmente complesse. Bit: binary digit, cifra binaria. L’elementare alfabeto del computer riduce il livello di descrizione della realtà ad una semplicità drammatica, ci sono solo due valori possibili: zero e uno. Chissà cosa ha spinto Leibnitz, il primo che ha avuto l’idea di utilizzare il sistema numerico binario, ad effettuare questa drastica riduzione? (…) Ma occupiamoci della mostra. Una prima parte sarà quindi dedicata al bit, in tutte le sue forme, senza dimenticare che il bit è nato in viaggio, cioè non è nato come misura dell’informazione immagazzinata in un elaboratore, ma come misura di una informazione scambiata. Per più di cento anni, dal telegrafo in poi, le meraviglie della tecnica sono state legate alla realizzazione di sistemi di comunicazione, ed anche oggi, quando il dominatore incontrastato dell’innovazione in ogni settore è il computer, la comunicazione (tra computer, o per mezzo di computer) è ridiventata di grande attualità. Basti pensare all’uso (e all’abuso) che si fa della parola “telematica’. Sono convinto che, sebbene il computer sia diventato per i ragazzi un gioco più diffuso di quanto non lo fosse un tempo il trenino elettrico, ben pochi hanno un’idea di come funziona. Una parte della mostra è quindi ispirata da questa preoccupazione didattica di far capire l’ABC del calcolatore, insomma, quelle nozioni che ognuno si vergognerebbe a chiedere perchè ritenute banali, ma che in fondo nessuno saprebbe spiegare. Nella “stanza di etabeta’, senza bisogno di chiedere niente a nessuno, potrete imparare tutto questo giocando coi bit. L’ultima parte della mostra, infine, sarà dedicata all’intelligenza artificiale: è un argomento molto attuale e di grande interesse. Osservate, a proposito, come è costituita la retina dell’occhio: circa 50 milioni di coni e bastoncelli, minuscoli sensori i cui dati sono elaborati “in tempo reale” cioè alcune decine di volte al secondo dal nostro cervello. Il problema della visione è uno dei problemi che l’intelligenza artificiale non è ancora riuscita ad affrontare, ed esemplifica un suggestivo capitolo della ricerca scientifica riguardante tutto ciò che si può o non si può fare con le macchine che elaborano i bit. Sapere che i computers compiono operazioni che noi non saremmo mai in grado di fare ci interessa, ma scoprire che con tutta la nostra tecnologia dell’informazione non c’è ancora una macchina capace di fare ciò che sa fare il cervello di un bimbo, ci consola. In fondo valiamo ancora qualcosa anche noi, in questo mondo pieno di bit. Aldo Baldini’