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Atmosphera. Realtà e miti dei cambiamenti climatici
Il tema dei cambiamenti climatici è uno dei più cruciali della nostra epoca. Esso costituisce una sfida scientifica di enorme portata e al tempo stesso un’occasione culturale senza precedenti: ci costringe infatti a prendere coscienza dei fattori essenziali del rapporto tra uomo e natura in epoca post-moderna. Nel corso dei millenni l’uomo ha saputo usare creativamente della natura in funzione della propria sussistenza e del miglioramento delle proprie condizioni di vita. Gli ultimi 300 anni, dominati dell’esplosione industriale e tecnologica secondo una certa idea di progresso, hanno visto un incremento straordinario dell’impatto dell’uomo sull’ambiente con conseguenze non sempre prevedibili. Il forte aumento del biossido di carbonio nell’atmosfera e la sua possibile correlazione con un incremento della temperatura media del pianeta destano preoccupazione: per la prima volta siamo di fronte all’eventualità che l’attività umana contribuisca, in modo parziale o dominante, a modificare il clima terrestre a livello globale.
Il dibattito su questi temi è acceso e persino esasperato. Ma al bombardamento mediatico spesso non corrisponde una adeguata chiarezza del dato scientifico. E’ fondamentale distinguere tra fatti consolodati, ipotesi e questioni aperte, così come rendersi conto delle grandi incertezze dei modelli attualmente usati per trarre conclusioni e prevedere scenari futuri. Sappiamo che in epoche remote, ben prima di qualsiasi possibile influsso antropico, il clima del nostro pianeta ha attraversato variazioni significative, come glaciazioni o lunghi periodi di siccità. Se dunque oggi assistiamo a un cambiamento climatico globale, questo è da attribuirsi all’intervento umano o principalmente a cause “naturali”? E quali misure occorre prendere? A queste domande vengono date risposte anche diametralmente opposte, spesso dettate da preconcetti, interessi particolari, paura o ignoranza piuttosto che da un’autentica ricerca della verità. Da una parte il catastrofismo di chi predica che siamo sull’orlo di una estinzione di massa, dall’altra la noncuranza di molti, fermi a una concezione nella quale la Terra era pensata come una risorsa illimitata in grado di assorbire qualunque offesa.
La mostra ATMOSPHERA, mettendo in primo piano i fattori essenziali del problema dal punto di vista scientifico, intende mostrare la ricchezza e delicatezza dei fenomeni naturali che sul nostro pianeta cooperano a stabilire un clima adatto alla nostra vita. Il visitatore è condotto in un affascinante percorso interdisciplinare, dal lontano passato della storia della Terra fino alle più urgenti questioni attuali. Il percorso conduce inevitabilmente a chiedersi quale sia l’atteggiamento più ragionevole per affrontare i problemi e le decisioni a cui siamo chiamati. Qui il tema travalica i limiti del metodo scientifico e chiama in causa la nostra stessa concezione di “natura” e di “uomo”: la ragione scientifica, preziosa per comprendere ogni aspetto particolare, non ci dà i criteri per rispondere. Secondo la tradizione giudaico-cristiana, culla della scienza e della tecnica moderna, la natura è data all’uomo per il suo bene, perché egli possa realizzare se stesso e collaborare alla creazione. Ma al tempo stesso l’uomo non può disporre della natura a suo piacimento. Papa Benedetto XVI ripetutamente ha sottolineato l’importanza epocale del problema e indicato il criterio con cui affrontarlo: “non possiamo usare ed abusare del mondo e della materia come di semplice materiale del nostro fare e volere; …dobbiamo considerare la creazione come un dono affidatoci non per la distruzione, ma perché diventi il giardino di Dio e così un giardino dell’uomo.” Da una rinnovata coscienza della natura come creazione può nascere un protagonismo inedito nel rapporto uomo-natura che arrivi fino a mettere in discussione l’idea stessa di “progresso” così come è stato concepito nella storia recente. Non si tratta di rinunciare a utilizzare le risorse ma di farlo con temperanza e prudenza, per il bene di tutti, consapevoli dei limiti delle nostre conoscenze e riconoscendo il mondo come dono prezioso affidato alla nostra cura e responsabilità.
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