Chi siamo
Antiche genti d’Italia
‘Italici: un nome prestigioso ed evocatore, che suscita l’immagine della più antica storia d’Italia, anzi del costituirsi stesso dell’Italia come dimensione storica. Per di più, un nome a cui solo da poco tempo corrisponde un contenuto adeguato: perchè in gran parte degli ultimi tempi, sono le scoperte che hanno fatto uscire le genti italiche dall’ombra in cui erano state relegate dall’eterna legge dei vincitori, i quali condannano i vinti alla perdita del ricordo oltrechè a quella del potere. Ma l’immagine che ormai emerge è pur sempre sfumata, incerta, complessa, difforme. Si direbbe che la definizione più adatto per gli antichi Italici sia quella negativa: coloro che nell’Italia antica non furono né Greci né Fenici né Celti. Si sarebbe tentati di aggiungere: né Etruschi. Ma qui il discorso si fa complesso, perchè è vero che gli Etruschi costituiscono il popolo dell’Italia non romana di gran lunga meglio conosciuto, come è vero che essi presentano varie caratteristiche proprie e autonome; ciò nondimeno, una corretta valutazione del mondo italico non può non tenerne conto. Italici, dunque, sono le genti che abitarono la penisola nel periodo che intercorre tra l’inizio della storia e la conquista romana, in sostanza tra il IX-VIII e il II-I secolo a.C. Ma va detto subito che gli Italici non chiamarono se stessi a questo modo per un’ampia parte di tale periodo, nè così li chiamarono le altre genti dell’epoca; e quel che vale per il nome della popolazione vale per quello della regione, Italia, altrettanto tardivo e subordinato. La coscienza unitaria è il risultato di una lunga evoluzione e non la sua premessa, insomma l’esito delle vicende anziché il suo motivo. Quanto alla natura delle testimonianze, va detto in primo luogo che le fonti scritte sono assai scarse, sicchè dobbiamo agli antagonisti degli Italici, i Romani, gran parte delle memorie storiche, né tali memorie sono nell’insieme molte, perché i Romani colsero la realtà delle varie popolazioni (e pur sempre con ottica parziale) quando vennero in contatto con esse, cioè spesso nell’ultima fase della loro vicenda. Quanto alle testimonianze artigianali e artistiche, esse sono più consistenti, specie a seguito delle ultime scoperte. Nell’ambito della cultura materiale, hanno una funzione determinante per la ricostruzione del passato i “lavori senza gloria”, che poi costituiscono la stragrande maggioranza; è ormai finito il tempo in cui si consideravano gli antichi tutti artisti, il loro mondo un immenso museo. Senonchè, è pur vero che l’arte delinea alcuni picchi emergenti, la cui funzione è essenziale per costruire una sintesi e un giudizio di grandi linee. La mostra, curata da Sabatino Moscati, è diretta da Pietro Giovanni Guzzo e Giancarlo Susini. Sono presenti nel comitato scientific: Giuseppe Andreassi, Angelo Maria Ardovino, Achille Bonifacio, Angelo Bottini, Stefano De Caro, Anna Eugenia Feruglio, Graziella Fiorentini, M. Antonietta Fugazzola, Elena Lattanzi, Adriano La Regina, Giuseppe Lo Iacono, Fulvia Lo Schiavo, Liliana Mercando, Rosanna Mollo Mezzena, Francesco Nicosia, Anna Maria Reggiani, Marisa Rigoni, Vincenzo Santoni, Maria Rita Sanzi, Giovanni Scichilone, Giuliana Tocco, Rita Virzì, Giuseppe Voza’