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Ankh Onech. Il segno della vita nell’antico Egitto
‘Il tema della vita è al centro della fede egiziana nella sopravvivenza. Tutta la storia dell’Egitto, la sua architettura, l’arte, i testi, i sacerdoti, gli abitanti, gli scribi, la religione, proclamano la gioia di vivere. La mummificazione e il culto funerario sono in funzione della sopravvivenza. Per gli antichi egizi, il segno che simbolizza la vita è “Ankh”. Esso si presenta come una croce che al posto del braccio minore verticale ha un anello a forma di mandorla. L’importanza e la funzione di tale segno è documentata ovunque: nei templi, nelle tombe, sui vasi, sugli oggetti d’uso quotidiano. Si trova in tutte le espressioni del pensiero, della meditazione, della preghiera, delle celebrazioni e del culto; si incontra nella mano del sacerdote e della sacerdotessa, sui pilastri, sulle steli e nelle iscrizioni. “Ankh” diventa “Onech ” per i cristiani copti che continuarono la tradizione del simbolo. Le ipotesi sull’origine del segno della vita, i suoi significati, la sua evoluzione, sono l’argomento della mostra del Meeting, composta da numerosi pannelli fotografici e da pezzi originali di grande valore storico e documentario, provenienti dal Museo Barracco di Roma, collocabili in un arco di tempo che va dal III millennio al III secolo a.C.’