di Luca Gasperoni
Visione e coraggio per le scelte del futuro, consapevoli che la scommessa del Recovery Fund europeo passa attraverso la partita italiana, il Paese maggiormente beneficiario delle risorse. Al Meeting di Rimini è la giornata di Paolo Gentiloni, commissario europeo che sulla falsa riga dettata da Mario Draghi due giorni fa, invita il governo italiano a indirizzare le somme in arrivo “verso un orizzonte lontano” senza cedere “alle esigenze, anche legittime, di gruppi e organizzazioni” per ottenere un ritorno di consenso immediato. E detta le parole chiave da seguire: “Innovazione, inclusione e sostenibilità, a cui aggiungo una bonus, competitività, perché non possiamo rimanere fermi nella corsa tecnologica Cina-Usa”.
RIVINCITA EUROPEA – La pandemia ha messo in ginocchio l’Europa ma nel momento più buio i 27 Paesi hanno dato una forte risposta con il Recovery Fund, il piano da 750 miliardi per rilanciare l’economia del continente e confermare il suo ruolo di terza superpotenza dopo Stati Uniti e Cina. Perché, spiega Gentiloni, “la rivincita dell’Ue” non si gioca solo a livello economico ma anche nella capacità di dettare l’agenda globale, come nel caso della lotta al cambiamento climatico: “La cifra distintiva che ha inaugurato la legislatura europea è stata il Green New Deal e lo è tuttora”. L’obiettivo dell’Unione europea del futuro secondo il commissario per gli Affari economici è imporsi come “modello globale per welfare e rispetto dei diritti”. Per Gentiloni la linea è stata dettata da Papa Francesco nel 2017: “Durante l’incontro per i 60 anni dei Trattati di Roma disse ai 27 capi di Stato ospiti che serviva un nuovo umanesimo digitale ed è quello ancora oggi il nostro obiettivo”, conclude.
In chiusura di giornata del Meeting arrivano anche le parole del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli a rafforzare quanto espresso da Gentiloni. “Siamo a un punto di svolta, vogliamo una Ue forte per rispondere alle sfide globali – annota in collegamento da Bruxelles – Green New Deal e digitalizzazione, capacità di autofinanziarsi con digital e plastic tax e nessun taglio a cultura e ricerca”.
TRASPORTI E MOBILITÀ - Se l’imperativo di settembre è ripartire, il vero banco di prova è rimettere in moto e potenziare le infrastrutture nazionali, le gambe del Paese. Nasce con questo obiettivo il piano Italia Veloce, dal valore di 200 miliardi, disegnato dal ministro dell’Infrastrutture Paola De Micheli, ospite del Meeting per un incontro sull’evoluzione della mobilità dopo la pandemia. “Migliore mobilità significa migliore qualità della vita e consente di riconnettere le zone dell’entroterra, le isole, al Paese così da generare sviluppo – spiega De Micheli sul palco - dobbiamo affrontare il futuro con tre parole chiave: competenza, umiltà e coraggio”.
Sul tema della scuola invece ci sono alcune sicurezze ma anche nodi ancora da sciogliere. “Le scuole riapriranno sicuramente a settembre, è una delle priorità del nostro governo”, ribadisce la ministra delle Infrastrutture. Ma sul trasporto degli studenti i lavori sono ancora in corso: “Fino alle medie sarà organizzato dai Comuni con i finanziamenti del decreto Agosto, per il trasporto pubblico locale nelle grandi città invece stiamo aspettando i risultati di alcune sperimentazioni e analisi”.
RITORNO A SCUOLA – Qualche ora prima dell’incontro sui trasporti in sala Plenaria del Palacongressi il tema della scuola è stato al centro del dibattito politico tra esponenti di maggioranza e di opposizione. E il giudizio nei confronti del governo non ha visto differenze. “Non abbiamo mai smesso di ripetere che il tema della riapertura è fondamentale, purtroppo tra Comitato tecnico-scientifico e Ministero non si è preso di petto il problema e oggi domina ancora il caos”, attacca dalla maggioranza Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva. Proprio in quel momento, il consulente del Ministero della Salute, Walter Ricciardi parla di “riapertura scuole a rischio se aumentano i contagi” e Maurizio Lupi, ex ministro PdL lo bacchetta duramente: “Ricciardi smetta di generare incertezza, le scuole non si chiudono più, sono la prima e principale risorsa del nostro Paese”.
Della stessa opinione anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia ed ex ministra dell’Istruzione: “Non possiamo dare ai giovani per il futuro solo un po’ di bonus e di assistenzialismo, bisogna ridare centralità al tema della formazione e del capitale umano”. E sul Recovery Fund lancia un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo maggiore coinvolgimento delle opposizioni: “Il Parlamento è stato esautorato, per questo chiedo: prima del 15 settembre se ne discuta in Parlamento con tutte le forze politiche, un confronto è necessario su come spendere duecento miliardi”.