Da Caravaggio a Manet: il realismo nella pittura europea
a cura di Marco Bona Castellotti, Marta Botto
È una mostra didattica che, attraverso le immagini dei sommi capolavori, mette in luce alcuni aspetti della poetica del realismo in Europa, a partire dal Caravaggio sino all’Ottocento. Gli artisti rappresentati sono La Tour, Velázquez, La Nain, Goya, Gèricault, Courbet e Manet.
Sarebbe un errore affermare che il realismo – quella particolare capacità di un artista di riprodurre la realtà – sia nato nel Seicento; la poetica naturalistica o realista esiste da sempre. Tuttavia, nel Seicento, e nelle arti figurative con il Caravaggio, il realismo perviene a un livello di approfondimento essenziale, tale da imporsi sullo scenario europeo, con fasi alterne, sino all’Ottocento e oltre.
Pur differenziandosi in varie forme espressive, il dato comune a tutti è l’intensità della rappresentazione che, in taluni casi – Caravaggio, Goya, Géricault -, si colora di forti toni drammatici; in altri – Velázquez, Manet, Courbet -, si volge a un’indagine introspettiva o sociale.
La mostra, che ha un impianto antologico, presenta alcune tra le testimonianze più celebri di otto pittori di varie epoche che hanno manifestato un’inclinazione al realismo. Per alcuni di loro, come Velázquez e La Tour, l’esperienza caravaggesca fu fondamentale. Ma si tratta di autori che, come i pittori che nel XIX secolo tornano a modelli precedenti, sono indipendenti da qualunque “lezione” e attingono l’ispirazione dalla realtà stessa, intesa come insieme di fatti e di persone su cui puntare lo sguardo, con senso di pietà o di pungente ironia.