LA NUOVA SCUOLA PRIMARIA

Press Meeting

“Quest’anno è stato una grande occasione di incontro e di possibilità per riformulare un percorso educativo che rischia di essere perso in mezzo a tutte le altre questioni organizzative e burocratiche”. Così Cristina Danese, responsabile DIESSE Settore Elementari, ha introdotto il dialogo di oggi, che aveva a tema i cambiamenti portati nella scuola elementare dalla nuova riforma Moratti. Si è trattato del racconto di esperienze in atto e non della presentazione di come sarà la riforma stessa: questo per lasciare spazio alla possibilità di indicare una continuità di lavoro, eventualmente anche all’interno della stessa associazione DIESSE. Il punto di partenza è stata la comune consapevolezza che la sperimentazione della riforma, cui tutti i relatori hanno – in un modo o nell’altro – preso parte, è avvenuta all’interno di una certa consuetudine critica di fronte alle cose. Mario Riboldi, direttore didattico della scuola “La Zolla” di Milano e rappresentante del Comitato Scientifico INDIRE, ha definito questo spirito critico il modo più corretto di stare nella scuola, quello di chi è interessato al nuovo. Non è una questione di etica, ma di temperamento, di educazione e di amicizia.
Riboldi ha voluto individuare quattro nodi principali nella sua riflessione. Innanzitutto, impegnarsi con questa riforma, accettando fatica e imprevisti, non è tempo perso: significa lavorare in un’ottica nuova, quella della scuola dell’autonomia. Serve poi un cambiamento di stile nei rapporti tra centro e scuola: ad esempio, è positivo il fatto che i vincoli sull’orario scolastico vengano ora espressi in termini di monte orario annuo invece che settimanale, come è positiva l’abolizione dei programmi, sostituiti da profili e indicazioni nazionali. La responsabilità, con le fatiche che comporta, fa infatti bene alla scuola. Terzo punto, il Portfolio, quello strumento che dovrebbe mandare in pensione la scheda di valutazione: aveva una sua logica all’inizio, salvo poi diventare peggio – con le modifiche apportate da Berlinguer – della pagella che aveva un tempo sostituito. Potrebbe invece diventare mezzo di una consapevolezza precisa, anche da parte dei più piccoli, del cammino che si sta facendo. L’assunzione di una responsabilità concordata con i genitori, inoltre, risponde all’esigenza della scuola di rimettere al centro la famiglia. La scuola cioè deve cercare d riattivare l’insegnamento e l’educazione anche da parte della famiglia, che ha visto diminuire questa sua capacità per contingenze storiche evidenti. In ultimo, Riboldi ha apprezzato la personalizzazione dei piani di studio e le attività di tutor.
Insomma è importante partire dalle ragioni per arrivare al “come” si può realizzare qualcosa. Il seguito del dibattito ha visto Simonetta Cesari, Coordinatrice Didattica Scuola Paritaria, descrivere l’esperienza dei laboratori svolti quest’anno nella sua scuola. Isabella Resta, Insegnante di Scuola Elementare Statale, ha invece più ampiamente spiegato le questioni concrete legate all’organizzazione del Portfolio.

P.S.
Rimini, 28 agosto 2003