La meraviglia del quotidiano: Roberto Fontolan intervista Maurizio Maggiani

Redazione Web

Rimini, venerdì 21 agosto – Figlio della miseria e della speranza: Maurizio Maggiani, scrittore, classe 1951, si presenta così nell’intervista curata dal giornalista Roberto Fontolan. Nato in un’Italia in cui i sopravvissuti alla guerra riprendevano a vivere, così come la sua famiglia, contadina ed anarchica, descrive l’uomo come sovrano davanti all’universo, richiamando espressamente anche la tradizione biblica di un Dio che pone di fronte all’uomo il creato per colmare la solitudine.
La presenza di una antica edicola mariana è lo spunto per proseguire sul tema della grazia: Maggiani stesso e la cultura contadina che lo contraddistingue si confrontano continuamente con un trascendente che sovrasta l’uomo, riflettendosi, però, nella quotidianità dell’aprire la porta di casa e vedere il sole, la grandine, il creato. Consapevoli, sottolinea lo scrittore, che non se ne può essere padroni: affermarlo diventa infatti una stupida illusione per un uomo come lui, o una bestemmia per il credente. «L’universo viene guardato», afferma Maggiani, «col desiderio di esserne responsabile avendone in cambio non la proprietà, ma un patto, una alleanza: questa umanità non basta, occorre una umanità nuova il cui parallelismo ritorna a concentrarsi con richiamo al desiderio di Dio per la redenzione, quindi per il cambiamento, dell’umanità». La grazia diventa quindi per lo scrittore un qualcosa di ingovernabile: un gesto incontrollabile di gratuità.

A questa grazia si affianca la meraviglia: quell’appartenere al sorprendente e sorriderne. Sorprendersi perché si conosce quanto si vede, non perché sia qualcosa di immaginifico. Una meraviglia presente anche in situazioni che lo scrittore ha vissuto in prima persona in diverse parti del mondo: anche nella drammaticità dell’assedio di Tusla (durante la guerra bosniaca) non mancavano i fiori in una latta alla finestra, o in una baraccopoli di Kigali o San Paolo ridipinta di giallo vivo.
Maurizio Maggiani non si definisce, però, ateo: una “a” privativa con cui non desidera essere identificato. «Il mio me partecipa ad una parte di sacro di cui ho diritto. So che c’è molto di più di quello che io posso. Ed è il passaggio dalla meraviglia cui partecipo, non al sublime, ma a ciò che sta sopra al sublime», sottolinea lo scrittore. La grazia di cui è in cerca si identifica con la consapevolezza di riuscire a sollevarsi oltre quel sublime, verso la via che porta ad una umanità nuova.

Non poteva mancare una riflessione anche sulla pandemia, ancora in corso: poteva essere colta come una occasione, ma così non sembra. Sia da un punto di vista dei comportamenti umani, rimasti in molti casi gli stessi, ma anche dal punto di vista del limitare il concetto di risorse al denaro: la monetizzazione di una occasione non porta altro che a ulteriori divisioni e sopraffazioni, legandosi a stretto giro con il potere. «Quanto è realmente costruzione di vita?», si domanda Maggiani, il cui maggiore elemento di paura è stato quella morte in solitudine che è tornata prepotentemente alla ribalta con la pandemia.
Le considerazioni dell’intervista si sono spostate, quindi, sulla tematica della storia e della memoria: Maurizio Maggiani si definisce una persona che, da anarchico e “cittadino del mondo”, si è perso nel vagare per il mondo, uscendone, afferma, nel momento in cui si è voltato indietro per guardare da dove proveniva. Questo “ritorno” ha fatto da bussola per poter scegliere liberamente di riconsiderare e ravvivare la memoria: è l’unico modo che si ha per andare avanti.
Il finale del dialogo tra Maurizio Maggiani e Roberto Fontolan ha toccato gli aspetti legati alla produzione letteraria. «Lo sposo è contento»: una citazione dal libro di Maggiani “L’amore” porta lo scrittore a riflettere sul tema della promessa. L’etimo della parola sposo è “promesso”. Lo sposo è contento della sua promessa, ma proprio questa promessa è faticosa come la libertà. «Una promessa esclude la servitù, ma essere liberi è faticoso», conclude Maggiani.

(S.Z.)

Scarica