IL MIRACOLO DELL’OSPITALITA’
“Aderire alla paternità di Don Giussani ha fatto sviluppare la storia di Famiglie per l’Accoglienza in questi anni”. Marco Mazzi, Presidente dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza ha così iniziato l’incontro. In una breve introduzione del libro di don Giussani “Il miracolo dell’ospitalità” (ed Piemme), Mazzi ha raccontato che esso è nato da un rapporto di commozione fra un gruppo di famiglie adottive e affidatarie e Don Giussani. Sono intervenuti per raccontare la propria esperienza Andrea Muccioli, responsabile della Comunità di San Patrignano, Barbara Palombelli, nota giornalista, e Claudio Risè, psicoanalista e docente di Sociologia della Comunicazione presso l’Università dell’Insubria.
Andrea Muccioli è partito da quando aveva tredici anni e suo padre cominciò ad accogliere i peggiori diversi che si potevano incontrare: quelli che pochi si fermavano a guardare ed ascoltare e quindi difficili da amare. L’insegnamento del padre al figlio, che attraversò un percorso fatto di incomprensione e quasi gelosia nei confronti di questi estranei ospitati, ma arrivò infine ad accettarli ed accoglierli fino a considerarli fratelli, lo ha portato a capire come l’incapacità di giudicare gli altri sia l’anima del perdonare: includere l’altro nella propria vita. “Vivere in questo contesto – ha proseguito – è una roba grande, una roba forte”, che gli ha insegnato il dovere di essere umile. Anche negli ostacoli e nelle difficoltà incontrate dal padre negli ultimi anni della sua vita, la cosa più bella non furono i torti riparati ma vedere il padre conservare la propria dignità. Nel libro di Don Giussani Muccioli ha trovato una guida per San Patrignano, per riconoscere i propri errori e fare meglio.
Barbara Palombelli ha parlato del libro di Don Giussani come giornalista e come madre che fa esperienza di adozione. La prima osservazione è stata dedicata all’impressione più forte che il libro le ha suscitato: “non da carne né da sangue ma da Dio siamo nati”, la giornalista cita questa affermazione del Vangelo di Giovanni contro la concezione della genitorialità come possesso del figlio generato. L’unica alternativa a questa concezione è l’accoglienza.
Ma chi sono i genitori in questa società ? I genitori affidatari, quelli naturali? Non sono forse meno genitori i sacerdoti e le suore missionarie che accolgono bambini, donne, uomini, anziani bisognosi nel mondo?
Non c’è una hit parade della genitorialità, si risponde la Palombelli: c’è l’accoglienza contro la morbosità e la possessività causata dalla viltà, dall’opportunismo e dalla chiusura che caratterizzano la nostra società dagli anni ‘80. “Essere genitori ed amare oltre i propri muri genera scandalo” dice la Palombelli ricordando le domande insolenti e la distanza che ha percepito fra chi vive questa esperienza di accoglienza in famiglia e chi no.
Compito del Meeting, al di là degli schieramenti, è – ha concluso – ribaltare questa situazione e rovesciare il tentativo di fare di questo Paese, contro le sue tradizioni di accoglienza, il paese dell’opportunismo e della chiusura.
Claudio Risè ha iniziato il suo intervento ringraziando tutti e in particolare gli amici del Meeting, invitandoli a guardare dentro se stessi e a riconoscersi come nucleo profondo di ospitalità: il Meeting è straordinaria testimonianza di accoglienza.
“Il libro, secondo me, è un libro di straordinaria importanza perché si colloca al centro della principale patologia della nostra società: l’inospitalità”. Nessuno accoglie nessuno, neppure se stesso, ha continuato lo psicanalista. Giussani sottolinea che l’accoglienza di sé è fondamentale: la prima missione è con se stesso. Dalla mancanza di questa accoglienza nascono il narcisismo, la crisi della famiglia come incapacità di accogliere il coniuge fino a rifiutarlo, l’aborto (inospitalità della donna verso il nascituro), le patologie alimentari che caratterizzano la nostra società.
Non manca una sottolineatura della bipolarità fra potere e famiglia: alleato dello sfascio della famiglia è il potere. La legge è buona a dividere, ma assente quando si tratta di difendere l’unione e conciliare il dissidio: per esempio, in materia di aborto, la legge non dà nessuna voce al padre.
“La preziosità di questi testi sta nel sottolineare che l’ospitalità è un miracolo, non una pratica virtuosa. Essa come l’amicizia ha la natura della grazia”; il rischio di secolarizzazione riduce l’ospitalità a civilizzazione: senza grazia invece nessuno può essere accolto come persona, e, secondo Jung (alla cui tradizione si rifà Risè come psicoterapeuta) la terapia è possibile solo ‘Deo concedente’.
L’incontro, molto intenso e seguito attentamente in una sala gremita (molte persone seno rimaste fuori) si è concluso con l’annuncio da parte del Presidente Mazzi di ulteriori incontri con Famiglie per l’Accoglienza nei prossimi giorni del Meeting nell’area CDO.
C. N. B.
Rimini, 26 agosto 2003