ABBATTERE I MURI, COSTRUIRE PONTI

Press Meeting

Due sono stati i temi fondamentali affrontati dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu e dal presidente del Parlamento Europeo Pat Cox nel corso del primo convegno – “Abbattere i muri, costruire ponti” – della penultima giornata del Meeting 2003: l’immigrazione in Europa dai Paesi poveri e la nuova Costituzione europea.
Sull’immigrazione il ministro Pisanu ha affermato che oggi “l’Europa è grado di governare con sapienza e spirito di pace i percorsi migratori, ma nell’ottica della solidarietà, nell’ottica politica della sussidiarietà”, che si deve pertanto tradurre nell’attuazione di “politiche responsabili, severe, ma anche aperte e generose”, attingendo “nuova linfa dalle sue radici cristiane”. Cox, a sua volta, riconosciuto che poco aveva fatto l’Europa in passato a favore dell’asilo e dell’immigrazione, dopo aver citato l’economista statunitense John Galbraith (”L’immigrazione è il più antico programma antipovertà del mondo”), ha ricordato che a partire dal 2000, “per la prima volta la Commissione Europea ha avuto il diritto, seppure modesto, di agire” e che ciò le consentirà di attuare “un’azione congiunta”, da un lato per “aprire i confini con accordi bilaterali con i vari Paesi”, dall’altro per “chiudere le porte ai traffici e alle criminalità internazionali”. In tal senso, Pisanu ha messo in evidenza non solo gli aspetti negativi di tale fenomeno (1 abitante su 35 del pianeta è un migrante a causa dei grandi squilibri economici, sociali e politici presenti nel mondo, che provocano enormi flussi migratori ed altrettanto grandi tragedie umane: nei confronti di queste, ha ricordato con amarezza il ministro, si sta realizzando quella “apostasia silenziosa dell’uomo sazio” più volte denunciata da Giovanni Paolo II), ma anche le sue positività e le azioni che sta svolgendo al proposito l’Italia.
Se non ci fosse l’immigrazione l’Europa avrebbe il 2% in meno della popolazione attiva ed un grave tracollo economico; l’Italia, in particolare, se dovesse bloccare il fenomeno nei prossimi anni, perderebbe 4 milioni di cittadini attivi tra i 20 e 40 anni, con conseguenze economico-sociali facilmente immaginabili. Perché ciò non accada, ma il processo migratorio sia controllato e regolarizzato, Pisanu propone tre azioni: un aiuto ai Paesi in via di sviluppo dove si originano e transitano i migranti; la regolazione dei flussi migratori illegali attraverso accordi tra gli Stati dove tali flussi si originano e transitano e gli Stati destinatari delle migrazioni; la gestione integrata europea del controllo di frontiere, porti ed altre vie d’accesso, insieme a una guerra senza quartiere alle organizzazioni criminali che manovrano tali flussi. Ad esempio, gli accordi sottoscritti dall’Italia hanno del tutto eliminato gli arrivi clandestini da Albania, Egitto e Sri Lanka, e ridotto al 10%, rispetto al 2001, gli ingressi illegali dalla Tunisia. Il nostro Paese ha inoltre regolarizzato 700mila immigrati clandestini (con regolari contratti di lavoro, permessi di soggiorno e assicurazioni): “Nessun altro Paese europeo ha fatto altrettanto!”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. Lo stesso Pisanu ha ricordato inoltre che le organizzazioni economiche italiane hanno avanzato una richiesta di 220mila immigrati regolari all’anno per i prossimi tre anni per consentire le loro attività produttive: infine ha richiamato la necessità di favorire l’integrazione, la convivenza civile e il dialogo interreligioso in Europa, che nel nostro Paese deve riguardare in particolare le comunità islamica (il 38-40% degli immigrati è musulmano) e cattolica. A tale proposito Pisanu ha ricordato che il 30-31 ottobre prossimo si svolgerà a Roma un incontro dei ministri degli esteri dei 25 Paesi della nuova Unione Europea, con interventi dei rappresentanti delle tre religioni monoteistiche.
In merito alla questione della Costituzione europea, Pisanu si è detto allarmato per la “sottovalutazione politica del problema” relativo al riconoscimento dei “valori cristiani che sono il comune sentire dei popoli europei, ma anche i principi forza di cui i popolari europei dispongono”. Se non si terranno presenti “le radici cristiane e popolari europee”, peraltro comuni ai padri fondatori dell’Unione Europea (Adenauer, De Gasperi, Schumann, Monet, ndr), c’è il rischio, secondo Pisanu, che la nuova Europa diventi una “enorme creatura aristocratica senza padri e senza popolo”. Il concetto è stato ripreso anche da Cox, il quale, dopo aver ricordato che “il governo italiano non sarà l’unico governo che si impegnerà affinché queste radici siano riprese nella Costituzione europea”, ha ‘andreottianamente’ sottolineato l’importanza dei contenuti piuttosto delle forme, invitando tutti a seguire i padri fondatori dell’Europa, con la loro stessa “visione creativa” quando circa 50 anni fa furono protagonisti di un “atto di riconciliazione”, precursore dell’odierna Europa.

El. P.
Rimini, 29 agosto 2003