‘900: RASSEGNA DI REPORTAGE TELEVISIVI SPECIALE ROMANIA
Il 1989 ha segnato la caduta del regime di Ceausescu e il passaggio della Romania da una dittatura comunista a una società basata sull’economia di mercato. Il secondo appuntamento della rassegna di reportage televisivi, presentati da ventiquattrore.tv nella persona del suo direttore, Roberto Fontolan, ha avuto per tema questa difficile transizione.
Il curatore del servizio, Gian Micalessin, ha voluto affrontare l’argomento tramite il racconto delle storie di tre bambini, paradigmatiche sotto tanti punti di vista. Per esempio, sono circa 1500 i bambini di strada presenti oggi nella sola Bucarest: la loro unica speranza, per uscire dalle fogne e dalla miseria in cui sono costretti a vivere, è quella di incontrare una delle associazioni che si prendono cura di loro.
Alla proiezione è seguita una breve discussione con il pubblico, cui ha partecipato anche Elio Silva, giornalista del Il Sole 24 Ore. Questi ha fatto notare come quello che è vero sul piano ideologico può non esserlo sul piano economico. In questo senso spesso la fase di transizione da un contesto assistito e protetto a una democrazia, dove il successo è determinato dalla creatività e dalla capacità di costruire e accumulare denaro, è disastroso. Così capita che, guardando indietro, i romeni possano rimpiangere la dittatura di Ceausescu, che almeno garantiva a tutti lavoro, assistenza sanitaria e casa, pur in condizioni molto misere. Si tratta di una questione di educazione: uno dei grandi passi avanti compiuti in questi dieci anni è stato proprio quello di aver finalmente abbandonato l’idea di uno Stato assistenzialista che sostenesse in cittadini in ogni passo dalla nascita alla morte.
Da Micalessin è poi arrivata una critica al sistema televisivo e cinematografico italiano: un documentario come questo costa molto in termini di denaro e risorse, e per questo è difficile che in Italia si riesca a realizzarlo.
Una nota di speranza è venuta, al termine dell’incontro, dall’intervento di una spettatrice rumena: se prima lo Stato pensava a tutti, togliendo spazio alla responsabilità e all’impegno personale, è ovvio che adesso si faccia più fatica a lavorare e vivere. Ma chi lo vuole davvero, ed è disposto a qualche sacrificio, ce la può davvero fare a vivere in modo dignitoso.
P.S.
Rimini, 26 agosto 2003