Emergenza uomo
Il titolo del Meeting 2013 mette a tema la cosa più bella e al tempo stesso più drammatica che esista sulla faccia della terra: l’uomo, più precisamente “l’emergenza uomo”. L’uomo nel suo bisogno di esistere come realtà unica ed irripetibile, l’uomo nella irriducibilità del suo desiderio, l’uomo che sente che ciò da cui è definito e caratterizzato è la libertà.
Un grande scrittore russo, Vasilij Grossman, nelle ultime pagine di “Tutto scorre” vede riaffiorare nell’anima del suo protagonista, che torna a casa dopo 30 anni di deportazione in Siberia, il sentimento, mai totalmente sopito, della libertà. “Ivan Grigorievic non si stupì che la parola libertà -fiorita sulle sue labbra quando, studente, era finito in Siberia- che quella parola vivesse, non fosse scomparsa dalla sua testa neanche adesso”.
L’uomo oggi vive in una condizione di emergenza, non soltanto quando sistemi politici autoritari ne minacciano le condizioni elementari di libertà e di sopravvivenza, ma anche laddove, pur in sistemi dove le libertà democratiche sono garantite, è il desiderio del cuore che corre il rischio di venire anestetizzato, censurato.
L’esperienza di tanti educatori, così come le analisi sociologiche, documentano che uno dei mali più grandi che i nostri giovani oggi vivono è la debolezza del desiderio, l’affievolirsi dello slancio ideale, l’accontentarsi dei prodotti che la società offre. E i prodotti che servono a soddisfare i mille volti della istintività umana non mancano.
Ma quando il cuore dell’uomo, che è fatto per la grandezza, che non può rinunciare a cercare il senso della vita, si trova così imbrigliato ed omologato, prima o poi insorge, spesso tragicamente con la violenza dei comportamenti o con fenomeni di autodistruzione. O, più semplicemente e meno drammaticamente, perde il gusto della vita.
Questa condizione di emergenza nella quale oggi viviamo è sotto gli occhi di tutti.
Ma, come è nella sua storia, il Meeting non vorrà insistere soprattutto sugli aspetti negativi, non vorrà soltanto lanciare un grido di allarme, quanto piuttosto mostrare che l’emergere dell’umano è possibile, che ovunque nel mondo, ieri come oggi, esistono uomini che hanno trovato un punto di forza nella scintilla del proprio desiderio, riaccesa da un incontro, da un fatto, da una circostanza attraversata.
Cercheremo perciò di documentare come la libertà dell’uomo si esprima come bisogno di percepire la realtà, di giudicarla e di costruire in essa, non secondo schemi e progetti imposti dall’esterno, ma a partire dai suoi bisogni e dai suoi desideri.
Quello che ci aspettiamo è che ancora una volta il Meeting possa essere l’occasione per incontrare ed incontrarsi, per sperimentare una positività del vivere e soprattutto per verificare che le differenze di cultura e di tradizioni sono solo l’espressione di modalità diverse con le quali ogni uomo, ma anche ogni popolo, ha utilizzato gli incontri che il destino e la storia gli hanno offerto, nel tentativo di affrontare la questione della vita e di dare risposta ragionevole a quel bisogno di verità e a quel desiderio di senso che è iscritto nel cuore di ciascuno.