'L' ignoto genera paura, il Mistero genera stupore.'
'La forma d’arte che meglio esprime la cultura del XX secolo è il cinema ed essendo il cinema, come ogni forma d’arte, in continua evoluzione, esso riflette le linee di tendenza della cultura dominante, così che, se vogliamo renderci conto del "clima" nel quale stiamo vivendo, non possiamo che analizzare i contenuti di certi film di successo. Ci si domanderà cosa c’entra questo breve preambolo con il titolo del prossimo Meeting, giunto ormai alla ventesima edizione. E’ un titolo un po’ complesso, nel suo contrapporre l’ignoto al Mistero, la paura allo stupore, dove la parola Mistero, non lo si dimentichi, ha la emme maiuscola. Non è un dettaglio irrilevante, poiché la chiave di volta che aiuta a comprendere il tema del Meeting è proprio contenuta in quel Mistero che nella sua concretezza si distanzia tanto dall’ignoto, pur condividendo con l’ignoto certe caratteristiche, quanto dal sacro mistero dei pagani, specie di spirito volatile e impalpabile che tutto avvolge, ma che, nella sua inafferrabile astrattezza, non comunica con l’uomo. Tra un anno finirà il secondo millennio ed è tipico della fine di ogni secolo, tanto più di un millennio, l’intensificarsi di spinte irrazionali che, pur non avendo alcun motivo di sussistere, vengono corrisposte dall’esaltazione di visioni d’ordine spiritualistico, da intendersi come tentativo dell’uomo di fuggire dalla realtà, di riparare nella dimensione dell’immaginario che sia antidoto alla realtà della vita. E’ tipico di certi momenti anche l’insorgere delle superstizioni, l’erigersi degli idoli, cui si attribuisce un potere taumaturgico contro la paura che sono il nulla e l’ignoto a generare. Il cinema, come molte altre espressioni d’arte, celebra l’ignoto, l’assurdo, il demoniaco, avvertendo che la realtà è popolata di prìncipi dell’aria, di fronte ai quali non esiste possibilità di scampo; non resta che riconoscere la propria impotenza, o tutt’al più cogliere l’attimo fuggente di un piacere effimero. Così l’ignoto produce quello stato di sgomento sul quale anche il potere ha buon gioco d’imporre le proprie leggi. Ma per i cristiani simile monumentale montatura non rappresenta una fonte di timore. All’angoscia codificata esiste una via d’uscita, nel riconoscimento che "il Mistero incombente al di là dell’orizzonte di qualsiasi passo abbia rotto la linea dell’arcano e sia penetrato nell’esistenza dell’uomo", parlandogli in termini umani, mostrandogli il proprio volto buono. Così il "rapporto uomo-destino non sarà più basato su uno sforzo umano, sarà invece l’imbattersi in un presente". Da questo Mistero l’uomo è attratto naturalmente, poiché egli intuisce che corrisponde alle esigenze primarie del suo cuore: la giustizia, la verità, la bellezza. Il Mistero con la emme maiuscola aiuta e ispira la libertà dell’uomo a sondarlo, a farne esperienza, così che l’attrattiva originaria si trasforma in una coscienza esistenzialmente più intensa, piena di lucida capacità di giudicare il reale, di slancio attivo, costruttivo e vitale. Sono questi gli elementi che caratterizzano lo stupore. Per stupore l’uomo si avvicina gradualmente al Mistero che via via si evidenzia nei segni che a sé rimandano, dei quali l’uomo riconosce la consistenza, poiché non sono altro che i fatti stessi della vita, inondati di nuova luce. Nella certezza che il Mistero vince l’ignoto ogni paura è sconfitta. Si impone così una cultura nuova che si basa su certezze, non su numeri ed enigmi, che sfida il tempo, le insensate paure di fine millennio, le deviazioni gnostiche. Che apre al grande Mistero'