Dante alternativa al transumanesimo moderno: “trasumanare” innalza l’umanità senza rinnegarla

Agosto 2022
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In collaborazione con Askanews

Rimini, 24 agosto 2022Dante alternativa al transumanesimo moderno: “trasumanare” innalza l’umanità senza rinnegarla

Il ‘trasumanare’ di Dante come alternativa al moderno transumanesimo. Se il secondo, per sconfiggere la morte, ci priva della nostra umanità per trasformarci in macchine perfette, il ‘trasumanare’ di Dante “innalza l’umano senza rinnegarlo”.

Al Meeting di Rimini, all’interno dell’incontro ‘Le parole di Dante al nostro presente’ con Franco Nembrini e Aldo Cazzullo, mons. Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia – Guastalla, ha avvertito dei pericoli delle suggestioni transumaniste e postumaniste, visioni fatte di corpi perfetti, capaci di vivere per centinaia di anni senza dolore fisico né sofferenze emotive.

“Il Paradiso di Dante – ha commentato mons. Massimo Camisasca – è un invito al coraggio e a non disperare mai”, una testimonianza della tensione che ci attrae verso la luce, verso Dio: “Alla base di Dante c’è l’esistenza di Dio. Senza Dio l’uomo rimane avviluppato dentro i propri limiti. Dante compie il suo viaggio perché crede che la storia abbia un significato eterno, cosmico e personale insieme». E la tensione dell’uomo verso il superamento della morte non viene eliminato nemmeno da chi non crede in Dio. Una parola inventata da Dante racconta questa tensione: trasumanare. “Trasumanare significa andare oltre l’uomo, immedesimarsi in Dio rimanendo sé stessi, rimanendo uomini”. Un percorso, non auspicio, che però richiama un termine molto in voga negli ultimi decenni: transumanesimo, il miglioramento grazie alla tecnologia dell’essere umano, che a sua volta presuppone il suo passaggio successivo, il postumanesimo.

“Il termine transumanesimo coniato nel 1957 da Julian Huxley – avverte Camisasca – è un espediente linguistico per evitare di pronunciare la parola eugenismo, non più usabile dopo l’eugenismo nazista, ma si intende la stessa cosa, cioè il superamento di limiti umani, la ‘redenzione’ dell’uomo attraverso la scienza e la tecnica divenute fine, non più mezzo”.

Transumanesimo è “la risposta sbagliata alla domanda giusta della morte”, pericolosa perché “presuppone l’annientamento dell’uomo come relazione, libertà, corpo e tensione a dare la vita. Prefigura l’eliminazione del legame sociale e una solitudine estrema di eremiti di massa”.

Il ‘trasumanare’ di Dante, invece, in quello sguardo umano su Dio che vede riflessa e presente l’immagine della sua umanità, “innalza l’uomo oltre i suoi limiti, senza annientare nulla dell’umanità, nemmeno il corpo”. Un atto – la ‘trasumanazione’ – che può essere fatto solo attraverso lo sguardo di un altro, lo stesso sguardo che Beatrice ha per Dante: “Mentre noi ci vediamo solo per ciò che siamo, chi ci ama ci guarda per ciò per cui siamo fatti”.

(AC)