DALLE MOLECOLE ALL’UNIVERSO: IL SENSO DELLA NATURA
di Michele Floris
È possibile utilizzare prima un microscopio e poi uno dei migliori telescopi della NASA per analizzare lo stesso fenomeno? L’incontro “Universo vivo. Indagine scientifica e senso della natura” (se ve lo siete perso non disperate, lo potete sempre recuperare sul canale YouTube del Meeting) ci ha dato la conferma, grazie agli interventi di Giorgio Dieci, professore ordinario di Biologia molecolare dell’università degli Studi di Parma, e Marco Bersanelli, professore ordinario di Astrofisica dell’Università di Milano, che hanno analizzato come le dinamiche di interpretazione dei segni siano comuni non solo a tutti gli uomini, ma a tutto il “vivente”, incluso l’universo stesso.
In questa indagine al concetto di natura non vengono escluse parole come “senso” e “significato”, come spesso viene fatto considerando la natura come un ente passivo. Infatti, come ha insegnato il professor Dieci, persino le molecole quando entrano a contatto scatenano un sistema di interpretazione dei significati, e una volta che riconoscono a vicenda diventano “reciprocamente significative”.
Mentre l’interpretazione dei segni è una proprietà condivisa da tutti i viventi, la libertà interpretativa è propria dell’uomo, che si avvale della sua cultura per leggere in maniera soggettiva le situazioni che la realtà gli pone davanti. Don Luigi Giussani in un passo de “Il senso religioso” diceva riguardo a questo tema: “il segno è avvenimento da interpretare, la libertà si gioca nell’interpretazione del segno”, ed è proprio la storia della cultura umana a coincidere con la libertà.
Nel 1977 il cantautore italiano Alan Sorrenti intonava “noi siamo figli delle stelle”, e ieri ne abbiamo avuto la conferma con la spiegazione del professor Bersanelli. Le stelle con il loro ciclo vitale hanno portato alla diffusione nello spazio degli atomi fondamentali per la vita; quindi, come ha affermato il professore, «siamo costituiti da pezzi di storia di tutta la vicenda cosmica». Così lo spazio passa da ultima frontiera a «luogo accogliente per la vita», un’interpretazione simile l’aveva già data il salmo di Isaia 40:20, che cita “egli stende il cielo come un velo / lo spiega come una tenda ove abitare”.
Questo incontro si inserisce in un Meeting sempre più poliedrico, specialmente quest’anno con una larga offerta di incontri a tema scientifico (generalmente incentrati sull’energia, un tema quanto mai attuale dopo la crisi generata dalla guerra in Ucraina) e la mostra “Dono e risorsa” allestita da Euresis e Camplus. Come recita la legge di Lavoisier “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, così lo scopo del Meeting è quello di far sì che l’interessamento dei visitatori verso queste tematiche non termini alla fine dell’evento, ma continui a coinvolgerli anche una volta tornati a casa.