Una trasferta di una decina di giorni per partecipare al New York Encounter, rivedere vecchi amici e conoscerne di nuovi, incontrare personalità, creare relazioni in vista dei prossimi Meeting. Il nostro congress manager Marco Aluigi e la responsabile delle mostre Alessandra Vitez sono negli States in rappresentanza del Meeting. Ecco il loro diario: appunti di viaggio, spunti e tracce di incontri in testi, video e immagini.
Venerdì 17 febbraio
Sabato 18 febbraio
Ci sono piaciute molto le mostre del NYE di quest’anno. Percorsi originali che partono da domande che emergono dalla quotidianità e non dispensano risposte ma suggeriscono l’ipotesi di una verifica leale con le proprie domande. E così si intravvede la possibilità di cosa voglia dire vivere alla grande, anche dentro le circostanze difficili.
Tutte raccontano di uomini, di testimoni che non si sono arresi di vivere senza un significato. Da “Enzo Piccinini - chirurgo, figlio, padre e amico” -, che ha vissuto ogni istante come se fosse l’ultimo, a Nietzsche e la sua inquieta ricerca della verità. Niente è banale quando si domanda la verità. Quanto è convincente questa affermazione negli occhi delle guide che ci introducono a queste mostre! E poi la mostra “Perché lavoriamo”: un titolo che non è un interrogativo, ma un percorso dentro il lavoro - per com’è realmente oggi - attraverso gli occhi di testimoni decisivi. Infine “Segni in attesa di essere scoperti”: la storia delle rocce ci dice qualcosa? Le trasformazioni geologiche e l’uomo che ne prende coscienza non possono che riportarci al titolo dell’Encounter: chi sono io perché tu ti curi di me?
In giro per il Pavilion vedi famiglie provenienti da diverse città, giovanissimi e bambini (tanti) a gattoni in giro per le mostre e le sale. I punti di ristorazione sono sempre affollati, con lunghi tavoli in cui si condividono un buon piatto americano (fatto a mano) e racconti di vita. I volontari sono sempre lo spettacolo più bello! In tanti sono qui, al centro della Grande Mela: commossi, attratti, stupiti: al lavoro con la propria umanità.
Ci siamo anche noi: commossi, attratti, stupiti da una bellezza sempre nuova. Se non c’è qualcosa che accade e vive ora sarebbe tutto impossibile da spiegare. Anche qui all’Encounter ci sono file continue alle mostre. Dialoghi stupendi, tanta commozione e bellezza. Una proposta che mette al lavoro.
Domenica 19 febbraio
Intervistiamo Maurizio “Riro” Maniscalco, presidente del NYE: ci racconta della partecipazione, mai così alta in questi 15 anni, un segno visibile e tangibile che «questo è il tipo di luogo e di esperienza che tutti cercano e quando lo trovano si sentono a casa».
Lunedì 20 febbraio
Marco è in partenza per Washington. La sintesi di questi tre giorni? Sono stati molto ricchi di incontri, volti, facce, temi. Emerge tutto l’umano, la speranza di scoprire che non siamo da soli, di scoprire che siamo voluti, che la possibilità di costruire c’è anche quando sembra che non sia più possibile. Tutto questo è stato evidente nei convegni, nelle mostre, nei cinquecento volontari, e poi in una folla davvero importante, che quasi rendeva molto piccolo lo spazio del Metropolitan Pavilion. Forse i nostri amici della Big Apple dovranno trovare uno spazio più grande per il 2024?
Impossibile tenere traccia di tutti gli incontri, ne citiamo uno solo, quello con monsignor Borys Gudziak, arcieparca metropolita di Filadelfia della Chiesa greco-cattolica ucraina, intervenuto sul tema “Peace on Earth” assieme all’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite. Ci portiamo con l’incontro davvero significativo con lui, così come le facce di tanti amici.
Martedì 21 febbraio
Alessandra dopo il New York Encounter ha ripreso l’aereo per l’Italia. Io sono a Washington dove è iniziata una serie di incontri e appuntamenti molto stimolanti, tesi a individuare temi, prospettive, scenari e anche possibili relatori e collaborazioni in vista del Meeting 2023 e non solo. C’è anche la prospettiva di verificare la possibilità che il Meeting venga a presentarsi nella capitale degli Stati Uniti in sedi istituzionali e in luoghi di prestigio. Constato ancora una volta che il Meeting è tenuto in grande considerazione qui negli Usa.
All’Ambasciata italiana ho condiviso il tema del prossimo Meeting, incentrato sull’amicizia, e i suoi possibili addentellati, presentando le tematiche che ci stanno a cuore e verificando la possibilità di condividere punti e spunti di lavoro con loro.
Mercoledì 22 febbraio