Corriere, Forlani: L’«Io» diventi «Noi»

Agosto 2021
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Oggi sul Corriere della Sera si può leggere l’intervista al direttore della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emmanuele Forlani. La trovi nell’inserto Buone Notizie, dedicato al terzo settore. Ne proponiamo il testo integrale.

Intervista a Emmanuele Forlani Il Meeting di Rimini: L’«Io» diventi «Noi»
«La sfida del Meeting per costruire un Noi»

di CESARE ZAPPERI

Il Meeting torna in presenza dopo l'edizione 2020 condizionata dalla pandemia. È un segno di ripartenza?
«È un passaggio importante. Ci stiamo lavorando - conferma Emmanuele Forlani, direttore della Fondazione Meeting - dall'autunno scorso, fiduciosi che quest'estate saremmo tornati alla normalità, alla Fiera di Rimini, nella nostra casa, in mezzo alla nostra gente. E ci siamo mossi per tempo prevedendo tutto ciò che era possibile perla sicurezza. Per esempio, abbiamo pensato al QR code e al green pass quando ancora non era nell'agenda di governo. E ora siamo pronti a ripartire».

C'è attesa?
«I segnali che abbiamo ricevuto finora sono di grande entusiasmo. A partire dalla risposta che ci è venuta con l'adesione, in tempi record, di oltre 2mila volontari. Mai come stavolta poteva essere l'occasione, viste le preoccupazioni per la salute, per prendersi un anno sabbatico. E invece la risposta è stata entusiasta».

L'edizione di quest'anno offre un parterre di ospiti straordinario. Aprirà il presidente della Repubblica, poi ci saranno 11 ministri, il commissario europeo Gentiloni e i leader di partito.
«Siamo in linea con la nostra tradizione. Forse appare più rilevante perché il Meeting è il primo evento pubblico di queste dimensioni dopo il lockdown. Abbiamo sempre puntato al dialogo e al confronto con le istituzioni. La presenza di tante personalità è il segno di una volontà di dialogo che ci aiuta anche a spiegare il senso del titolo che abbiamo scelto per questa edizione».

Ecco, quel «II coraggio di dire io» cosa significa?
« È una citazione dal Diario del filosofo danese Kierkegaard. Il messaggio non ha nulla di narcisista e di muscolare. Vuoi semplicemente dire che ciascuno, mettendo in gioco se stesso e la sua responsabilità, può aiutare a costruire un Noi. Nell'ultimo anno e mezzo lo abbiamo visto bene se pensiamo ai tanti, dagli operatori sanitari agli insegnanti, si sono messi in gioco per il bene comune. Tanta gente che ha avuto il coraggio di dire io non per mettersi in vetrina ma per garantire alla comunità il proprio contributo. Era chiaro che la ripresa sarebbe partita da questa assunzione di responsabilità».

E a suo avviso il Paese si è rialzato o si sta rialzando?
«Noi abbiamo intercettato diversi segnali positivi. C'è soprattutto grande speranza. I tanti interlocutori invitati ci restituiscono questo sentimento. Il nostro vuole essere, quindi, un piccolo contributo per dimostrare che siamo già nel pieno della ripartenza. E lo dimostreremo anche con alcuni esempi concreti».

A cosa si riferisce?
«Parlo in particolare di due mostre. Una è intitolata "Costruttori di futuro. Quando il lavoro abbraccia la fragilità" e mette a confronto 5-6 realtà del non profit che hanno realizzato esperienze di accompagnamento al lavoro di soggetti deboli. E l'altra, "Alleanza scuola lavoro. Non è mai troppo tardi" ci mostrerà come è possibile investire in formazione ed educazione».

L'anno scorso il Meeting ospitò Mario Draghi. Il suo discorso era quasi un programma di governo. Avevate visto lontano.
«Non abbiamo meriti se non quello di tenere fede allo spirito di chi ha sempre gli occhi aperti e cerca di intercettare testimonianze utili alla crescita della comunità. Il presidente Draghi lo invitammo nell'autunno del 2019, ben prima che scoppiasse la pandemia. Ma avendolo avuto già ospite sapevamo cosa significa lavorare per il bene comune».

Avete in cartellone temi di grande attualità.
«Cercheremo di declinare il titolo del Meeting nelle diverse aree tematiche: dall'educazione al lavoro, la sostenibilità ambientale alla scienza, dalla transizione ecologica alla salute».

Gli appuntamenti sono tantissimi. Quale la incuriosisce di più? 
«Sono tutti molto interessanti. Ma penso che, come al solito, rimarremo stupiti da testimonianze che raggiungeranno livelli di grande profondità che arriveranno da incontri apparentemente secondari. Un motivo in più per scoprire la bellezza del Meeting».

Dalla presenza di tanti politici, infine, cosa vi aspettate? 
«Penso che oggi più che mai il nostro format abbia una forte valenza perché c'è bisogno di un dialogo reale. Non è uno show né una festa di partito. Qui c'è la possibilità di un confronto senza rete per cercare di individuare occasioni di costruzione comune. Verranno i leader di partito e molti presidenti di Regione. Ci aspettiamo spunti e riflessioni importanti».

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