Vivere senza paura nell’età dell’incertezza
Rimini, 24 agosto 2021 – L’incontro “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” costituisce parte integrante dell’omonima mostra, visitabile alla Fiera di Rimini nel padiglione B3.
Julián Carrón, docente di Teologia, Università cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Charles Taylor, professore emerito di Filosofia McGill University di Montreal e vincitore Premio Ratzinger 2019, Rowan Williams, professore emerito di Pensiero Cristiano Contemporaneo University of Cambridge, già arcivescovo di Canterbury, dialogano sulla possibilità di vivere l’incertezza del presente e del fenomeno della secolarizzazione come una grande opportunità per la riscoperta della natura dell’io e dell’originalità dell’avvenimento cristiano. Modera la giornalista Monica Maggioni.
Il dialogo, lontano dall’assumere i toni di un confronto intellettuale, rappresenta la posizione di tre grandi personalità impegnate con la loro vita e con quella degli uomini del nostro tempo. Si tratta di un percorso conoscitivo nel quale nessuna domanda attinente all’umano viene censurata: la presenza di un nemico; la paura; i nuovi modi di vivere della società secolare; la pretesa di una libertà sempre più confusa, il rapporto con il potere. I riflettori vengono puntati sulla realtà e sugli interrogativi più scomodi, accolti come fattore indispensabile dell’avventura umana. Due video accompagnano il dialogo.
Maggioni invita tutti a visitare la mostra, realizzata come l’attraversamento di un’esperienza e nata da quattro docenti di filosofia: Samuele Busetto, Pia De Simone, Alessandra Gerolin e Alessandro Rovati, che Maggioni propone al pubblico in un video appositamente registrato. A partire da incontri apparentemente casuali, i giovani professori hanno intessuto una trama di rapporti tra loro e con i protagonisti del dialogo di oggi. «L’idea della mostra arriva dal suggerimento di Carron e Taylor», emerge dal video, «vuole essere la possibilità per tutti i visitatori di essere introdotti a godere del dialogo nato tra noi e con loro».
(G.L.)