La valorizzazione dei talenti italiani è l’argomento messo a tema dall’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà nell’incontro delle 17.00 in sala Neri. Al tavolo dei relatori cinque parlamentari rappresentanti dell’intergruppo: la senatrice Federica Chiavaroli e i deputati Matteo Colaninno, Lorenzo Dellai, Dario Nardella, Guglielmo Vaccaro e Raffaello Vignali.
Quali sono i problemi che ostacolano l’obiettivo della valorizzazione dei talenti e chi ne ha la responsabilità? Cosa è possibile fare per favorire l’espressione del potenziale unico ed irripetibile che ogni persona porta in sé? Sono queste le domande comuni a cui hanno dato risposta i protagonisti dell’incontro. Per Federica Chiavaroli, senatrice del pdl, “il progresso di un paese dipende dallo sviluppo del capitale umano. L’Italia soffre di due tipi di problematiche, una di ordine quantitativo e una qualitativa. Siamo la seconda nazione demograficamente più vecchia d’Europa e anche il Paese che ha un sistema educativo che non è più in grado, così come ha saputo fare negli anni Sessanta, di formare i giovani talenti”. Per la senatrice bisogna, allora, “favorire politiche di welfare e incoraggiare un’educazione che orienti i giovani e i talenti, senza aver paura di premiare il merito”. E citando Plutarco: “i giovani sono lanterne da accendere”. Per il deputato del pd Stefano Nardella “i giovani talenti condividono un sentimento di profonda disillusione, aspettandosi ben poco dal Paese. Invece chiedono solo di poter fare ciò per cui hanno studiato e un’opportunità che consenta loro di esprimere il potenziale e le energie che portano dentro”.
Effettivamente anche i dati confermano un quadro non molto idilliaco. Colaninno riporta il danno economico che l’Italia subisce: “Il nostro Paese perde 180 milioni di euro l’anno nel rapporto tra i costi impiegati nella formazione e la fuga dei cervelli. E i giovani italiani producono all’estero un valore di oltre 900 milioni. Tra le strade da percorrere per arginare tale fenomeno bisogna puntare sull’innovazione e la competizione, creando un sistema finanziario al servizio dei giovani e dei talenti”.
Secondo tutti i relatori è possibile realizzare un’inversione di tendenza sul tema della valorizzazione dei talenti. La politica – è convinzione comune – possiede una grande responsabilità e il suo compito deve essere creare le migliori condizioni affinché questo avvenga. Come? Accrescendo la credibilità del paese, proseguendo in un dialogo tra forze diverse come nell’attuale governo, favorendo l’incontro tra diversità anteponendo il bene comune all’interesse personalistico e investendo sulla ricerca. Del resto un esperimento ben riuscito di tutto questo è rappresentato proprio dall’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà.
(F.D’I.)