Uomo e ambiente: chi ci difende?

Press Meeting

Non solo esperti di settore, ma curiosi e giovani hanno fatto da pubblico al dibattito sull’ambiente in programma alla prima giornata del Meeting. Introdotti da Elio Sindoni, professore di fisica ambientale e coordinatore scientifico della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, si sono confrontati Massimo Ferlini, presidente dell’Osservatorio Nazionale Rifiuti, Altero Matteoli, titolare del Ministero dell’Ambiente, e Massimo Ferrante, direttore generale di Legambiente.
La prima preoccupazione di Ferlini è quella che ogni politica ambientale sia modulata sul principio di sussidiarietà orizzontale: un principio che può permettere una reale coniugazione tra libertà e responsabilità: liberta di fare, responsabilità di fare avendo a cuore il bene comune. Difendere un ambiente che gli uomini non hanno solo rovinato o inquinato, ma nei secoli di lavoro hanno anche migliorato e reso più vivibile.
Matteoli ha preferito vedere il problema ambientale non tanto come materia prettamente politica, ma innanzitutto come una questione culturale. Un esempio di questo è nell’emergenza rifiuti nel Mezzogiorno, che non è riconducibile solo ad una insufficienza o una incapacità normativa, ma ad una serie di fattori plurimi, tra cui il problema delle risorse economiche, il problema delle discariche e degli inceneritori che vengono erroneamente considerate minacce per il territorio e la popolazione, e non ultimo il problema rappresentato da una Magistratura che con sequestri e sentenze, spesso si sostituisce alla politica e alla amministrazione. Un altro problema da risolvere, individuato da Matteoli direttamente con il Presidente Del Consiglio, è quello del “commissariamento”: le figure dei commissari rischiano spesso di deresponsabilizzare gli amministratori locali come assessori di province e regioni, su una materia così delicata come quella delle emergenze ambientali. In quest’ottica si inserisce il suo modo di intendere il compito e il ruolo del suo Ministero: un dicastero che non sia limitante e restrittivo sul piano tecnico, e stravagante sul piano amministrativo, ma piuttosto un ministero delle opportunità.
Massimo Ferrante, intervenuto come sostituto di Ermete Realacci, ha precisato che la complessità del problema ambientale va affrontata senza catastrofismi, tenendo conto che, su alcuni aspetti la situazione è in fase di miglioramento. Lo sforzo necessario, individuato dall’ambientalista, è una sinergia tra politica e società civile che insieme operino per il ritorno all’equilibrio tra uomo e ambiente.

M.S.
Rimini, 22 agosto 2004